La vicenda

mercoledì 22 Novembre, 2023

Caso Pedri, Tateo e azienda sanitaria litigano sul valore dell’indennizzo dell’ex primario

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Causa di lavoro vinta dall’ex primario: l’accordo per ora non c’è, conteggi diversi. Venerdì intanto l’udienza preliminare per l’ipotesi di «maltrattamenti in reparto» anche a carico della vice Mereu: l’azienda pronta a costituirsi per chiedere i danni all’immagine e al reparto

A settembre il dottor Saverio Tateo ha vinto la causa di lavoro contro l’Apss che lo aveva messo alla porta senza preavviso nell’ottobre 2021. Il giudice Giorgio Flaim, considerando il suo licenziamento «illegittimo per difetto della giusta causa addotta», tre mesi fa ne aveva appunto disposto il reintegro quale direttore dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara. Ma non c’è ancora una sentenza definitiva. Rimane aperto il capitolo del risarcimento per mancato guadagno (due anni di stipendi circa da cui detrarre quanto incassato per altri lavori). Indennità risarcitoria, questa, che l’Apss è stata condannata a pagare. Assieme ai contributi previdenziali. L’udienza per arrivare a definire la trattativa economica tra le parti è stata fissata a stretto giro. A quanto trapela il dialogo è aperto e non si è ancora arrivati a un accordo. Che non è detto venga raggiunto da qui a un mese, quando si tornerà in aula. A quanto pare infatti i conteggi redatti dalle rispettive parti, dall’ex primario appunto e dall’azienda sanitaria, sarebbero di importi diversi. Quelli depositati dall’Apss in particolare sarebbero calcolati considerando 24 mensilità con lo stesso criterio con il quale si calcola il Tfr, al netto di indennità e con rivalutazioni e interessi, decurtati gli stipendi e compensi percepiti nel frattempo da Tateo (che lavora in Francia). Diversamente, a quanto parrebbe, i conteggi della controparte avrebbero tenuto conto di tutte le voci, e su un periodo di tempo maggiore. «Attendiamo che l’Apss si conformi alla decisione del giudice» il commento del suo legale, l’avvocato Vincenzo Ferrante, che si interroga appunto sul «perché l’azienda sanitaria non faccia cioè che Flaim ha disposto». Di fatto c’è che se la trattativa non dovesse andare in porto, se non si dovesse trovare la quadra, allora deciderà il giudice. E proprio alla luce della decisione di Flaim l’azienda sanitaria valuterà se impugnare la sentenza e ricorrere in Appello.

L’inchiesta penale
Venerdì intanto approda in udienza preliminare, davanti al giudice Marco Tamburrino, il procedimento a carico di Saverio Tateo, in qualità appunto di ex primario dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara. Imputata anche la sua vice Liliana Mereu. Entrambi devono rispondere dell’ipotesi di maltrattamenti in concorso. L’azienda sanitaria, di suo, è pronta a costituirsi parte civile attraverso l’avvocatura dello Stato. Per chiedere e ottenere i danni all’immagine e pure quelli che si sarebbero registrati all’organizzazione del reparto del Santa Chiara. Dove, è la convinzione delle pm Licia Scagliarini e Maria Colpani, avvenivano dei veri e propri maltrattamenti. Messi in atto in modo continuativo e in concorso da parte dei due camici bianchi. Concretizzati — è l’accusa — attraverso ingiurie, umiliazioni, ma anche percosse, atteggiamenti inquisitori e minacce di sanzioni disciplinari. Abbastanza per innescare di giorno in giorno una condizione di stress e paura nel personale infermieristico, medico ed ostetrico. Come sarebbe stato per Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni originaria di Forlì sparita nel nulla dal 4 marzo del 2021, il giorno dopo aver inviato una lettera di dimissioni all’azienda sanitaria. E proprio Sara Pedri è tra le ventuno persone offese (ostetriche, infermiere e ginecologhe) che, assistite dagli avvocati Andrea de Bertolini, Stefano Daldoss, Paolo Dematté e Nicodemo Gentile, potranno costituirsi parte civile per chiedere a loro volta i danni.