Il caso

giovedì 1 Dicembre, 2022

Scintille tra Failoni e Ianeselli. L’assessore: «Sul turismo Trento lenta come una tartaruga». E il sindaco: «Lepre arrogante»

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L'esponente della giunta ha affermato che la città va a rilento. Il primo cittadino non ci sta: «La città è passata da 100 mila a 1 milione di presenze in 30 anni»

Sul fronte turistico Trento sta procedendo come una tartaruga. Parole piuttosto forti e in parte inaspettate. Sono uscite ieri dalla bocca dell’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni, mentre si discuteva sul passaggio dell’altopiano di Piné all’Apt-Trento Monte Bondone. La replica del sindaco Franco Ianeselli è stata altrettanto chiara: «Arrogante come la lepre della favola di Esopo. In trent’anni la città è passata da 100 mila presenze ad un 1 milione di presenze. È la Provincia che non crede nel valore turistico del capoluogo». Proprio due giorni fa, tra l’altro, il Consiglio comunale di Trento ha approvato il Piano di politica turistica 2022-2032.
Tutto è partito dalla discussione della riforma delle Apt in consiglio provinciale. Tornata alla ribalta dopo che i consigli comunali di Baselga di Piné, Bedollo, Fornace e Albiano hanno deliberato il passaggio dall’Apt Val di Fiemme all’Apt Trento-Bondone. Che porterà la giunta provinciale a modificare il regolamento che definisce gli ambiti territoriali delle aziende turistiche. Un’operazione «condivisibile», così l’ha definita l’assessore Failoni. Che però è andato oltre. Subito dopo ha infatti osservato che «Trento città sul fronte turistico sta procedendo “come una tartaruga” e può marciare più velocemente, perché ha diverse potenzialità ancora inespresse. Questo ingresso di Piné e Cembra è un’opportunità e c’è da dire che il passaggio ad esempio della valle dei Laghi con l’Alto Garda ha subito prodotto un successo straordinario».
Una raffigurazione che ovviamente non è piaciuta al sindaco. «Tutti quanti conosciamo la favola di Esopo: la lepre arrogante e la tartaruga lenta, sappiamo com’è finita la storia — replica Ianeselli — Tra l’altro negli ultimi trent’anni Trento è passata da 100 mila presenze (1989) a 1 milione di presenze appena prima del Covid. Pochi territori hanno avuto uno sviluppo turistico così grande. Gli unici che non hanno creduto nella vocazione turistica di Trento è proprio la Provincia. Lo si è visto con la legge sulle chiusure domenicali, che aveva escluso Trento tra le località turistiche».
Il capoluogo fa da sé, approvando il piano di politica turistica decennale, che concepisce il turismo come un sistema che coinvolge molteplici settori, dall’agricoltura all’artigianato alla cura del territorio. Il piano prevede diverse strategie: l’aumento della qualità dell’offerta, un brand forte, il focus sulla bellezza, la sostenibilità e lo sviluppo del turismo bleisure.