L'intervista

martedì 20 Maggio, 2025

Terzo mandato, affondo di Bonelli (Avs): «Uno scambio Meloni-Salvini. Giusto limitare le concentrazioni di potere»

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Sulla crisi interna al centrodestra il deputato dice la sua: «Questo è tutto un gioco delle parti pirandelliano»

Uno scambio politico tra Fratelli d’Italia e Lega o, per essere più precisi, tra Meloni e Salvini. Questo secondo Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra insieme a Nicola Fratoianni e trentino d’adozione, quanto successo attorno all’impugnativa sul terzo mandato. «Un semplice do ut des – spiega il deputato – In cui Meloni ha ottenuto di bloccare una norma malvista e Salvini ha ottenuto il decreto infrastrutture che è un gran regalo a lui e a chi lo sostiene».
Bonelli, lei sul terzo mandato che opinione ha?
«Già un mese fa, con una lettera al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, chiedevo che questa legge fosse respinta. Accolgo quindi con favore la decisione del governo che è in linea con le recenti sentenze della Consulta. Sono contrario al terzo mandato per i governatori, così come per i sindaci dei grandi Comuni, perché dobbiamo evitare che si creini concentrazioni di potere eccessive. La democrazia ha bisogno di ricambio e riciclo, per evitare che si innestino feudi di potere. Questi discorso vale sia per i governatori che per i sindaci delle città ed è un principio di bilanciamento dei poteri comune a molti ordinamenti costituzionali democratici. Poi al di là delle posizioni politiche, in passato la Corte Costituzionale è stata molto chiara nel bocciare il terzo mandato per lo squilibrio che genera. Non si governa il paese modificando le regole sulla base di interessi particolari».

Su questo tema sembra che Lega e Fratelli d’Italia si stiano spaccando.
«Conosco troppo bene Meloni e Salvini per farmi ingannare. Questo è tutto un gioco delle parti pirandelliano, da sempre si spartiscono poteri e poltrone, facendo finta di litigare, mentre si fanno regali l’un l’altro. Anche questa volta non fa eccezione».

In che senso?
«Che lo stesso Consiglio dei ministri che ha impugnato il terzo mandato in Trentino ha anche approvato il decreto infrastrutture. Un provvedimento che contestiamo e che è un grande regalo ai privati e a Salvini che li tutela. Salvini ha pagato pegno accettando l’impugnativa. Poi dopo fa finta di essere indignato, ma è lui a prendere in giro Zaia e Fugatti. Gli interessa garantire il suo potere, i suoi colonnelli li ha già scaricati».

Passiamo alle elezioni comunali in Trentino, che bilancio fa?
«Molto contento innanzitutto del risultato di Arco, dove avremo una sindaca ambientalista. Una grande risposta degli elettori in una zona, l’Alto Garda, che ha subito una cementificazione pesante. Sono contento per Arco, Riva e Trento, dispiace per Mori».

Avs ha fatto dei risultati importanti in molti Comuni?
«Sì e questo ci rende felici. Il Trentino ha sempre avuto una grande coscienza ambientale che negli ultimi anni si era dispersa in tanti rivoli, stiamo lavorando per recuperarla, ci aiutano i tanti disastri ambientali fatti dalla destra in Trentino. Penso alla Valdastico innanzitutto».

Cosa manca al centrosinistra in Trentino?
«L’obiettivo ora deve essere quello di esportare il buon governo delle città anche nelle valli e nei paesi di montagna. Con un programma cucito ad hoc su questi territori specifici che hanno bisogno di servizi, di tutela dell’identità storica e culturale e di difesa ambientale».

A Bolzano per la prima volta invece ha vinto la destra.
«E qui bisogna fermarsi a riflettere. Temo che a Bolzano si è sbagliato nel guardare solo al proprio interno, invece di denunciare le contraddizioni della destra di governo in Provincia e Regione. Ogni tanto si crede che l’esterno non conta e invece quello che succede a livello nazionale, poi arriva anche qui».