Bambini

giovedì 16 Marzo, 2023

Le «gigantesse», eroine con i super poteri

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Daria Akimenko è un po’ una maga. Sì, perché con le forbici, con la matita e addirittura con il caffè sa creare disegni e poesie da guardare e da leggere, come le sue «donne dell’altro mondo»

Bambine e bambini, che bello ritrovarvi! Sono già emozionata, perché oggi vi voglio presentare un’artista che amo molto. Lei si chiama Daria Akimenko e secondo me è un po’ una maga. Sì, perché con le forbici, con la matita e addirittura con il caffè sa creare disegni e poesie da guardare e da leggere. Fino all’1 aprile, grazie all’associazione culturale Lasecondaluna, potrete andare a vedere la sua mostra a Laives nella sala espositiva in via Pietralba. È una mostra veramente speciale, perché parla di temi molto importanti: parla di femminile, di corpo, di stare a nostro agio dentro e fuori di noi. Il titolo ci racconta già tanto: Otherwoerdly Women, che si traduce in italiano con «donne dell’altro mondo». Ma chi sono le donne dell’altro mondo? Di che mondi parla Daria? Le sue donne sono donne di tutti i giorni, sono come la tua mamma, come tua sorella, tua nonna o tua zia, sono come me. Sono donne che vogliono prendere lo spazio che meritano, vogliono essere ciò che sono senza paura del giudizio o di non andare bene a qualcuno. Sono donne che a un certo punto si trasformano in «gigantesse», come le chiama l’artista, cioè in donne giganti, a volte un po’ stanche ed esauste, ma anche con tanta voglia di far vedere al mondo quanta forza nascondono dentro di sé. Le sue gigantesse sono molto sagge e ci mostrano come tra noi e la natura che ci circonda non ci siano barriere: nascono dal paesaggio, sono tutt’uno con l’ambiente, nascono da un fianco di una montagna, da una nuvola, da un lago. Sono un po’ delle eroine e il loro super potere è la «sorellanza», il volersi aiutare l’una con l’altra. Mi piace raccontarvelo, perché anche questa mostra in un certo senso è nata da un atto di sorellanza, perché è stata curata da un’altra donna che si chiama Margherita Cestari. Vi starete chiedendo: «Ma cosa significa curare una mostra?» Avete proprio ragione a chiedervelo, perché se ne parla tanto, ma non è così facile capire cosa vuol dire. Tutto il significato, secondo me, si nasconde nella parola «cura»: una curatrice o un curatore non fa altro che prendersi cura delle opere e del pensiero dell’artista di cui organizza la mostra per cercare di far emergere al meglio il loro significato. Decide quali opere esporre e come. Margherita assieme a Daria ha deciso di trasformare le pareti delle stanze in collage giganti. Tra le sue gigantesse infatti troverete le parole formato gigante dei suoi collage, parole che l’artista ritaglia dai giornali e dalle riviste e compone per creare delle poesie.
Adesso un gioco per voi, da fare prima di andare a vedere la mostra. Vi ho detto che per Daria non c’è alcun confine tra le sue gigantesse e i paesaggi che la circondano. Voi avete un paesaggio del cuore? Forse la vista dalla vostra cameretta? Una montagna? Un prato? Una spiaggia in cui state proprio bene? Provate a trovare una fotografia di questo posto o se potete scattatene una nuova. Adesso provate a immaginare se nel vostro paesaggio si nasconde qualcosa che vedete solo voi: sono giganti? Animali fantastici? Città del futuro? E se invece provaste a fare lo stesso con la tazza del caffè della mamma, del papà o di qualcuno che conoscete che beve il caffè? Daria ogni volta che finisce di bere il caffè guarda dentro la tazza e prova a vedere se si nasconde qualcosa di fantastico tra le macchie. Poi non contenta prende il caffè rimasto e lo usa per i suoi disegni! Io ve l’ho detto che è un po’ una maga!