Verso il voto

sabato 7 Giugno, 2025

Referendum 8 e 9 giugno. De Zordo (Artigiani) si schiera per l’astensione: «La cittadinanza in 5 anni? Non porterà ad assunzioni»

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Per il presidente dell'associazione artigiani «i quattro quesiti sul lavoro rischiano di creare un cataclisma»

«Io credo che organizzare questo referendum sia stata una scelta sbagliata, perché non andrà a migliorare né a salvaguardare le condizioni dei lavoratori. Ulteriori vincoli rendono più improbabile il percorso di assunzione», così il presidente dell’Associazione Artigiani, Andrea De Zordo si esprime sul referendum in programma domenica e lunedì. Cinque i quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza, rispetto alla quale si chiede di abbassare da 10 a 5 anni il limite per l’ottenimento. Cinque quesiti cui De Zordo si dice contrario. «L’8 giugno è il mio compleanno e andrò al mare», chiosa.

 

Presidente, perché è così contrario?
«Credo che sia necessario pagare e rispettare i dipendenti. Ma abbiamo la necessità di far sì che gli esborsi non ricadano solo sulle spalle del datore di lavoro. Servono strumenti adeguati che permettano di pagare il giusto senza svenare le aziende, penso a pacchetti welfare e altre iniziative della politica. La strada non è quella tracciata dai referendum, che invece rischiano di avere un effetto boomerang sull’economia e trasformarsi in un cataclisma».

 

Veniamo al dettaglio dei quesiti. Il primo riguarda la possibilità di reintegro nei casi di licenziamento illegittimo
«Sul primo punto, penso ad esempio ad un’azienda artigiana, che spesso si trova ad avere anche un solo dipendente. Mi chiedo, come sia possibile immaginare di riassumere questo dipendente nel momento in cui si viene condannati a seguito di indebito licenziamento. Come si può pensare che sia gestibile una situazione di questo tipo?»
Il secondo quesito punta invece ad eliminare il tetto di sei mensilità nei casi licenziamento ingiusto all’interno di piccole aziende.

 

«In aggiunta a quanto dicevo sul primo quesito, avere anche la scure di una cifra abnorme da pagare, quando già le 6 mensilità possono risultare molto onerose per una piccola realtà, di certo non incentiva un datore di lavoro ad assumere con serenità».

 

Il terzo quesito chiede di esplicitare la causale del ricorso ai contratti a tempo determinato già nei primi dodici mesi.
«Anche qui credo tolga appeal. Può succedere che l’azienda si ritrovi in situazioni eccezionali per cui ha bisogno di ulteriore manodopera. Più paletti si mettono, più paradossalmente diventa difficile assumere. Si rallenta invece di accelerare».

 

Quarto quesito sulla sicurezza sul lavoro.
«È evidente che invece che portare a un maggiore controllo sulle aziende appaltatrici, porterà a ridurre i lavori».

 

L’ultimo quesito è quello sulla cittadinanza. Anche su questo è contrario?
«È un tema che dal mio punto di vista non influisce minimamente sulla possibilità di assumere. Abbiamo bisogno di lavoratori con entusiasmo, capacità e voglia di lavorare, indipendentemente dal paese d’origine. Ma credo che bisogna analizzare il tema in modo più approfondito e completo».