i costi
venerdì 5 Gennaio, 2024
Rsa, ecco le nuove rette (aumentate) per ogni struttura trentina. La Provincia: «Va cambiata la strategia»
di Francesco Terreri
La casa di riposo Opera Romani di Nomi è l'unica che ha abbassato i costi. Due le case di riposo che li hanno mantenuti stabili: San Lorenzo e Santa Maria della Misericordia di Borgo Valsugana e Levico Curae. Anche la Residenza Valle dei Laghi lascia ferma la retta a 47,70 euro

Le Rsa trentine hanno aumentato le rette a carico delle famiglie degli anziani tra il 2,3%, tasso di inflazione previsto per quest’anno, e il 3%, con un aggravio medio per le famiglie di 500 euro l’anno. All’unica Azienda di servizi alla persona (Apsp) che ha scelto di abbassare la retta, Opera Romani di Nomi che l’ha portata da 46,50 a 46 euro, e alle due case di riposo che l’hanno mantenuta stabile, San Lorenzo e Santa Maria della Misericordia di Borgo Valsugana a 47,30 euro e Levico Curae a 48 euro, si aggiunge la Residenza Valle dei Laghi, che lascia ferma la retta a 47,70 euro. L’Apsp Valle dei Laghi è quella che ha condiviso in forma consortile alcuni servizi con Nomi e questo consente alle due Rsa di avere qualche risparmio sui costi. Ma in generale per le strutture trentine gli aumenti attuali sono una soluzione tampone: c’è già la richiesta che la Provincia aumenti l’altra componente degli incassi, la retta sanitaria, pagata appunto dall’ente pubblico, magari nell’assestamento del bilancio a metà anno.
«Vedremo al momento, nei prossimi giorni incontrerò sia l’Upipa (l’associazione delle Apsp ndr) che la Spes» dice l’assessore competente Mario Tonina. Che però apre ad una riflessione più ampia: «Di fronte all’invecchiamento della popolazione dobbiamo pensare una politica diversa, non possiamo portare tutti gli anziani in Rsa, è un problema di spazi oltre che di costi. Dobbiamo ragionare su altre soluzioni, come il lavoro che sta facendo Spazio Argento», cioè il mix di servizi a domicilio, residenziali e semiresidenziali, e di sostegno a famiglie e caregiver.
Nella tabella sopra, mostriamo le variazioni delle rette alberghiere, quelle a carico delle famiglie, in 41 strutture trentine, l’80% del totale. Oggi Upipa presenterà il quadro complessivo. Come detto, solo in quattro casi non è stato necessario aumentare la retta per far quadrare il budget 2024. In altre Rsa è bastato un aumento parziale rispetto al massimo concesso dalla Provincia. Tuttavia i gestori delle case di riposo torneranno alla carica di Piazza Dante durante l’anno per avere più risorse.
L’assessore Tonina incontrerà l’associazione delle 42 Apsp e la cooperativa Spes, che gestisce 6 strutture, per affrontare il problema. Ma punta anche a cambiare politica: «Il Trentino è una delle regioni che ha più posti accreditati nelle Rsa. Bisogna guardare a politiche diverse, alla domiciliarità e agli interventi sul territorio. L’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto, ma non si può affrontare solo con le case di riposo».
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