Terramadre

domenica 4 Maggio, 2025

Apres Ski di Nambino: arriva la bandiera nera di Legambiente

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Gli ambientalisti hanno segnalato l’Asuc di Fiso, il Comune di Pinzolo e la Provincia: «Realizzato uno scempio»

Tre bandiere verdi e una bandiera nera per il Trentino, una e una per l’Alto Adige. Questo il giudizio che emerge dal report «La Carovana delle Alpi 2025» pubblicato ieri da Legambiente. Le bandiere verdi assegnate, spiega l’associazione, sono il simbolo di «visioni alte: il coraggio sostenibile della montagna». Viceversa, le bandiere nere rappresentano casi di «Natura violata: il prezzo di un progresso superato». Complessivamente la fotografia scattata a livello nazionale è positiva con 19 nuovi riconoscimenti, per un totale di 302 premi conferiti dal 2002 ad oggi. Nove invece le segnalazioni negative, che fanno salire il totale a 248. Dal 2020 ogni anno le bandiere nere rappresentano ormai la metà o meno di quelle verdi: un segnale di cambiamento positivo, che racconta di una montagna sempre più impegnata a coniugare tradizione e innovazione in una prospettiva di sostenibilità ambientale. Colpisce anche come questi riconoscimenti vengano assegnati a privati o enti di natura mista, in maniera minore alle istituzioni. Al contrario, le bandiere nere sono conferite quasi solo a enti pubblici o istituzioni.

 

Nambino, pioggia di critiche
Dopo le polemiche e le proteste sollevatesi già a livello locale, a finire nel mirino degli ambientalisti in Trentino c’è un unico ed eclatante caso: il nuovo après ski bar nella piana di Nambino (Madonna di Campiglio), una discoteca all’aperto con musica ad alto volume e giganteschi monitor a 200 metri dal Parco naturale Adamello Brenta. Un intervento realizzato dal gruppo 5 Club Mdc srl di Milano vicino a due ex malghe, ma avvallato da tre enti: l’Asuc di Fisto, proprietaria dell’area e che con la società ha siglato un accordo della durata di 17 anni a fronte di un pagamento di 150 mila euro l’anno; il Comune di Pinzolo, che ha chiesto alla Provincia una deroga per la costruzione dell’après ski e dato la concessione al progetto; e infine dalla Commissione tutela del paesaggio della Provincia stesa che ha autorizzato il progetto. Per questo i tre enti risultano ora destinatari della bandiera nera di Legambiente. Per l’associazione si tratta di «uno scempio sia a carico del paesaggio per la dissonanza dell’edificio con il contesto in cui è inserito sia a carico dell’ambiente circostante, con danno non solo degli abitanti delle zone circostanti, ma anche della fauna selvatica». Significativa a tal proposito la motivazione che aveva spinto il gruppo a realizzare l’opera. «La nostra sfida – spiegava l’amministratore delegato Giacomo Sonzini – è vendere la comodità, il piacere, il divertimento, il bello, il buono e la qualità, a chi in montagna non se l’aspetta ma se la merita. È un format nuovo […] per il turista internazionale e quello italiano alto spendente», capace di «rinnovare l’offerta per la movida della perla delle Dolomiti» rivolgendosi al «turista che non si accontenta». «Non pensiamo che questo possa essere un modello di turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente alpino – si legge nel report –. Al di là delle scelte di un imprenditore privato, rimane poco comprensibile la facilità con cui una simile proposta sia stata accolta da chi il territorio lo dovrebbe salvaguardare».
In regione, Legambiente ha assegnato poi una bandiera nera anche al sindaco e al Consiglio comunale di Predoi, in Valle Aurina (Alto Adige). «Nonostante la grave crisi della biodiversità – spiega infatti il rapporto –, il sindaco di Predoi continua a opporsi al Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina e alle aree Natura 2000 a esso collegate. Nel 2023 il Consiglio comunale ha addirittura chiesto la modifica del decreto sul Parco».

 

Tre bandiere verdi
A essere premiati in Trentino dall’associazione Legambiente sono state invece le tre Asuc di Sopramonte (costituita nel 1952), Baselga del Bondone (esistente dal 2009) e Vigolo Baselga (fondata nel 2006). Insieme amministrano circa 1.500 ettari di territorio tra boschi, prati e alcune malghe «garantendo la tutela di un territorio di straordinario valore ambientale – si legge nel rapporto –. Attraverso una gestione attenta e sostenibile di boschi, pascoli e prati aridi, preservano l’equilibrio naturale dell’area e la proteggono da eventuali interessi speculativi».
Bandiera verde anche per il Comitato per la tutela e la valorizzazione dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi sull’Altopiano di Piné, il quale ha analizzato la situazione dei propri bacini lacustri redigendo documenti, organizzando eventi pubblici informativi e avanzando proposte per contrastarne il degrado e migliorarne le condizioni ambientali. Infine in Trentino è stato premiato il Comitato per la difesa del torrente Vanoi che si batte contro la costruzione della diga.
In Alto Adige, invece, la bandiera verde è andata al gruppo ambientalista Nosc Cunfin che in Val Gardena, una delle mete più frequentate dai turisti, da anni tutela l’area straordinaria dei Piani di Cunfin, le formazioni rocciose della Città dei Sassi e il Gruppo del Sassolungo da ulteriori speculazioni.