Il dato
sabato 11 Gennaio, 2025
di Patrizia Rapposelli
Per i camici bianchi in rosa trentini il soffitto di cristallo è quasi irraggiungibile. Nel sistema sanitario pubblico solo il 29% dei medici donna è primario. Significa che solo un responsabile di Unità operativa su tre è donna.
Più della metà dei medici
Un dato significativo considerato che tra i dirigenti medici, le mediche rappresentano il 55% del totale. La fotografia del mondo della sanità al femminile arriva dall’Azienda Sanitaria. Vediamo i dati nello specifico. Nel complesso ci sono 8.326 dipendenti, di cui 6.039 donne e 2287 uomini. I medici totali sono 1207, di cui donne 640 e uomini 567. È evidente come la componente femminile è maggiore di quella maschile.
Solo 24 primarie
All’interno di questi numeri emerge un dettaglio significativo, i direttori sono 83, di cui 24 donne e 59 uomini. Stessa preparazione, motivazione, capacità, risultati e ancora troppe disuguaglianze esistenti? Sta di fatto che le mediche, sempre più numerose, stentano a conquistare ruoli dirigenziali. Quelle che raggiungono i vertici sono in minoranza. Nel gergo comune, il direttore è il primario, ossia il medico che ha la responsabilità di un reparto, ovvero una posizione dirigenziale all’interno di un ospedale. È responsabile di questioni mediche, è il superiore degli altri medici e di quelli in formazione specialistica che frequentano il reparto. il dato invita a riflettere sull’importanza di creare un ambiente più inclusivo, che incoraggi la partecipazione femminile alla carriera (vedi l’intervista alla dottoressa Sonia Brugnara a fianco). Valutazioni che nascono guardando i dati, dai quali emerge che tra i medici, le dottoresse sono più numerose.
1124 medici
Nel sistema sanitario trentino ci sono 1124 dirigenti medici, di questi 616 sono donne, entrando nel dettaglio 572 lavorano a tempo indeterminato e 44 a tempo determinato. I dirigenti medici sono, invece, 508, di cui 463 a tempo indeterminato e 45 a tempo determinato. In sostanza, come già anticipato, il 55% dei dirigenti medici è donna. Anche se, guardando il sito dell’Azienda Sanitaria trentina, emerge chiaramente un divario di genere nelle Unità operative di chirurgia generale a Trento. In chirurgia generale 1 che si occupa di patologie tumorali, dell’addome, del torace, del collo nonché di patologia traumatica e lesioni secondarie, chirurgia dell’obesità e malattie croniche dell’intestino, si contano ben dieci dirigenti medici e solo due dirigenti mediche. Il Responsabile dell’Unità operativa è un uomo. Ancora, se si guarda chirurgia 2 di Trento, che si occupa di chirurgia del fegato, delle vie biliari, del pancreas, chirurgia toracica e dell’apparato dirigente, di endocrinologia, chirurgia della parete addominale e del peritoneo, i dirigenti medici sono sette e le mediche due. Il primario, anche qua, è uomo. Nell’Unità operativa di Rovereto e Arco i dirigenti medici sono undici e le donne due. Il divario potrebbe essere spiegato dal fatto che l’ambito chirurgico è un’attività medica impegnativa: le donne sono in bilico tra lavoro e famiglia? Conciliare entrambi a volte è un miraggio. Lei è brava, laureata, ha un posto di lavoro dove tutti sgomitano per fare strada. E pure lei cerca di trovare un varco, ma vorrebbe anche fare un figlio, investire su qualcosa che non sia solo denaro o carriera. È forse questo il problema? Continuando ad osservare i dati, nel sistema sanitario trentino, i dipendenti ad avere un ruolo tecnico sono 1824, le donne sono 1104 e gli uomini 720. Ad avere un ruolo amministrativo 883, 724 sono donne e 159 maschi. Numeri che dimostrano ancora una volta che il gentilsesso in ambito sanitario ha un ruolo centrale. Ma dimostrano anche che c’è bisogno di una trasformazione culturale, dove l’obiettivo non è solo quello di raggiungere l’uguaglianza di genere nei numeri ma anche di garantire pari opportunità e un ambiente di lavoro privo di discriminazioni. La carriera delle donne in ambito lavorativo, presenta, di fatto, un andamento a forbice, con camici bianchi in rosa che faticano a raggiungere ruoli occupazionali dirigenziali.