l'intervista
giovedì 28 Novembre, 2024
di Sara Alouani
In un’Italia sempre più congelata dall’inverno demografico, la gestazione per altri (Gpa) è diventata un reato universale. Una decisione che fa rabbrividire Vanessa Candelaria, una giovane donna di Seattle che nel 2015 ha dato alla luce due meravigliosi gemelli attraverso il percorso di maternità surrogata. Bimbi che da quasi dieci anni crescono con i papà Claudio e Stefano. Vanessa ha deciso di portare la sua testimonianza sottolineando l’immensità di questo atto d’amore che dona gioia a chi vorrebbe diventare genitore e che riempie il cuore di chi ha potuto esaudire un desiderio così grande e regalare il sorriso a una nuova famiglia. Il suo emozionante video verrà proiettato questa sera alle ore 20 in Sala Caritro in occasione dell’evento «Famiglie, parità e diritti: riflessioni ed esperienze sulla Gpa», organizzato dal Gruppo Giovani Arcigay Trentino con il supporto di Famiglie Arcobaleno-Trentino Alto Adige.
Vanessa, perché ha scelto di diventare madre surrogata?
«Ho fatto la scelta (sottolineo scelta) di diventare madre surrogata perché ci sono migliaia di persone nel mondo che meritano di essere genitori. Essere genitori non dovrebbe essere determinato solo dal sesso o dalla sessualità. Volevo essere una madre surrogata per un membro della mia famiglia, ma i loro piani, poi, sono cambiati. Ho sempre saputo di voler aiutare una famiglia, così, quando ho visto un amico su Facebook scrivere che si stava informando, ho scelto di fare delle ricerche».
Cosa significa per lei essere una madre surrogata? In fondo, lei è una specie di fata che rende concreti i sogni di altre coppie o persone che desiderano diventare genitori.
«Grazie per queste parole gentili. Non ho mai pensato a me stessa in questo modo. È difficile esprimere a parole ciò che significa per me. È molto di più delle parole. Sapere che sono stata in grado di fare a qualcuno un dono che in precedenza pensava fosse irraggiungibile, significa tutto per me. Il mio cuore si riempie di amore e stupore nel vedere l’amore e la gioia di essere una famiglia».
Cosa pensano i suoi cari, i suoi familiari della sua scelta?
«La mia famiglia è estremamente orgogliosa di me. I miei familiari sono stati al mio fianco in ogni momento per sostenermi e non hanno mai pensato che quello che stavo facendo fosse sbagliato. È stato ancora più straordinario aver fatto questo percorso con mia figlia al mio fianco, per imparare e crescere insieme».
Lei ha anche figli naturali? Come è riuscita a gestire la maternità surrogata nella sua famiglia?
«Sono una madre single con una figlia di 14 anni e un figlio di 8 anni. Non userei la parola “gestire” la maternità surrogata. La maternità surrogata è un argomento delicato di cui parlare, poiché in molti Paesi è un tabù. Ma la gente non ne conosce il vero significato. Non si può gestire la maternità surrogata, proprio come non si può gestire una donna, piuttosto bisogna capirla per crescere. Ed è quello che ho fatto con la mia famiglia. Abbiamo imparato cosa significa e cosa significa per una famiglia».
Lei ha recentemente dato alla luce due bambini per una coppia italiana. È ancora in contatto con loro?
«Non solo sono in contatto con loro, ma sono venuti a trovarmi a settembre per circa una settimana e sono stati a casa mia. Vengo costantemente aggiornata su di loro e non vorrei che fosse altrimenti. Sto programmando un viaggio di famiglia in Italia per il 2026».
È stata la sua unica esperienza come madre surrogata?
«Sì».
Pensa ci sarà una seconda volta?
«Inizialmente, volevo farlo solo per una famiglia. Mi sono offerta di nuovo per loro qualche anno dopo, ma erano felici e impegnati con i gemelli. Quando ho saputo della possibilità che venisse approvata questa legge in Italia, ho contattato di nuovo la clinica e ho detto loro che avrei voluto fare di nuovo la surrogata, ma solo per una famiglia Lgbtqai+ italiana. Ma per salvaguardare la sicurezza dei bambini e dei potenziali genitori non mi hanno permesso di farlo».
Come si è rapportata con i gemelli che ha portato in grembo per nove mesi? Come ha affrontato il momento della separazione?
