Bambini

mercoledì 21 Dicembre, 2022

La tregua di Natale durante la Prima guerra mondiale

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Il 24 dicembre 1914 in alcune trincee del Belgio avvenne un fatto incredibile: un cessate il fuoco spontaneo

Oggi, qualche giorno prima di Natale, voglio scrivervi di una storia accaduta più di 100 anni fa: è vera, ma poco conosciuta e raccontata. Era il 1914, il 24 dicembre, e c’era la guerra, la Prima Guerra Mondiale, una guerra che si combatteva soprattutto in trincea. Veniva infatti scavata questa fitta rete di fossati e camminamenti, più o meno riparati, necessari ai soldati per spostarsi in maniera più sicura. Nelle trincee vi erano delle postazioni di osservazione del nemico e delle postazioni di tiro, da cui si poteva sparare all’avversario. I soldati vivevano lunghissimi periodi dentro le trincee, anche con il gelo e la neve, sparandosi addosso da una parte all’altra del fronte. La Notte di Natale del 1914 in alcune trincee del Belgio avvenne un fatto straordinario, quasi impensabile. Una tregua: un cessate il fuoco spontaneo, senza che nessuno l’avesse ordinato. Pare che già alcuni giorni prima di Natale alcuni soldati avversari tedeschi, inglesi e francesi avessero iniziato ad urlarsi reciprocamente degli auguri da una trincea all’altra e a scambiarsi canzoni tradizionali finché non cominciarono a uscire allo scoperto per incontrarsi nella terra di nessuno (lo spazio tra le trincee nemiche). Si parlavano, si stringevano la mano e si scambiavano piccoli doni, cibo, bottoni delle divise, tabacco o semplicemente ricordi di casa. Seppellirono i morti e celebrarono una messa; e pare che poi avessero persino organizzato delle improvvisate partite di calcio. Questo evento venne raccontato in lettere spedite ai famigliari; molte furono distrutte per cancellare la memoria di questo fatto che non fu preso bene dagli Stati Maggiori di entrambe le parti perché nessuno aveva dato l’ordine di un cessate il fuoco. Alcune vennero perse o distrutte accidentalmente. Altre rimasero e raccontavano cose come queste:
«Mentre osservavo il campo ancora sognante, i miei occhi hanno colto un bagliore nell’oscurità. A quell’ora della notte una luce nella trincea nemica è una cosa così rara che ho passato la voce. Non avevo ancora finito che lungo tutta la linea tedesca è sbocciata una luce dopo l’altra. Subito dopo, vicino alle nostre buche, così vicino da farmi stringere forte il fucile, ho sentito una voce, (…) un saluto mai sentito in questa guerra: “Soldato inglese, soldato inglese, buon Natale!” ».
«Davvero avresti stentato a credere che eravamo in guerra. Eravamo lì, parlando insieme ai nemici. Sono proprio come noi: hanno madri, fidanzate, mogli che aspettano il nostro ritorno a casa. E pensare che fra qualche ora ricominceremo a spararci addosso di nuovo».
Questo, a dire il vero, non fu l’unico episodio di tregua; soprattutto nei primi mesi della guerra accadeva che i soldati fraternizzassero o permettessero almeno di recuperare i morti nella terra di nessuno. Ma quello della vigilia di Natale del 1914 è l’episodio in assoluto più significativo.
I fatti di quella notte hanno ispirato il film Joieux Noel-Una verità dimenticata dalla storia, un film natalizio poco trasmesso ma una vera storia di pace e umanità di cui avremmo molto bisogno. Questo film non è però adatto ai bambini, lo potrai guardare quando sarai un po’ più grande. Esiste però uno scritto, purtroppo solo in lingua inglese, dedicato ai bambini dai 9 anni: The Christmas truce di Aaron Shepard. È la lettera di un soldato che si ispira a questa storia e si conclude così:
«E insomma, sorella mia, c’è mai stata una vigilia di Natale come questa nella storia? Per i combattimenti qui, naturalmente significa poco purtroppo. Questi soldati sono simpatici, ma eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. (…) Ma che succederebbe se i nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre? Tutte le nazioni dicono di volere la pace. Eppure in questa mattina di Natale, mi chiedo se lo vogliamo abbastanza» .