I dati

martedì 16 Aprile, 2024

L’Europa chiede case green entro il 2035. In Trentino ce ne sono 10mila, ma vanno riqualificate 21mila abitazioni

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Servono 5 miliardi. Con i bonus edilizi, 10% in meno di consumi energetici annui

I lavori di riqualificazione energetica degli edifici sostenuti dal Superbonus 110%, oggi drasticamente ridotto nella misura e nelle modalità dell’agevolazione, hanno coinvolto in Trentino oltre 9.200 immobili, di cui quasi 9.000 con i cantieri conclusi. Il valore complessivo degli investimenti ammessi a detrazione, al marzo 2024, è pari a 2 miliardi 300 milioni di euro. Gli interventi realizzati – cappotto, pompe di calore, sistemi fotovoltaici e tanto altro – portano ad un risparmio energetico di circa 400 milioni di chilowattora l’anno. A questo vanno aggiunti gli interventi di risparmio energetico finanziati ormai da più di dieci anni con l’ecobonus al 50 e al 65%, e ancora di più nel caso dei condomini: in provincia di Trento parliamo di oltre 500 milioni di investimenti complessivi e 300 milioni di chilowattora di risparmi annui. In tutto gli interventi sulle case green in Trentino riguardano oltre 10mila edifici, valgono 2,8 miliardi e portano a risparmiare 700 milioni di chilowattora, più del 10% dei consumi energetici annui. Ma quanto siamo in linea con la nuova direttiva case green appena varata dal Consiglio dell’Unione Europea? La direttiva, frutto di un compromesso rispetto alle prime versioni, punta a ridurre progressivamente le emissioni di anidride carbonica – climalteranti – del parco immobiliare europeo e a raggiungere l’obiettivo della totale decarbonizzazione entro il 2050. In pratica, il consumo di energia degli edifici residenziali deve essere ridotto del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Per ottenere questo risultato, bisogna ristrutturare almeno il 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. In Trentino, secondo gli ultimi dati pubblicati da Odatech, l’organismo di certificazione energetica, aggiornati al primo trimestre di quest’anno, gli edifici di classe E, F e G, cioè gli immobili più energivori, sono il 39,8% del totale, in calo rispetto al 2021 quando erano oltre il 40% (Il T del 20 febbraio). Gli immobili a maggior consumo di energia sono meno di 50mila dai quasi 52mila di tre anni fa: 2.000 in meno, mentre aumentano quelli più green di classi A e B. Degli edifici con le prestazioni peggiori, la direttiva chiede di riqualificarne 21mila in dieci anni. Ridurre i consumi energetici del 20-22% significa spendere intorno ai 5 miliardi. Solo che per mantenere il ritmo di 2.000 edifici riqualificati ogni anno servirebbero incentivi importanti come gli ecobonus edilizi. Che invece sono in via di drastico ridimensionamento.
I conti degli ecobonus
Al 31 marzo di quest’anno gli edifici trentini su cui si sono conclusi o sono in corso interventi finanziati dal Superbonus sono circa 9.200, di cui 4.800 condomini, più di 3.000 edifici unifamiliari e oltre 1.200 unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Come sempre gli investimenti dei condomini sono la quota maggiore, l’80% circa pari a 1,8 miliardi su 2,3. Tra i principali interventi, quelli sull’involucro come il cosiddetto cappotto, gli impianti green, soprattutto caldaie a condensazione e pompe di calore, i collettori solari, gli impianti fotovoltaici, i sistemi di accumulo. Per quanto riguarda i bonus di risparmio energetico, attivi da molti più anni, il totale degli investimenti trentini supera i 510 milioni. Con questi interventi, tante case, almeno diecimila, hanno cambiato classe energetica. Le classi energetiche vanno dalla A alla G in ordine decrescente di sostenibilità. Le classi A e B sono considerate green, le classi C e D hanno consumi ancora sostenibili ma al limite, le classi E, F e G sono quelle con le prestazioni energetiche peggiori. Naturalmente non tutti gli interventi riguardavano edifici delle classi peggiori, ci sono stati anche molti passaggi di classe tra i livelli superiori.
Più edifici sostenibili
Di sicuro negli ultimi anni gli immobili trentini di classe A e B sono aumentati e di parecchio. Tra il 2020 e il 2021 le certificazioni energetiche di classe A, A+, B e B+ rilasciate dagli organismi competenti erano il 13% del totale. Nel 2022 sono salite al 17% e nel 2023 al 22%. Ormai più di un quinto delle nuove certificazioni riguarda edifici a basso consumo energetico. Viceversa, cala la quota delle certificazioni delle classi peggiori, ma non abbastanza, perché gli interventi di riqualificazione energetica spesso riguardano immobili delle classi di mezzo: nel caso del Superbonus veniva esplicitamente chiesto che gli interventi portassero ad un miglioramento di due classi energetiche, spesso dalla C e dalla D alla A e alla B. Secondo i dati raccolti da Odatech, dal 2010 ad oggi il totale delle certificazioni in Trentino si distribuisce in questo modo: il 14% sono di classe A e B, poco più del 46% di classe C e D e meno del 40% di classe E, F e G. Il grosso delle certificazioni continua ad interessare il residenziale, ma c’è anche una quota di non residenziale.