«Ho avuto un anno per prepararmi mentalmente alla separazione. Ho fatto ricerche su cosa fare per affrontare il momento e i bambini ora sono come dei nipoti per me. Sapevo che non erano miei figli, perché non è stato usato il mio ovulo durante il processo. Sono stata una casa sicura per loro e per aiutarli a crescere. Fortunatamente, ho la possibilità di parlarci e di vederli in qualsiasi momento. Sono fortunata ad avere Claudio e Stefano come famiglia surrogata, sono la mia famiglia e li amo con tutto il cuore. Non posso dire che sia stato un evento traumatico per me. Sono una donna molto forte e ho avuto una famiglia fantastica che mi ha sostenuto. Onestamente, non ricordo un solo momento di tristezza: ho affrontato questo viaggio sapendo cosa aspettarmi».
Ci sono professionisti che l’hanno seguita durante la gravidanza?
«All’inizio del viaggio sono stata sottoposta a diverse valutazioni, perché bisognava assicurarsi che avessi la mentalità giusta per affrontare il processo e che fossi fisicamente in salute. Per tutta la gravidanza ho avuto accesso alle cure mediche e a un’équipe della clinica che mi ha contattato spesso per controllare che stessi bene e per chiedermi se avessi bisogno di qualcosa».
Cosa pensa delle donne costrette a ricorrere alla maternità surrogata per uscire dalla povertà? Penso a molte donne in Ucraina che sono sfruttate in una sorta di business low cost.
«Penso che ogni donna dovrebbe essere in grado di prendere le proprie decisioni quando si tratta del proprio corpo. Se le donne utilizzano la maternità surrogata come mezzo per uscire dalla povertà, è una loro scelta e non sono affari di nessun altro. Finché sono sicure, cosa importa? Se vengono costrette a farlo, è sbagliato e non lo approvo. Ma il fatto che succeda in alcuni paesi non significa che questo accada in tutti».
Quanto è accessibile la gestazione per altri negli Stati Uniti? È una procedura complessa e costosa?
«Non so quanto sia accessibile ma so che alcuni Stati offrono la maternità surrogata alle famiglie. In base alla mia esperienza, è una procedura complessa e costosa: ho dovuto sottopormi a molti esami, valutazioni e terapie prima dell’approvazione. So solo quanto mi hanno pagata e posso solo immaginare che i futuri genitori paghino di più».
In Italia la gestazione per altri è diventata un reato universale, il che significa che saranno punite anche le persone italiane che ricorrono alla maternità surrogata all’estero. Cosa pensa di questa scelta del Governo?
«Penso che il governo italiano debba ripensare la sua decisione. È sbagliata e non c’è un vero motivo che possa giustificare questa scelta. Io sono una donna etero che ha avuto figli in una relazione “normale”, secondo la prospettiva italiana. Ma qui mi trovo a crescere i miei figli senza il padre perché lui era violento. Poi ci sono Claudio e Stefano, che hanno una relazione omosessuale e due figli, che lottano per i loro diritti e per quelli dei loro figli. Amano i loro figli e hanno una relazione sana, felice e impegnata. Ditemi voi in quale situazione è più sano crescere i figli? Il genere e la sessualità non determinano la capacità di essere genitori o di amare».
Perché è importante garantire un libero accesso alla gestazione per altri?
«Immaginate di essere una donna che ha avuto il cancro da bambina e che, a causa della chemioterapia, si è vista togliere la possibilità di avere figli. Ditemi perché quella donna non dovrebbe poter godere della grandezza di essere madre? Perché, solo perché si ama un altro uomo, non si può amare un bambino e vivere l’esperienza di essere padre? Cosa mi rende, in quanto donna etero, migliore di chiunque appartenga alla comunità Lgbtqai+? Niente! Allora perché non dovrebbero avere gli stessi diritti e le stesse capacità? Per la maggior parte degli aspetti della vita, ritengo siano di gran lunga superiori a me: più aperti, amorevoli, premurosi e molto più intelligenti».
In un’Italia con sempre meno nascite, pensa che la maternità surrogata sia un modo per mitigare i numeri dell’inverno demografico?
«Credo che la maternità surrogata sia una scelta intelligente. Mi verrebbe da pensare che, essendo i numeri in discesa, l’Italia voglia fare di tutto per permettere al proprio Paese di crescere e non contribuire al suo declino».