L'adunata
sabato 10 Maggio, 2025
Gli alpini trentini a Biella, le prime immagini Frizzi (Ana): «Senza leva, problema ricambio»
di Patrizia Rapposelli
Il turno delle penne nere tridentine è atteso per le 12.30 di domenica nel capoluogo piemontese
«Il volontariato è una bandiera che non ci lascia mai. L’adunata è una festa di popolo, l’occasione per ritrovare l’unità nella diversità del nostro Paese, un momento per riflettere sulla storia, sull’oggi e sul futuro condiviso che vorremo e sapremo costruire». Le parole del presidente della sezione degli alpini di Trento, Paolo Frizzi che insieme a nove mila penne nere trentine si appresta a festeggiare la 96esima edizione dell’adunata nazionale degli alpini, a Biella. Ieri sono partiti i vertici e la fanfara della sezione di Trento, un centinaio in tutto. Domenica, invece, al via della sfilata, le penne nere trentine saranno nove mila. Quest’anno, complice il calendario e la città ospitante, per gli alpini il raduno nazionale sarà anche l’occasione per rinsaldare rapporti di amicizia sorti nelle difficoltà: prima di sfilare a Biella, infatti, il presidente della sezione Paolo Frizzi con una delegazione di penne nere e di amministratori, con il sindaco di Trento Franco Ianeselli in testa, si tratterranno a Canelli, nell’Astigiano, per ricordare il trentennale della devastante alluvione causata dall’esondazione del Tanaro.
Presidente Paolo Frizzi, sarete in novemila a Biella. Ci descrive lo spirito delle penne nere Trentine?
«Solidale e gioioso. La speranza è di ritrovarci e condividere una grande festa insieme agli alpini di tutta Italia e la gente, dopo un anno di attività a favore delle nostre comunità».
Una prima delegazione ha già raggiunto Biella giovedì: lei con i vertici e fanfara sezione di Trento vi siete fermati a Canelli.
«Sì, per ricordare l’impegno del Trentino in Piemonte prima della sfilata. Ci tratterremo fino a domenica mattina, quando all’alba partiremo per Biella in modo da essere pronti all’ammassamento alle 7».
A Vicenza avete lavorato sodo a Casa Trento. Quest’anno, invece, avete fatto un’altra scelta.
«Non è facile riproporre Casa Trento ogni anno, ma non lo escludiamo per una prossima edizione. Questa volta ci siamo fermati a Canelli per ricordare il trentennale della devastante alluvione causata dall’esondazione del Tanaro. Una sciagura a seguito della quale l’impegno del Trentino e dei trentini a favore delle popolazioni colpite fu intenso, con un legame che ha resistito poi al passare del tempo. Ha un valore anche questa scelta».
Domenica l’ordine di sfilata?
«Saremo dopo la sezione del Friuli, quarto settore. Sfileremo verso le 12.30. Sarà emozionate».
Il tema per il futuro è sempre quello: come attirare i giovani senza più la leva?
«Il problema del ricambio c’è. Noi ci siamo attrezzati con i campi scuola: importante avvicinare i giovani. Ma intanto godiamoci l’adunata. La sfilata è la festa. Dopo aver lavorato duramente bisogna anche festeggiare, fare comunità, ritrovare gli amici, ma per il resto dell’anno, noi non ci sottraiamo mai».
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