Il caso

mercoledì 21 Febbraio, 2024

Il caso del concorso per direttori, niente stralcio la Provincia tira dritto

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Licenziato il testo della variazione di bilancio in cui è contenuto l’articolo. Pallanch: «È un pasticcio». Degasperi: «A pagare saranno i dipendenti». Zanella(Pd): «Daremo battaglia in aula»

Non sono bastati gli appelli della politica e dei sindacati né le denunce a mezzo stampa per modificare l’articolo 4 del disegno di legge di variazione di bilancio provinciale, quello relativo al concorso per direttori nella pubblica amministrazione provinciale e che riserva un 15% di posti ai sostituti direttori nominati discrezionalmente dalla giunta. Il testo è stato licenziato martedì dalla prima commissione senza alcuno stralcio o rimodulazione dell’articolo come era stato chiesto sia dai sindacati sia dalle opposizioni. Sarà quindi l’aula del Consiglio il luogo dove si cercherà un ulteriore mediazione per un concorso che Giuseppe Pallanch, segretario trentino della Cisl Funzione Pubblica, non esita a definire «un gran pasticcio».
L’antefatto
Sul «T» del 9 febbraio avevamo spiegato che il concorso contestato, presente come articolo 4 del ddl di variazione di bilancio, è un bando «per titoli ed esami per l’accesso alla qualifica di direttore di ufficio per un numero massimo di posti pari all’80 per cento degli uffici vacanti alla data di entrata in vigore della presente legge». Il ddl specifica che «la selezione avviene attraverso procedure comparative che tengono conto dell’esperienza professionale maturata, dei titoli professionali, di studio o di specializzazione ulteriori rispetto a quelli previsti» normalmente dalla legge provinciale sul personale per questo genere di concorsi, e questa è una prima nota dolente per chi critica. Si tratta poi di un bando in cui è previsto che « Una quota non superiore al 30 per cento dei posti è riservata al personale in servizio in Provincia», ma soprattutto che «una quota non superiore al 15 per cento è riservata al personale in servizio a tempo indeterminato in possesso dei requisiti di accesso alla qualifica di direttore d’ufficio che abbia maturato almeno un anno di sostituzione su un ufficio vacante»Questo perché i «sostituti direttori», le figure a cui viene riservato questo 15% delle quote, sono delle figure nominate in maniera discrezionale direttamente dalla giunta provinciale. Sostituti che dovrebbero occupare il posto vacante solo il tempo di organizzare il concorso, ma che spesso rimangono in carica per più anni. Attualmente i sostituti direttori, che ricevono per questa carica un’indennità specifica, sono più di 80 nell’amministrazione provinciale, una cifra vicina al 50% dei direttori in servizio.
Il voto in commissione
Proprio per questo motivo sindacati e opposizioni chiedevano uno stralcio del concorso o quanto meno di prevedere, con un emendamento, criteri diversi di selezione. «Ho provato a spiegare che riservare il 15% delle quote a sostituti direttori nominati con una legge che di fatto non contempla requisiti di merito non fosse equo, ma hanno deciso di tirare dritto» commenta il consigliere provinciale del Pd, Paolo Zanella. L’articolo è stato approvato con 5 si e 3 no (Zanella, Demagri, Franzoia). Il paradosso, secondo Zanella è quello che è successo dopo. «Ho annunciato che era nostra intenzione presentare un emendamento in aula per modificare la legge sul personale per limitare questo fenomeno dei sostituti direttori – racconta Zanella – Dalla giunta mi hanno risposto che anche loro intendono presentare un emendamento in merito. Cioè da una parte riconoscono che la legge è problematica e dall’altra fanno un concorso che premia le nomine fatte in questo modo».
Verso l’aula
Secondo Filippo Degasperi, consigliere provinciale di Onda, era inevitabile che la Provincia tirasse dritto. «Dopo la sentenza del tribunale del lavoro che ha ritenuto illegittima una di queste nomine – spiega Degasperi – Rischiavano che franasse tutto il sistema di nomine fiduciarie che avevano costruito». Degasperi si riserva di agire in aula. «Vedremo cosa si può fare, a me dispiace per il personale che viene messo in mezzo. Quando ci si affida alla discrezionalità a farne le spese sono tutti i lavoratori, anche quelli meritevoli». «Noi ci riserviamo di arrivare in aula con un emendamento di modifica per i posti riservati», annuncia Zanella. Fuori o dentro il consiglio si faranno sentire anche i sindacati. Cgil, Cisl e Uil anche in corso di audizione avevano chiesto lo stralcio o la modifica del concorso. «È proprio un pasticcio – commenta Pallanch – Noi abbiamo una proposta alternativa, che prevede anche una graduatoria così da far fronte ai pensionamenti dei prossimi anni. Dispiace che ancora una volta la Provincia tiri dritto e non si confronti con i sindacati per portare avanti una visione condivisa. Noi non ci fermiamo, continueremo a dare battaglia».
Il resto della discussione
Il resto della discussione di un ddl di variazione relativamente limitato ha portato alla bocciatura dell’emendamento proposto da Zanella che chiedeva di non permettere gli sgravi imisi per chi affitta ai turisti. Approvato invece l’articolo 10 sulla trasformazione degli alberghi dismessi in foresterie. Proposta che era stata promossa dalle categorie economiche, ma bocciata dai Comuni che temono speculazioni immobiliari. Spinelli ha garantito un aggiornamento della norma, per stringere i vincoli di utilizzo degli immobili.