politica

sabato 7 Gennaio, 2023

Pacher lancia Valduga e affonda Zeni. Il monito dell’ex sindaco: «Decidere in fretta senza aspettare il congresso Pd»

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Si avvicinano le elezioni provinciali, e il centrosinistra è ancora alla ricerca del suo leader. Alberto Pacher si espone e propone la candidatura del sindaco di Rovereto Valduga: « Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente»

Se tornasse in pista lui il centrosinistra si ricompatterebbe in un baleno e anche il Patt correrebbe subito per aggiungersi alla coalizione. Alberto Pacher è considerato uno dei padri nobili del centrosinistra, molto rispettato anche dal centrodestra: sindaco di Trento eletto e rieletto con plebisciti, poi mister preferenza alle provinciali, quando nel 2008 è entrato nell’ultima giunta Dellai come vicepresidente per diventare poi presidente nell’ultimo scorcio di legislatura quando Dellai fu eletto a Roma. Era il predestinato per la carica di governatore, ma come Cincinnato che è tornato alla vigna dopo l’alto ruolo nella Roma antica, anche Pacher ha lasciato la politica. E alla domanda se gli sia passato per l’anticamera del cervello l’idea di tornare nell’agone della politica, nemmeno risponde: «Sono vecchio ormai», taglia corto sorridendo.
Si avvicinano però le elezioni provinciali, e il centrosinistra è ancora alla ricerca del suo leader. Si riuniscono i tavoli, ormai come una liturgia a ogni appuntamento elettorale, ma non si rischia di arrivare all’ultimo anche questa volta?
«I tavoli di confronto della coalizione sono però necessari, non credo possano esserci altri strumenti o altri livelli per trovare assieme un candidato che sia la sintesi dell’intera alleanza. Ma è certo che questa volta non si deve affatto arrivare all’ultimo. Bisogna agire in fretta, decidere subito. Io parlo dall’esterno, forse mi sfuggono delle cose, ma mi sembra che la strada sia in salita: per vincere si deve recuperare parecchio e non c’è tempo da perdere».
C’è però chi dice che prima dei nomi si devono condividere i valori, i temi.
«Non credo ci siano da fare chissà che accordi programmatici, e men che meno serve discutere attorno ai valori e ai principi. Do per scontato che temi, valori e principi siano già condivisi in una coalizione che non è certo nata ieri. Le persone che siedono a quel tavolo sono pressoché le stesse, la stessa alleanza ha governato in passato e governa ora in città importanti del Trentino. È necessario, ripeto, individuare con buon anticipo il candidato e lavorare ventre a terra».
Altra obiezione, c’è il congresso del Pd. Molti dirigenti dem affermano che decidere prima della sua conclusione sarebbe inopportuno, una forzatura.
«Non credo sia necessario aspettare il congresso del Pd, e per cosa? Sarà l’assemblea a decidere di aderire alla coalizione e di sostenere il candidato individuato, e credo che l’approvazione sarà molto larga, se non unanime. E l’assemblea attuale mi sembra sia nel pieno della sua legittimità: ci sono quindi le premesse per muoversi già adesso».
Ma così il Pd tornerebbe a dividersi, non crede?
«Il rischio c’è sempre, perché la possibilità che nel Pd la discussione prenda i toni accesi è sempre presente. Ma qui la la posta in gioco è alta, c’è bisogno di responsabilità e di serietà».
Nel partito però, lei lo sa bene, ci sono anche dinamiche personali che spesso incidono sulle sorti politiche generali. Non è sempre semplice trovare l’unanimità.
«Il personalismo è presente, certo. Se non ho capito male c’è anche la questione del quarto mandato per alcuni dei consiglieri uscenti. Sono persone che hanno dato un grande contributo, anche con ruoli di governo. E dopo questi incarichi è sempre difficile ricoprire altri ruoli».
Sta parlando di Luca Zeni e Alessandro Olivi, sono loro che hanno concluso il loro terzo mandato.
«Per Olivi il caso non si pone, ha detto lui stesso che non è interessato al quarto mandato. Ma in generale, credo che dovrebbero porsi al servizio del partito, mettendo a disposizione i loro consensi, i loro contatti, aiutando il Pd a costruire una lista con persone nuove. Non per fare il rottamatore, ma credo che ci sia davvero bisogno di una nuova classe dirigente».
Il Patt. È ancora fuori dal perimetro della coalizione. Cosa pensa a questo proposito?
«Penso che se il Patt fa una valutazione attenta sull’operato di questa giunta non può unirsi al centrodestra. Spero che possa recuperare i rapporti con la coalizione, che in fondo è la stessa che ha espresso un presidente della Provincia autonomista, la stessa alleanza con cui il Patt ha lavorato bene per molti anni».
Ma come fare per recuperare questo rapporto?
«Ci vuole un leader che riesca a prendere in mano la situazione».
A questo punto dica un nome, perché sul tavolo non ce ne sono mica tanti. Il suo appello a «fare presto» fa pensare a un endorsement per il sindaco di Rovereto Valduga, è così?
«Per quello che ho potuto vedere è una persona assolutamente spendibile. Ha esperienza amministrativa, governa bene la città di Rovereto, ottenendo anche la riconferma come sindaco, cosa che non è mai successa ai sindaci precedenti da molti anni a questa parte. Insomma, il consenso ce l’ha, quindi credo che il suo nome debba essere preso in grande considerazioni».
Ultima domanda. Con quale proposta può vincere il centrosinistra rispetto al centrodestra?
«C’è una grande priorità, quella del cambiamento climatico, che avrà impatto non solo sull’ambiente ma anche sull’economia, sul lavoro. Che idee abbiamo per il Trentino del futuro? Questo è il punto. Vogliamo trasformare la nostra realtà nel territorio più avanzato sul tema delle politiche di contrasto al cambiamento climatico attraverso la sostenibilità economica e ambientale? Rimettiamo in discussione l’offerta turistica? Siamo in grado di usare le nostre intelligenze e le nostre risorse per dare una risposta concreta su questo tema?».
Così si vince?
«Così si guarda avanti, e il tema è molto sentito dalle persone. Soprattutto dai giovani. È mai possibile che le piazze riempite dalle nuove generazioni siano ignorate e lasciate senza rappresentanza politica? Nonostante le piazze piene i Verdi hanno solo il 2%, c’è da riflettere su questo».