Economia
mercoledì 16 Luglio, 2025
Il crac dell’impero Benko: 140 aziende insolventi e 30 miliardi di indebitamento
di Francesco Terreri
Fra le imprese coinvolte anche quelle del bolzanino Hager, accuse di reati per un danno complessivo da 300 milioni

La Procura della Repubblica per gli affari economici e la corruzione di Vienna (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft Wksta) annuncia l’apertura di un procedimento penale per bancarotta fraudolenta nei confronti di René Benko, ex miliardario e fondatore del gruppo immobiliare Signa, indagato anche nell’inchiesta Romeo della Procura di Trento. L’atto di accusa è stato depositato presso il Tribunale Regionale di Innsbruck.
In particolare la Procura accusa Benko «di aver impedito o ridotto il soddisfacimento dei crediti dei creditori nell’ambito della sua insolvenza come imprenditore individuale, presumibilmente accantonando beni. Ciò riguarda in particolare un anticipo di affitto e spese di gestione pari a circa 360.000 euro per l’affitto di un’abitazione, economicamente e oggettivamente irragionevole, e una donazione di 300.000 euro ai parenti». Il risarcimento danni presunto, si legge nel comunicato, «ammonta a circa 660.000 euro. La pena è la reclusione da uno a dieci anni». Secondo la Süddeutsche Zeitung, il processo potrebbe iniziare già in settembre. Siamo però solo all’inizio delle accuse al magnate austriaco, su cui la Wksta sta indagando con il supporto dell’Unità investigativa speciale dell’Ufficio federale di polizia criminale (Soko Signa). Le indagini comprendono anche altri presunti reati, con un danno complessivo stimato intorno ai 300 milioni di euro, e riguardano anche altre persone a vario titolo coinvolte nelle presunte operazioni fraudolente. Benko e altri soggetti non identificati sono sospettati, tra l’altro, di aver fatto passare investimenti degli azionisti in un aumento di capitale come propri fondi, di aver richiesto in modo fraudolento aiuti Covid-19 dichiarando falsamente che uno chalet operasse come hotel, di aver utilizzato in modo improprio fondi provenienti da un fondo sovrano, concessi come prestiti per un progetto immobiliare a Monaco di Baviera.
Benko, che si trova in custodia cautelare a Vienna da oltre cinque mesi, respinge tutte le accuse a lui rivolte. Ma inchieste sull’ex magnate sono in corso anche in Germania, in Liechtenstein, in Svizzera, oltre che a Trento, dove ci avviciniamo alla fase finale delle indagini preliminari. Nei mesi scorsi dalla Direzione distrettuale antimafia di Trento è partito un Ordine europeo di indagine che ha consentito alla Procura di partecipare a perquisizioni e investigazioni in Austria su Benko e altri indagati nell’inchiesta Romeo.Intanto l’impero Benko continua a crollare: sono ormai oltre 140 le aziende a vario titolo collegate al gruppo Signa che sono sottoposte a procedure di insolvenza, ristrutturazione del debito o liquidazione. L’indebitamento complessivo si aggirerebbe intorno ai 30 miliardi di euro e numerosi immobili e cespiti di proprietà sono già stati alienati ai creditori. Tra le aziende insolventi, spuntano anche società dove ha un ruolo rilevante il commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, a sua volta indagato nell’inchiesta Romeo.
Il 10 ottobre 2023 Museum, la principale società di partecipazioni di Hager, acquisisce il controllo di Laura Retail Management, sede a Innsbruck, dall’azionista precedente, la Fondazione Laura, Laura Privatestiftung, ufficialmente in capo alla madre di Benko e di cui all’epoca Hager era amministratore delegato (si è dimesso nel dicembre 2024). Laura Retail Management, che non ha più pubblicato bilanci dopo il 2022, partecipa a Signa 2022 Retail Eih Management e a Signa Retail Management, entrambe messe in liquidazione lo scorso 29 maggio. Si tratta di società della galassia Signa Retail, colosso da oltre 2 miliardi di euro di fatturato e 1,1 miliardi di debiti finito in insolvenza già l’anno scorso. La Fondazione Laura, precedente proprietaria della Laura Retail Management, è sospettata, come altre fondazioni che ruotano intorno all’ex impero Benko, di essere lo strumento per occultare beni che avrebbero dovuto essere destinati al rimborso dei creditori. Tra le altre fondazioni «di famiglia», c’è la Arual Stiftung di Vaduz in Liechtenstein: Arual, cioè Laura al contrario. Secondo il maggiore quotidiano austriaco, il Kronen Zeitung, Hager faceva parte del consiglio consultivo di questa fondazione. E sarebbe Arual Stiftung, tramite società in Svizzera e in Lussemburgo, l’effettiva proprietaria della splendida Villa Ansaldi a Sirmione, già ufficio di rappresentanza di Signa Holding in Italia e nei giorni scorsi teatro dell’asta dei beni appartenuti a Benko (Il T del 18 giugno).
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