salute

sabato 9 Dicembre, 2023

Trentino ammalato: 3000 casi di influenza. Ma il picco è atteso per le festività natalizie

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Salgono anche i numeri del Covid. L'Apss segnala 3 decessi e 88 ricoveri mentre sarebbero 500 le persone ammalate

Durante la pandemia, tra lockdown e mascherine era praticamente sparita e, anche negli anni successivi non è stata una presenza ingombrante. Quest’anno le cose sembrano andare diversamente. C’è l’influenza. Ma c’è anche anche il Covid che, pure, nei mesi scorsi ha fatto gran poco paura e a causa del quale, in quello che si può definire a tutti gli effetti un «picco», si sono cominciati a riempire i posti letto «di area medica». Lo dice l’esperienza diretta: sono davvero in tanti, in questi giorni a essere malati oppure ad avere conoscenti malati. Ma lo dicono — ed è quello che conta — anche i dati degli osservatori nazionali.
Il punto sull’influenza
In questo momento, fanno i conti con uno dei virus stagionali dell’influenza (sono quattro, tre di tipo «A» e uno di tipo «B») circa tremila trentini. La stima è ottenuta in base all’ultimo rapporto della rete epidemiologica RespiVirNet, che vede un incidenza del 4,89 per mille. Materialmente, i casi segnalati sono stati novanta, dai tredici medici e pediatri «campione» che dialogano con l’Istituto superiore di sanità. Va detto innanzitutto che non si tratta di una situazione grave, in rapporto con le altre regioni italiane. Il Veneto ha un’incidenza doppia (9,51), la Lombardia tripla (14,64) e la provincia di Bolzano è l’unica, assieme a Valle d’Aosta, Basilicata e Calabria a non fornire i dati.
Solo il Molise, con un incidenza dello 3,73 per mille, ha un risultato migliore. Se, da un lato, questa è una buona notizia, dall’altro ciò significa che non ci si può che aspettare un ulteriore peggioramento della situazione. Del resto il picco vero e proprio è previsto proprio durante le festività natalizie, tra l’ ultima settimana dell’anno e la prima di quello nuovo.
Il punto sul Covid
Va peggio, purtroppo, sul fronte Covid. I numeri, in questo caso, sono sì minori, ma la metodologia, com’è noto, è diversa.
Si parla infatti di casi segnalati reali: quindi con una diagnosi effettuata da un medico (e non, ad esempio, con un tampone «fai da te»). Nella settimana che va dal primo al 7 dicembre e, si sono contati 562 casi, con un’incidenza di 104 casi ogni centomila abitanti, dato in linea con il resto del Nord Italia (la provincia di Bolzano vede un’incidenza di 88 casi ogni centomila abitanti, la Lombardia di 130, il Veneto di 221). Casi che hanno portato negli ospedali trentini 78 persone, di cui due in rianimazione.
E di Covid si continua a morire: tre i decessi in sette giorni, tutti con un quadro clinico di una certa gravità. Una situazione così grave non si registrava dall’inverno scorso.
L’open day vaccinale
In tutto ciò, la campagna vaccinale si sta rivelando, al momento, un fiasco. In pochi sembrano essere interessati ad «aggiornare» la protezione immunitaria alle nuove varianti, esattamente come si fa con l’influenza.
L’Azienda provinciale per i servizi sanitari risponde con un «open day vaccinale» che si terrà sabato 16 dicembre.
La formula prevede un libero accesso, senza vaccinazione, senza prenotazione nei centri vaccinali di Arco, Borgo Valsugana, Cavalese, Cles, Mezzolombardo, Pergine Valsugana, Rovereto, Tione e Trento (sia Apss che via Conci), dalle ore 9 alle ore 13.
Per quanto riguarda, invece, l’effettuazione dei tamponi naso-faringei sono dodici i punti prelievi Apss dove è possibile rivolgersi senza prenotazione e con impegnativa del proprio medico di medicina generale o pediatra di libera scelta.
Due sono a Trento, alla sede Apss di viale Verona e al poliambulatorio Crosina Sartori di via Gocciadoro.
L’azienda ricorda che i cittadini, qualora lo desiderino, possono scegliere di effettuare il tampone in attività libero professionale (a pagamento) nelle farmacie del territorio che offrono il servizio.