Alto Garda

lunedì 5 Maggio, 2025

Riva al ballottaggio per un pugno di voti: la sfida sarà tra Zanoni e Betta

Per l'inseguitrice il vantaggio sembra incolmabile: quasi dieci punti percentuali

Per un lungo periodo della serata il candidato sindaco Alessio Zanoni ha fatto credere a tutti (compagni di avventura e nemici politici ndr) di poter essere eletto sindaco della città di Riva già al primo turno riportando Palazzo Pretorio nelle mani del centrosinistra e del Pd grazie anche al supporto di tutta l’ala autonomista e ambientalista, ma proprio sul finire e per una percentuale irrisoria Riva dovrà andare al ballottaggio con Silvia Betta e la coalizione di centrodestra autonomista, con una percentuale di distacco non proprio semplicissima da colmare, anche in ottica di eventuali apparentamenti. Insomma, un ritorno alle urne per i cittadini lacustri: senza se e senza ma, con lo spettro delle elezioni del 2020 e di quell’apparentamento che portò via ad Adalberto Mosaner lo scranno da primo cittadino consegnandolo in mano a colei che è poi divenuta la prima sindaca rivana di centrodestra, Cristina Santi. Reggenza ottenuta grazie all’apparentamento che il candidato sindaco Mauro Malfer fece ottenendo quei due assessorati (il suo all’urbanistica) e quello alle opere pubbliche a Pietro Matteotti. Come a dire, nulla è da dare per scontato, anche se, questa volta, le percentuali propenderebbero con molto più favore verso il centrosinistra.

I risultati definitivi parlano così: Alessio Zanoni – 48,75%, Silvia Betta – 29,6%,  Maria Pia Molinari -10,10%, Carlo Modena – 9,02%, Paolo Grossi – 1,47%, Luca Barbieri – 1,29%

 

Il crollo dell’affluenza
Inutile dirlo, anche in questa tornata elettorale si è registrato un ulteriore crollo dell’affluenza alle urne soprattutto in quel di Riva che rispetto alle elezioni comunali del 2020, durante le quali si era registrato un 64,42% di affluenza, è passato a un 54,92%. Ossia circa un 10 % in meno in 4 anni. Da valutare attentamente il peso che potrebbe aver avuto la vicenda giudiziaria dell’indagine Romeo tutt’ora in corso e che ha colpito pesantemente la cittadina lacustre, come una delle principali cause di disaffezione. Ma il trend non è riconducibile solo e unicamente ai comuni colpiti dell’indagine, il che farebbe puntare il dito più su di una disaffezione alla politica generalizzata. In sintesi a Riva su 14.755 aventi diritto al voto solo 8.104 sono quelli che si sono recati nei 13 seggi sparsi per la città per esprimere una personale preferenza e contribuire all’elezione di un nuovo consiglio comunale e quindi di una nuova giunta e di un nuovo sindaco. Di questi 3.899 sono cittadini di genere maschile e 4.205 di genere femminile. Inevitabile, anche se oramai stucchevole, la necessità di creare una nuova fase della politica che possa non solo portare i cittadini alle urne elettorali, ma anche e soprattutto contribuire a formare una nuova classe politica rinnovando idee e figure in un processo formativo di continuità evitando arroccamenti e stasi al passato.

 

Attesa ad alta tensione
Alla vigilia un po’ tutti se lo aspettavano che a contendersi le prime posizioni in questa strana corsa a sei candidati sindaci per Riva fossero la candidata Silvia Betta e il candidato Alessio Zanoni. Entrambi hanno mostrato nelle ultime giornate di campagna elettorale una grande interpretazione positiva dei propri destini. E con questo spirito ieri sera poco prima delle 22, ora in cui i seggi hanno formalmente chiuso i battenti Zanoni e Betta hanno popolato i rispettivi quartieri generali. Telefoni alla mano. Sguardi speranzosi e attese in tensione con l’auspicio di poter ottenere il miglior piazzamento possibile. Il primo grosso colpo lo ha ricevuto Betta che poco dopo le 22.30 ha ottenuto informazioni di prima mano su due seggi, uno dei quali in Rocca. Zanoni è apparso subito in largo vantaggio. Betta ha vacillato consolata dai compagni nella speranza che gli altri seggi potessero raccontare una storia diversa. Poco dopo si hanno notizie da un secondo seggio. Anche questo a larga maggioranza a favore di Zanoni. Monta l’amarezza. In casa Pd invece esplode la gioia e si pensa di potercela fare al primo turno perché la percentuale è, seppur di non molto sopra il 50%. Poi scavallate le due di mattina la percentuale si assesta in decrescita e va sotto il 50% decretando alle 4 la certezza di un ballottaggio per una manciata di voti: per la precisione per 90 voti. stando allo spoglio alle ore 4 dopo Betta si è posizionata Maria Pia Molinari, quindi Carlo Modena, poi Paolo Grossi e quindi Luca Barbieri. «Abbiano fatto un grandissimo lavoro di squadra – ha dichiarato Zanoni – siamo ad un soffio dal risultato. Ci distanziano circa 20 punti percentuali dalla coalizione di destra, un margine davvero importante. Leggeremo i dati con maggiore chiarezza, per un analisi più compiuta».