Guerra

lunedì 19 Dicembre, 2022

Putin e Lukashenko a Minsk. Timori di un allargamento del conflitto verso la Moldavia

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Due ore e mezza di colloquio. Secondo Kiev, Mosca vuole persuadere il presidente bielorusso a un «coinvolgimento diretto» nel conflitto in Ucraina

Due ore e mezza di colloquio a Minsk, dove mancava dal giugno 2019. Vladimir Putin fa visita ad Alexander Lukashenko in Bielorussia per rinsaldare ancora di più l’alleanza strategica fra i due Paesi. Secondo Kiev però l’obiettivo del leader di Mosca è un altro ossia persuadere il presidente bielorusso a un «coinvolgimento diretto» nel conflitto in Ucraina. Un’ipotesi che il Cremlino rispedisce al mittente. «Sono invenzioni assolutamente stupide e prive di fondamento» taglia corto il portavoce Dmitry Peskov. Il capo ufficio stampa della Federazione Russa invita poi il generale ucraino Valery Zaluzhny a «riposarsi». Era stato proprio il comandante in campo delle forze armate di Kiev ad annunciare il possibile ingresso di truppe russe in Ucraina attraverso la Bielorussia. Il bilaterale fra i due presidenti mette in apprensione i governi europei. La Germania esprime preoccupazione su cosa l’incontro potrebbe comportare sul ruolo della Bielorussia nel conflitto.

Dopo l’incontro, definito «molto produttivo Putin e Lukashenko annunciano che «continueranno a tenere costanti esercitazioni militari» in quanto l’addestramento delle truppe è una priorità. Il presidente russo si spinge oltre dicendo che Mosca è pronta a sviluppare progetti nucleari in Bielorussia. «Stiamo costruendo una centrale nucleare. La prima unità è in funzione», dichiara. Minsk dal canto suo annuncia di aver messo in funzione i sistemi missilistici S-400 e Iskander consegnati dalla Russia. Una collaborazione a 360 gradi ma Putin smentisce le voci su una possibile annessione della Bielorussia. «Non abbiamo interesse ad assorbire nessuno», spiega. Il leader russo rivela poi di aver mantenuto «rapporti commerciali» con molti colleghi. Fra loro «anche il presidente Macron». Un allarme circa il possibile allargamento del conflitto arriva invece dalla Moldavia. Secondo l’intelligence di Chisinau infatti la Russia sta pianificando di invadere il Paese all’inizio del 2023. «È un rischio reale e molto alto – argomenta il direttore degli 007 moldavi Alexandru Musteata -. La questione non è se la Federazione russa effettuerà una nuova offensiva verso il territorio della Repubblica di Moldavia, ma quando ciò accadrà: o all’inizio dell’anno, gennaio, febbraio, o più tardi, marzo, aprile».