Sanità

giovedì 16 Marzo, 2023

Maxi-concorso per infermieri, l’allarme di Fenalt: «Così ci sarà un esodo dalle case di riposo, il sistema entrerà in crisi»

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Il vicesegretario Moser: «Da anni Fenalt segnala l’emorragia di infermieri e operatori socio-sanitari dalle Apsp all’Apss in cerca di un contratto di tipo sanitario»

«C’è urgenza di riaprire il tavolo della contrattazione per gli operatori delle APSP dopo la pubblicazione nei giorni scorsi del maxi concorso bandito da Apss per 400 infermieri: il rischio è che il concorso svuoti di infermieri le case di riposo». A lanciare l’allarme sul possibile esodo di infermieri dalle residenze per anziani alla ricerca di condizioni economiche e lavorative migliori, è Roberto Moser, vice segretario generale Fenalt e responsabile del settore Case di riposo. Fenalt – che è il sindacato più rappresentativo nelle case di riposo – segnala da anni un lento quanto inesorabile deflusso del personale sanitario dalle Apsp verso Apss in ragione di più attrattive condizioni contrattuali.

«È noto ormai a tutti – afferma Moser – che il personale infermieristico nelle residenze per anziani non è sufficiente. Lo abbiamo detto e ripetuto in mille occasioni. Avevamo previsto il naufragio del concorso per infermieri destinati alla nuova struttura di Rovereto, la “Lucia Fontana” e puntualmente è successo. La ragione è solo una: il contratto non è attrattivo. Ora, con l’opportunità offerta da Apss, sarà il colpo di grazia». La preoccupazione di Moser nasce dal contatto diretto con gli operatori che ripongono nel bando di Apss grandi speranze per dare una svolta alla propria carriera lavorativa.

«L’unica risposta che oggi possiamo dare, per limitare i danni,- continua Moser – è aprire il tavolo contrattuale delle APSP, tavolo che tra l’altro era già stato messo in programma dall’assessora provinciale alla sanità Stefania Segnana in settembre del 2022, ma che ad oggi è ancora lettera morta. E’ urgente per la sopravvivenza delle nostre residenze per anziani riaprire il confronto sul contratto con risorse adeguate e avviare una seria riflessione sui carichi di lavoro. Non possiamo pensare che i nostri anziani possano essere abbandonati a se stessi solo perché non riescono a far sentire la propria voce. Non c’è più tempo da perdere, si rischia di chiudere APSP in giro per il Trentino, invece che aprirne di nuove!».