Il racconto
domenica 12 Ottobre, 2025
Zinedine Zidane: «Allenare la Juventus? Non escludo nulla: ma il mio sogno è guidare la nazionale francese»
di Valerio Amadei
Ieri all'auditorium Santa Chiara uno dei calciatori più iconici ed eleganti degli ultimi decenni: «Del Piero? Ha davvero qualcosa di speciale che è difficile da spiegare»

Una domenica difficile da dimenticare per gli amanti del calcio. In un Auditorium Santa Chiara invaso da appassionati, tifosi juventini e ragazzi sin dalle prime ore della mattinata, è salito sul palco uno dei calciatori più iconici ed eleganti degli ultimi decenni: Zinedine ‘Zizou’ Zidane. Tanti i temi toccati dall’ex allenatore del Real Madrid che ha reso ancora più magica la giornata conclusiva di questa ottava edizione del Festival dello Sport.
Cresciuto con in camera il poster di Le Roi Michel Platini, anche lui passato per Trento in queste giornate di sport, il vincitore del Pallone d’Oro del 1998 ha raccontato le sue origini umili passate a giocare a calcio nelle strade di Marsiglia fino a passare alla gloriosa parentesi in Italia con la maglia della Juventus, che lo ha consacrato a stella del calcio mondiale. Arrivato sotto la Mole nel 1996, il francese ha vinto due scudetti andando più volte vicino a sollevare la Champions League, poi vinta con il Real Madrid, ma non tutto è andato liscio all’inizio.
«Non posso negare che il primo anno alla Juventus è stato molto duro e ho trovato qualche difficoltà. Con il tempo – spiega Zizou – però ho iniziato a respirare un’aria positiva complice la grande fiducia che Marcello Lippi, grandissimo allenatore, riponeva in me. In quella squadra ero circondato da grandi giocatori come Vieri, Montero, Padovano e Boksic, ma credetemi, calciatori come Alex Del Piero raramente ne ho incontrati, ha davvero qualcosa di speciale che è difficile da spiegare. Non posso dimenticare le telefonate di prima mattina dell’Avvocato Agnelli che si complimentava con me addirittura in francese dopo una vittoria ottenuta il giorno. Sono stati anni meravigliosi – conclude -, la Juve resterà nel mio cuore».
Dalle parole del campione ai mondiali del 1998 con la sua Francia emerge un legame forte con Torino. Complice un pubblico che alla domanda sul suo futuro esclama con speranza ‘torna alla Juve’, Zidane risponde sorridendo: «Non escludo nulla. Voglio certamente tornare ad allenare, ma ancora non ho deciso dove. Certamente la Juventus ha un posto speciale, ma con certezza posso dire solo che un giorno sarei felice di allenare la nazionale francese».
Nonostante un ritiro avvenuto a ‘soli’ 34 anni per stare più vicino alla famiglia la carriera dell’ex stella del Real Madrid è un esempio di come vincere a prescindere dalla maglia indossata, ma c’è una partita in particolare che non riuscirà mai a dimenticare: «Ogni trofeo vinto mi ha reso orgoglioso, ma il sogno di ogni bambino francese è vincere con la propria Nazionale. Quella finale con il Brasile nel 1998, proprio a Parigi davanti alla nostra gente, è senza dubbio la partita di cui vado più fiero. Emozioni indescrivibili».
Infine una considerazione sulla lenta scomparsa dei numeri ‘10’ nel calcio moderno: «Giocatori bravi ce ne sono tanti, ma, ripensando a come si vedeva il calcio ai miei tempi, noto sempre di più la mancanza di un giocatore tecnicamente eccellente che gioca stabilmente tra le linee. Yamal è un grandissimo giocatore, può diventare speciale, ma vedo un futuro roseo pure su Kenan Yildiz, che può e deve crescere ancora».
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