Il caso
martedì 13 Maggio, 2025
Morte di Zoe Anne Guaiti, esclusa l’infezione da latte crudo. I medici: «Non sono state trovate tracce di Stec»
di Davide Orsato
Poche parole con cui medici e tecnici dell’Apss escludono che il decesso della libraia di 39 anni in attesa di un bambino sia legato al consumo di formaggi

«Non sono state trovate tracce di Stec nelle verifiche poste a seguito della morte». Poche parole con cui medici e tecnici dell’Apss escludono che nella morte di Zoe Anne Guaiti, la libraia di 39 anni in attesa di un bambino, abbia potuto avere avuto un ruolo il consumo di latte crudo o prodotti derivati. Stec — lo sanno bene gli addetti ai lavori, la sigla è temutissima in ambito caseario —è la sigla che indica la presenza di escherichia coli produttore di Shiga tossina, quella all’origine delle infezioni, in particolare da Seu, la sindrome emolitica uremica di cui si è tanto parlato in Trentino per alcuni episodi di cronaca, soprattutto per il caso di Mattia Maestri, il bambino in stato vegetativo dal 2017, dopo aver mangiato, in malga, il formaggio a latte crudo. La vicenda è diventata, per il padre di Mattia, Gian Battista Maestri, il punto di partenza per una battaglia civile e politica, affinché il rischio dovuto all’ingestione di prodotti a latte crudo, in particolare per i bambini, sia maggiormente riconosciuto, prendendo anche maggiori precauzione con indicazioni esplicite nelle etichette dei prodotti.
E sono stati in molti, in questi giorni, ad accostare il formaggio a latte crudo alla morte di Zoe Guaiti, deceduta improvvisamente all’ospedale Santa Chiara di Trento lunedì mattina, dopo un rapido peggioramento con tanto di febbre a 40. Questo collegamento ha contribuito anche a far uscire il caso di cronaca dal Trentino. Tra le voci autorevoli che sono intervenute, sollecitate dai giornalisti, quella di Roberto Burioni, medico virologo e divulgatore che ha ribadito che il consumo di questi tipi di latticini è un rischio anche per le donne in stato di gravidanza. Ieri mattina è stata la trasmissione Mediaset Mattino 4 a fare lo stesso collegamento in un servizio dedicato. Le verifiche dell’Apss non solo, però, non confermano, ma escludono proprio questa causa, benché sull’origine dell’infezione non ci sia ancora certezza.
Non solo, sono stati gli stessi familiari di Zoe Guaiti a spiegare ai medici, che ponevano loro le domande di rito per risalire alle cause dell’infezione, che nella giornata di domenica la 39enne aveva mangiato insalata in busta, del pane e del pollo. C’era stata sì una gita in montagna (dove la donna aveva accusato i primi sintomi) ma Zoe assieme ai familiari si era portata dietro anche il pranzo al sacco, evitando però gli insaccati, sconsigliati alle donne incinta.
La versione viene confermata dalla legale della famiglia, Luna Panteca. «Non ho avuto nessuna informazione — spiega l’avvocata — su un eventuale consumo di formaggio a latte crudo, né domenica né nei giorni immediatamente precedenti. L’Apss ha prelevato dei campioni di cibo a casa e sta facendo delle valutazioni. Va anche detto che non stiamo parlando di una sprovveduta, ma di una madre di due figli, il cui marito, farmacista, ha anche delle competenze specifiche».
Mercoledì 14 maggio, alle 15, nella chiesa dell’Addolorata di Bolognano, comune di Arco, si terrà l’ultimo saluto a Zoe e a Otis, il bambino che portava in grembo. Proprio nella giornata di ieri è arrivato il nulla osta che consentirà il funerale insieme. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Trento: bisognerà però attendere per i risultati dell’autopsia che si è svolta nei giorni scorsi alla presenza di un perito di parte.
«L’unica cosa che al momento sembra certa — conclude l’avvocata Panteca — è che è morta a causa di una sepsi, di un’infezione. Cosa l’ha causata, però, non è ancora noto». In ospedale, medici e infermieri sono stati sorpresi dall’evolversi rapidissimo della malattia: una motivo in più per capire cosa può essere stato all’origine dell’infezione, per evitare che altri casi simili possano ripetersi.