Centrodestra
domenica 17 Settembre, 2023
di Donatello Baldo
Oggi è il grande giorno per i leghisti, nel quale si rinnova l’appuntamento di Pontida. E anche questa volta, sul prato-simbolo del Carroccio, si è presentato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti: «Ho la tessera della Lega dal 1993, a Pontida ci sono stato un sacco di volte, saltando solo quelle annullate a causa del Covid. Quest’anno – aggiunge – posso dire dal palco che abbiamo fatto un accordo con il Partito autonomista trentino tirolese (Patt). Il sigillo di garanzia del nostro impegno autonomista».
È un aficionado di Pontida.
«Per i leghisti, ma per tutta la politica, questo è sempre un passaggio importante. Uno snodo dei tanti momenti politici attraversati dalla Lega in questi anni. Le decisioni fondamentali sono state comunicate lì, da lì sono state lanciate battaglie, da Pontida è passata la nostra storia che in qualche modo ha determinato anche le vicende del Paese».
E quest’anno quale messaggio passerà?
«Verrà spiegata la linea della Lega sui temi di attualità, in Italia e in Europa».
Quindi, su tutti, quello di maggiore attualità, l’immigrazione. Salvini in questi giorni ha fatto sentire la sua voce, alzando anche i toni.
«A giorni dovrà affrontare un altro processo per aver cercato di fermare gli sbarchi. E stiamo assistendo a un numero di sbarchi che va oltre i numeri che c’erano in passato. Probabilmente c’è sotto qualcosa che spinge tutte queste partenze verso le nostre coste. Salvini sospetta una strategia per mettere in difficoltà il governo, questa è la sua lettura».
Che lei condivide?
«Non so, ma mi faccio delle domande guardando a quello che sta succedendo. Abbiamo visto un grande lavoro diplomatico del governo Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che si è recata nei Paesi nordafricani per mediare sui temi delle partenze verso l’Europa. Ma i risultati? Non se ne vedono, anzi».
Quindi?
«Se i risultati arrivano, bene. Altrimenti non possiamo accettare supinamente questa enormità di arrivi sulle nostre coste. E qui non c’entra il tema dell’accoglienza, perché siamo di fronte a numeri fuori da ogni logica, mentre gli altri Paesi europei o si girano dall’altra parte o addirittura chiudono le frontiere».
Lei oggi parlerà dal palco. Alzerà i toni anche lei?
«Dal palco parlano i segretari e i governatori. A occhio ho parlato da quel palco per una quindicina di volte. Ho infatti ricoperto la segreteria della Lega trentina dal 2005 al 2018 e sono governatore da cinque anni. Ma parlare da segretario è diverso che parlare da governatore. In quest’ultimo caso si deve stare più attenti a quello che si dice, i ruoli sono diversi».
Siamo però alla vigilia delle elezioni…
«Andro sul palco di Pontida assieme a tutti i consiglieri provinciali uscenti, che saranno in lista. Pontida è la culla dell’autonomia e sarò orgoglioso di andare a dire cosa abbiamo fatto per difenderla e per rafforzarla. Ma quest’anno, con altrettanto orgoglio, potrò dire anche un’altra cosa».
Che cosa?
«Che abbiamo fatto un accordo con il Partito autonomista trentino tirolese (Patt). Il sigillo di garanzia del nostro impegno autonomista. Andiamo a Pontida, per la prima volta, con questo accordo in tasca, e non è poco per noi che autonomisti lo siamo da sempre».
Ora lo siete di più?
«Ora siamo più forti su questo punto fondamentale. Per troppo tempo la Lega trentina è stata accusata di essere contro l’autonomia: adesso l’aria è cambiata».