Cambiamenti climatici

domenica 17 Settembre, 2023

Legambiente: «Scioglimento dei ghiacciai, sette azioni per una gestione europea»

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Concluso il viaggio fra i ghiacciai, l'associazione lancia il suo manifesto. Il Mandrone (Adamello) ha perso una superficie pari a 70 campi da calcio dal 2015 ad oggi

«L’emergenza climatica non è una visione di parte, a cui si chiede di aderire, bensì una condizione oggettiva, che non si può ignorare». Con queste parole, in occasione della chiusura della Carovana dei ghiacciai 2023 e della pubblicazione del suo bilancio, Legambiente ha lanciato il «Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse», contenente sette azioni a livello internazionale per una governance dei ghiacciai e delle risorse idriche.

«La crisi climatica non conosce confini»
Il manifesto è stato presentato in anteprima durante il convegno internazionale tenutosi a Salecina (Majola, Svizzera) durante l’ultima tappa della carovana. Il convegno ha visto la partecipazione di esperti glaciologi di tutti i Paesi alpini, che hanno portato esperienze e dati scientifici per offrire insieme un quadro complessivo sulla situazione attuale delle risorse glaciali alpine.
«La crisi climatica non conosce confini, così come il ritiro dei ghiacciai, fenomeno che coinvolge l’intero arco alpino – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente –. Da questi presupposti nasce la proposta, condivisa con esperti provenienti da tutti i Paesi alpini, di una governance europea dei ghiacciai. Il manifesto presentato rappresenta il primo passo per mettere in campo efficaci misure per rallentare il fenomeno, attraverso concrete politiche di mitigazione e urgenti azioni di adattamento per fronteggiare le conseguenze già oggi evidenti, a partire dalle risorse idriche fino al rischio idrogeologico, che ne derivano. Dobbiamo essere consapevoli che quanto sta succedendo in alta quota coinvolge anche il territorio a valle. Quindi per affrontare il fenomeno del ritiro dei ghiacciai alpini, non ci si deve limitare solo alle aree di montagna: servono politiche a scala molto più ampia».

Ghiacciaio per ghiacciaio

Nel corso della carovana, il gruppo di attivisti, ricercatori e sostenitori ha potuto osservare le condizioni drammatiche in cui versa la criosfera alpina. Sono partiti dal Ghiacciaio del Rutor (Valle d’Aosta) che dal 1865 ad oggi ha registrato una perdita di superficie di circa 4 chilometri quadrati, di cui 1,5 chilometri quadrati negli ultimi cinquant’anni. La superficie del Belvedere (Piemonte) dagli anni Cinquanta ad oggi si è ridotta del 20 per cento e ha perso fino a circa 60 metri di spessore negli ultimi 10 anni (pari a un edificio di 20 piani). Il Dosdè Est (Lombardia) dal 1932 si è ritirato di oltre un chilometro e ha perso il 47 per cento della sua superficie, con una perdita media di 1,6 ettari (equivalenti a circa 2,5 campi da calcio) all’anno. È toccato poi al ghiacciaio del Mandrone (in Trentino -Alto Adige) che dal 2015 ad oggi ha registrato una perdita di 50 ettari di superficie (pari a 70 campi da calcio) e poi, oltre confine, in Austria, al ghiacciaio Ochsentaler che dal 1850 ad oggi è arretrato di circa 2.400 metri. Infine, la carovana si è conclusa in Svizzera con il ghiacciaio del Morteratsch che dal 1878 ad oggi è arretrato di quasi tre chilometri, perdendo 23 metri solo nel 2022.

Il manifesto

Legambiente, con questo manifesto, intende porre l’attenzione sulla tutela della criosfera planetaria, i ghiacciai, le calotte glaciali, ma anche la neve, il ghiaccio marino e il permafrost, parti più sensibili dell’ambiente planetario, e sul loro impatto consistente sul nostro ambiente e sulla nostra società. Infatti, la riduzione e l’esaurimento di queste risorse naturali rischiano di danneggiare la nostra sicurezza, l’economia e l’ambiente. Inoltre, in montagna a queste perdite di risorse si somma una serie di rischi connessi: instabilità glaciale, frane, colate detritiche sono ormai riconosciute come una delle evidenze più esplicite delle trasformazioni guidate dall’effetto del riscaldamento globale.
«A partire dalle aree transfrontaliere che condividono le stesse unità ecologiche funzionali è necessario capire in che modo la governance e la gestione dei ghiacciai europei devono tener conto dei cambiamenti climatici – si legge nel manifesto –. Inoltre, in quanto i ghiacciai costituiscono un archivio naturale di dati e proxy climatici e ambientali, occorre chiedersi come gli impatti futuri sulla massa glaciale possano accelerare la perdita delle informazioni sul passato in essa custodite e ancora, come misurare l’evoluzione dei ghiacciai e costruire modelli in grado di migliorare, a partire dalla dinamica glaciale, la comprensione dei cambiamenti climatici e ambientali e contribuire direttamente a prevedere il futuro della regione alpina».
Il manifesto, sottoscritto da rappresentanti del mondo scientifico e dell’attivismo, tra cui Cipra talia e Protect our winters Italia, identifica sette azioni da cui partire per una governance condivisa dei ghiacciai, tra cui l’istituzione di contesti di confronto tra amministratori regionali e locali, gruppi di ricerca, associazioni e imprese, per stimolare una nuova governance basata sulle conoscenze tecniche e scientifiche e sulle specificità del luogo; la spinta per orientare le scelte dell’Unione europea legate alla tutela degli ambienti glaciali; la costruzione di un sistema europeo di monitoraggio del rischio criosferico.