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venerdì 17 Marzo, 2023

Il risveglio del sole sul lago di Molveno

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Questo fine settimana andiamo insieme in Paganella, a curiosare tra uno dei borghi più belli d’Italia, San Lorenzo Dorsino, e a camminare tutt'attorno allo scrigno d’acqua

Care amiche e cari amici della Giostra, eccoci con un nuovo itinerario alla scoperta dei luoghi più belli ed emozionanti del Trentino! Questo fine settimana andiamo insieme in Paganella, a curiosare tra uno dei borghi più belli d’Italia, San Lorenzo Dorsino, e a camminare tutt’attorno al lago di Molveno. Le tiepide giornate di fine inverno, infatti, invogliano a passeggiare, soprattutto nelle ore più calde, per riscoprire il risveglio del sole che piano piano ritorna a scaldare viso e mani finalmente liberi da guanti e sciarpe. Ma attenzione! Non fatevi ingannare dal sole, perché il freddo non è ancora finito, ed è ancora troppo presto per lanciarsi, con un tuffo, nell’azzurro di questo magnifico lago alpino, il più grande bacino naturale situato al di sopra degli 800 metri e il più profondo del territorio trentino. Anche il poeta Antonio Fogazzaro rimase sorpreso dalla sua bellezza, definendolo «gemma purissima in superbo scrigno». Le acque di questo lago sono purissime perché provengono dalle montagne circostanti, qui vi abitano diverse specie di pesci di acqua dolce come il persico, la trota marmorata, la carpa, la tinca e il salmerino. Attorno al lago, con un po’ di fortuna, si possono scorgere anche animali selvatici come lepri, camosci e caprioli. Quindi, armatevi di buone scarpe per camminare attorno al lago lungo i dodici chilometri (ci vorranno circa tre ore), e godetevi questa semplice passeggiata ad anello tutta in piano, ricca di splendidi scorci e panorami. Pronti? Il nostro giro inizia da Molveno, nei pressi della chiesetta di San Vigilio, girate a destra e scendete al lago. La partenza è dal campeggio in direzione Ponte Romano di Mezzolago, un antico ponte in pietra, immerso tra la vegetazione, che si trova in quella che è conosciuta come Strada dei Marocchi, antica via romana. Dal Ponte Romano, in uno stretto anfratto roccioso, si può ammirare anche una cascata: è il salto nel lago del tratto finale del rio Ceda. Si prosegue per i Fortini di Napoleone (si chiamano «di Napoleone» ma furono eretti dall’esercito austriaco per respingere l’esercito francese agli inizi del 1800), dove sorge l’omonima baita. Qui potete fare una sosta golosa a base di piatti tipici e ammirare quello che rimane di queste costruzioni realizzate tra il 1796 e il 1801 per contrastare le invasioni dell’esercito napoleonico che per due volte passò da Molveno nel corso delle incursioni in Trentino. I cinque fortini sono distribuiti in prossimità del promontorio Doss del Corno e furono utilizzati non solo per arginare l’invasione napoleonica nel XVIII secolo, ma anche durante la Prima Guerra Mondiale come postazioni d’artiglieria e alloggio per una compagnia e mezza di fanteria quando l’esercito austriaco decise di inserire Molveno nella linea difensiva Trento-Predazzo. Il collegamento era strategico in quanto permetteva di raggiungere velocemente la val di Non attraversando la valle dello Sporeggio. Le prime trincee in realtà vennero realizzate sul dosso di Mezzolago nel 1703, nell’ambito della guerra di successione spagnola contro i francesi da sud. Proseguendo la camminata si arriva fino alla fine del versante occidentale del lago per poi imboccare il sentiero panoramico lungo la riva orientale. Si torna a Molveno passando per il sentiero Re dei Belgi e il laghetto di Bior attraversando il ponte di Bior. Interessante anche il giro a San Lorenzo Dorsino, piccolo borgo tra i più belli d’Italia e famosissimo anche per la cìuiga, salume affumicato tipico trentino, preparato con rape e carne di maiale, buonissimo da mettere nel panino, e presidio Slow Food. Nato dalla fusione di sette antichi feudi, San Lorenzo Dorsino è immerso nel verde del parco naturale Adamello Brenta. Il borgo rurale si trova ai piedi della val d’Ambiez, e vale davvero una visita perché i suoi sette antichi feudi (le sette ville) hanno conservato intatta la loro identità. Passeggiando nel borgo troverete che ogni contrada ha la propria cappella, il proprio Santo e le proprie usanze, come tanti piccoli villaggi in un unico paese.