La cerimonia al campo sportivo
domenica 6 Novembre, 2022
di Sergio Zanella
Dopo una settimana di lacrime, dubbi, domande senza risposta e soprattutto tanto dolore, è arrivato per Celledizzo e per tutta la Val di Peio il momento di salutare Massimiliano Lucietti, lo sfortunato 24enne che ha perso la vita lunedì scorso in una battuta di caccia dai contorni ancora poco chiari. Ad ospitare le migliaia di persone giunte per l’ultimo saluto a Max è stato il manto verde del campo sportivo del paese: così aveva disposto il comune nella giornata di ieri dopo che la chiesa di Celledizzo si era dimostrata troppo piccola anche per l’ultimo saluto a Maurizio Gionta, l’altro sfortunato protagonista di questa tragedia.
A don Enrico Pret il compito di trovare le parole giuste per provare a portare conforto a mamma Mirta, al papà Roberto, al fratello minore Mattia e all’intera comunità. Già, perché nessuno è voluto mancare per l’ultimo saluto a questo giovane gigante buono: la grande famiglia dei vigili del fuoco, giunti in 150 da tutte le caserme della Val di Sole, il mondo della caccia, con le tipiche piume e rametti di abete a far bella mostra di sé sui cappelli degli oltre 100 cacciatori presenti, i ragazzi della sagra del paese, che con l’addio prematuro di Max hanno perso un amico e un riferimento, e poi tantissima gente comune.
«La lettura che abbiamo voluto proporre oggi è l’inno all’amore di San Paolo, che ricorda che chi vive senza amore vive senza niente – ha ricordato a tutti don Enrico -. Tu di amore, caro Massimiliano, ne avevi moltissimo da dare e per questo siamo qui in tanti a ringraziarti. Chi ama esprime il suo amore in tanti modi e viene ripagato dalla presenza nel momento del bisogno e oggi per salutarti vogliamo fare nostro il messaggio che i tuoi parenti hanno deciso di stampare sulla tua memoria: riempici da lassù di quell’amore che solo chi ti è stato accanto ha saputo conoscere».
Toccante, al termine della funzione, il lungo momento dei saluti. «Sarai la stella più luminosa del cielo» hanno detto i coscritti, «Il ricordo del tuo sorriso è il trofeo più grande che un cacciatore può desiderare» hanno aggiunto i componenti della squadra di caccia di Celledizzo, «sapevi coniugare simpatia e laboriosità» hanno scritto in una lettera i colleghi della FilmSolutions di Fucine, «in termini di generosità non eri secondo a nessuno» hanno infine ricordato i vigili del fuoco di Peio.
Tra i tanti commiati quello che ha fatto più riflettere è stato quello di Gianpaolo Fedrizzi, presidente della consulta dei cacciatori della Val di Sole. «Mai più. Non possiamo come cacciatori accollarci le colpe di una simile tragedia. Quanto successo a Massimiliano deve diventare lezione per il futuro, perchè a volte la mente tende a rimuovere gli avvenimenti del passato ma in questo caso non ce lo possiamo permettere. A tutti i cacciatori presenti – l’appello di Fedrizzi – chiedo di trovar un posto nello zaino dove riporre e portare con sé la foto di Massimiliano, così ogni mattina in cui usciremo nel bosco per seguire la nostra passione ci ricorderemo quanto può essere pericoloso il fucile che abbiamo in spalla se non viene utilizzato in maniera appropriata. Il sacrificio di Max non può essere inutile. Quindi continuiamo a seguire la nostra passione, ma facciamolo con prudenza».
Cala il buio, la bara di Massimiliano esce dal campo di calcio tra due schiere di vigili del fuoco e cacciatori e i palloncini bianchi degli amici del paese salgono alti in cielo: così si conclude una delle più tristi giornate vissuta dalla comunità di Peio.
L'indagine
di Benedetta Centin
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