L'editoriale
giovedì 31 Luglio, 2025
La lettura e quel suo potere trasformativo
di Flaviano Zandonai
Spesso concepita come attività individuale, può essere un motore di innovazione sociale

La lettura è solitamente rappresentata come un’attività individuale, spesso legata a una ricerca di intimità e di separazione dal mondo che ci circonda anche per recuperare la concentrazione necessaria. Eppure leggere è, o può essere, un fatto collettivo che assume addirittura una valenza trasformativa, di cambiamento. Una specie di eversione rispetto a un contesto che ci spinge, grazie anche a supporti digitali ubiqui che producono scariche di notifiche, alla disattenzione. E questa disattenzione, spesso intenzionalmente progettata, impedisce o rallenta il formarsi di quelle opinioni e conoscenze di base che consentono di decodificare un mondo complesso come quello attuale. La «pubblica opinione», cardine delle democrazie liberali, si trasforma così in un’arena popolata da bolle di posizioni inconciliabili che, alla fine, cede a soluzioni semplificate e preconfezionate rispetto alle quali può e vuole esercitare un controllo scarso o nullo.
Di come la lettura in comunità possa generare una conoscenza generatrice di innovazione sociale parla un saggio di Chiara Faggiolani «Libri insieme» che è stato recentemente presentato nell’ambito del «Patto per la lettura» promosso dal Comune di Rovereto. Un’iniziativa a cui hanno aderito scuole, librerie, biblioteche, associazioni per cercare di dare vita a quello che si definisce un ecosistema di relazioni in grado di promuovere nuove attività e iniziative capaci di cambiare, in positivo, città e territorio.
La lettura, in quest’ottica, non è tanto il fine ma piuttosto il mezzo che consente di affrontare le principali sfide di questa fase storica e che riguardano, in termini generali, nuovi modelli e capacità di cura verso noi stessi, gli altri e quell’ambiente che non semplicemente «ci circonda» ma che è parte integrante del nostro essere. E se, per ragioni diverse, queste sfere interdipendenti di vita individuale, collettiva e di contesto sono infragilite la risposta non potrà che essere di sistema. Un approccio di benessere e salute che si caratterizzerà quindi per essere onnicomprensivo non solo a livello di concezione ma come capacità di prevedere diverse modalità di risposta: sociale, medicale, culturale, spirituale.
La conoscenza che serve per affrontare sfide come quelle delineate presenta caratteristiche per molti versi peculiari. Richiede metodo naturalmente, ma in questo caso attraverso rituali che consentono alle persone di ritrovarsi e interagire non solo attraverso scambi di convenienza ma su base donativa e di reciprocità, senza attendersi quindi un tornaconto immediato ed equivalente rispetto ad attese rappresentate da bisogni e interessi. Questo metodo associativo richiede inoltre di riappropriarsi di una risorsa oggi molto limitata perché soggetta a forme di espropriazione continua e cioè il tempo.
Un tempo liberato che permette alle persone di assumere le fattezze di una comunità che sa agire sulla base di desideri comuni che provano a superare con intenzionalità e visione le difficili condizioni sociali, economiche e politiche attuali. In sintesi, come sostiene l’autrice del libro, la lettura come pratica comunitaria consente di riscaldare conoscenze altrimenti irrigidite nel loro rigore scientifico riuscendo a metterle in azione come cornici di senso per avanzare in quelle transizioni ambientali, tecnologiche, sociali nelle quali rischiamo di rimanere impantanati. Tutto questo però genera una sfida anche per queste pratiche ovvero diffondersi e rendersi sostenibili. Ecco perché in un paese che legge sempre meno uno slogan come quello roveretano «leggere insieme: tutti, sempre e ovunque» riassume un patto dai contorni rivoluzionari.