Edilizia

lunedì 27 Marzo, 2023

Superbonus, con i crediti bloccati a rischio in Trentino duemila lavoratori

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L'allarme dei sindacati: «Sarebbe una perdita in salari di venti milioni di euro»

«Alla luce dei vari provvedimenti del Governo il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell’occupazione e della qualità del lavoro con gravi impatti sull’ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie senza raggiungere così gli obiettivi Onu e Ue  per città sostenibili».

È questa la consapevolezza che sta alla base del percorso di mobilitazione lanciato da Fillea Cgil e Feneal Uil a livello nazionale contro una serie di scelte che ritengono sbagliate per il lavoro, l’ambiente e la sicurezza. “Le politiche del governo finiscono per tagliare drasticamente il lavoro nell’edilizia privata, con un peggioramento della sicurezza per i lavoratori negli appalti pubblici, meno qualità e meno sostenibilità”.

Decisioni che avranno impatto anche in Trentino come hanno spiegato questa mattina Giampaolo Mastrogiuseppe di Fillea del Trentino e Matteo Salvetti di Feneal del Trentino. «Dall’analisi dei dati di Cassa edile emerge che con il superbonus sono cresciute le imprese attive e gli addetti del settore. Nell’anno ape 2021 – 2022 ( l’anno ape va da ottobre a settembre dell’anno successivo) si contano 13.177 addetti e 2099 imprese attive. Nell’anno della nascita del superbonus, 2019 – 2020, i lavoratori erano 10.732, Le imprese attive 1814. Dunque un incremento di 2445 lavoratori e 285 aziende che si potrebbero perdere con la cancellazione degli sgravi fiscali. Parliamo di una possibile contrazione del 16% di lavoratori che producono (per una stima di poco più di duemila addetti, ndr), una massa salari di 20 milioni di euro sui quali si perderebbe anche la relativa imposta».

Alla luce di questa situazione, a livello nazionale e locale, i sindacati hanno messo nero su bianco una serie di proposte che saranno anche al centro del percorso di mobilitazione che vedrà il primo aprile in cinque città, Torino, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari, gli edili scendere in piazza. Una delegazione del Trentino parteciperà alla manifestazione di Torino.

Fillea e Feneal chiedono politiche industriali stabili e durature per il settore delle costruzioni, per difendere l’occupazione esistente e crearne di nuova, per riqualificare e rigenerare il costruito, per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica, sicurezza antisismica, sostenibilità ambientale decisi dall’Onu e dall’Europa.

Le due sigle sindacali sollecitano la modifica del decreto 11/2023 sui bonus edili, che rischia di distruggere 100 mila posti di lavoro e soprattutto di escludere milioni di cittadini a basso reddito dalla possibilità di avere una casa più vivibile e sicura, più efficiente in termini energetici, più salubre e con bollette meno care. La cessione del credito e lo sconto in fattura devono essere garantiti per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30 mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie, le case popolari.

I sindacati chiedono anche vincoli stringenti sull’obbligo di applicare e rispettare i contratti nazionali dell’edilizia in tutti gli appalti, a partire da quelli per i lavori pubblici, migliorando lil nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali. Fillea e Feneal ritengono indispensabile anche il ripristino del divieto dei subappalti a cascata e la valorizzazione delle imprese più strutturate, la loro qualificazione, la loro crescita dimensionale.