Valfloriana, la storia

domenica 4 Dicembre, 2022

Luca, lo chef che ha scelto la montagna: «Vivo tra baite e cucina»

di

Contarin, padovano di 51 anni, e la moglie Carmela, insegnante di tedesco arrivata da Sorrento, hanno ristrutturato un antico maso. Propongono vacanze legate al territorio

Va nella direzione opposta a quella dei tanti che la montagna la lasciano per mancanza di risorse e opportunità; quella di Luca Contarin, classe ‘71, padovano d’origine, sembra essere la scelta di chi la montagna l’ha sposata prima con il cuore e poi con la mente interiorizzando inconsapevolmente quel famoso passaggio di Hemingway: «… pensa a quello che puoi fare con quello che hai». E Luca, con quello che ha, e con quello che qui a Valfloriana ha trovato, pare proprio riuscire a fare moltissimo.
Luca è chef, da ragazzo lavora per anni in un albergo di Abano, ma il suo sogno è di avere un giorno un albergo tutto suo; si rimbocca le maniche allora, alternando al lavoro in albergo quello in ristoranti e rifugi di montagna durante la stagione invernale. Gira tanti posti in Trentino: Val dei Mocheni, Passo Manghen, Val di Fiemme. La montagna diventa «casa», conoscenti e colleghi diventano amici e lentamente l’idea di lasciare la città si fa strada. Un inverno la stagione in montagna salta e Luca trova lavoro in un ristorante vicino a Prato della valle, una delle più grandi piazze d’Europa, seconda solo alla Piazza Rossa di Mosca. Luca allora si divide tra albergo e ristorante fino a quando il ristorante diventa suo. Gli amici in montagna lo esortano a tornare «Vendi tutto e compra qualcosa quassù», gli dicono, ma Luca ha i piedi ben piantati a terra e si guarda bene dal prendere decisioni affrettate.

Nel 2011 però qualcosa cambia: vende casa e dopo averlo dato per un po’ in affitto, vende anche il ristorante e si trasferisce in Trentino per gestire la Baita Sagron Mis, una struttura comunale all’interno di un’area boschiva conservata e valorizzata dal Parco Naturale di Paneveggio-Pale di San Martino e dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
È in questo periodo che Luca conosce Carmela; lei è di Sorrento e in Trentino ci è arrivata per lavoro, per quella che sarebbe dovuta essere «una breve» supplenza alle scuole medie di Predazzo dove, nel 2008, mentre si stava laureando, l’hanno chiamata per insegnare tedesco. Luca e Carmela, si incontrano grazie ad amici in comune ma, in comune, scoprono ben presto d’avere molto altro… Sono già sposati quando insieme decidono di lasciare la Baita Sagron Mis: un progetto di Luca, che nel frattempo ha portato alla realizzazione delle prime case sugli alberi nella provincia di Trento, non trova l’appoggio sperato da parte delle istituzioni e così la coppia decide di trasferirsi, con la primogenita, a Cavalese, dove Carmela lavora.

Luca però non ha rinunciato al sogno di un albergo tutto suo e mentre Carmela cerca in rete una casa da acquistare in Val di Fiemme, trova la soluzione perfetta, casa e lavoro: Maso Valfloriana. Il maso, interamente ristrutturato, era in origine una stalla con abitazione. Il documento più antico che ne attesta l’esistenza risale alla fine del 1700 e porta in calce la firma dell’imperatore d’Austria. Rimasto chiuso per circa cent’anni, il maso è stato infine acquistato da una famiglia di Milano che l’ha ristrutturato e messo in vendita.
E qui, comincia l’ avventura di Luca e Carmela, che nella primavera del 2018 si trasferiscono al Maso, in località Barcatta, nel Comune di Valfloriana. Legno e pietra, i materiali naturali della tradizione locale, caratterizzano rivestimenti esterni e dettagli interni; tutto attorno il verde sconfinato di prati e boschi fa da cornice naturale al Maso che sembra far parte del paesaggio.
Al piano superiore, nell’appartamento interamente riscaldato dalla grande stufa con olle in maiolica, vivono loro, che oggi sono diventati quattro. Le stanze in affitto invece, tutte arredate in stile tirolese, sono cinque: camera rossa Cuori, camera Dei Cervi, camera Delle Erbe, camera Azzurra e una Suite.

Il legno qui è prezioso: Luca lo lavora, lo plasma e lo utilizza per creare nuovi oggetti; poi la taglia, la legna, e la utilizza per riscaldare i vari ambienti e soprattutto per cucinare, con la stufa economica e con il forno dove ogni giorno prepara dolci e brioches per le colazioni dei fortunati ospiti. I piatti sono quelli della tradizione trentina; canederli, spezzatino, polenta…Prodotti locali, freschi, cucinati con l’esperienza di uno chef e la cura di un padrone di casa attento ad ogni dettaglio. Ma non finisce qui: «Nel week end, amo portare i miei ospiti in baita – racconta Luca – è una baita comunale a circa 1800 metri. La sera prima porto in quota tutto il necessario per il pranzo, e il giorno dopo salgo con loro, magari con le ciaspole. Si mangia tutti insieme, si chiacchiera, ci si conosce e chi vuole può anche fare una pennichella dopo pranzo».

In estate poi, quando il tempo lo permette, Luca organizza anche qualche escursione fuori porta: «Oggi molte escursioni sono già organizzate dall’Apt, perciò ne faccio meno, ma se qualcuno ha piacere accompagno volentieri i miei ospiti a visitare le zone che sono state teatro di guerra, in montagna, su al Passo san Pellegrino, oppure qui, sul Lagorai».
Insomma la magia qui la creano Luca e la sua famiglia, e questo lo dicono e lo scrivono tutti quelli che qui hanno soggiornato e che del Maso Valfloriana apprezzano soprattutto quel clima cordiale e amichevole che Luca riesce ogni giorno a ricreare, facendo sentire tutti «come a casa», raccontando loro storie e aneddoti della terra che oggi ospita la sua famiglia e intrecciando il piacere della buona tavola con quello della buona compagnia. È il tempo che è prezioso qui, quello che Luca dedica agli ospiti, quello che si arresta nell’osservare il sole calare oltre le montagne, quello che fa tornare a una dimensione umana, dove la lentezza lascia spazio al pensiero e alla parola.
«Ora scusami ma devo andare», dice Luca mentre termina la chiacchierata: «Le bambine sono appena tornate da scuola e dall’asilo e io sto insegnando loro a preparare i Bretzel fatti in casa».