Il personaggio

martedì 21 Marzo, 2023

Filippo D’Alessandro, il bisnonno che pedala con i fiori

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Da 56 anni consegna bouqet a Levico. Origini marchigiane, insieme alle composizioni floreali non manca mai di recapitare gentilezza e simpatia

Non ha la faccia da campione delle due ruote, ma l’ottantaseienne Filippo D’Alessandro ogni giorno pedala con grinta e macina chilometri tra percorsi in salita e altri in discesa lungo le strade di Levico Terme. Da 56 anni pedala dal mattino fino al tramonto con in mano un bouquet di fiori, che consegna a domicilio, accompagnato da un biglietto di auguri di compleanno o di buon onomastico ma anche frasi d’amore.

«Mi piace trasmettere emozioni», sottolinea Filippo, titolare dal 1967 anni della storica bottega floreale «Morena» di via Dante a Levico. Solo la pioggia o la neve fermano Filippo: «Sì, non posso tenere l’ombrello in una mano e l’altra poggiarla sui fiori nel portapacchi, rischierei di cadere. Poi lascio a casa la bici solo quando fa troppo freddo. Nonostante le mie ginocchia e i miei muscoli non sono più forti come qualche anno fa, vado avanti e non mi fermo. Pedalo a qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi stagione dell’anno». Tutti i giorni di prima mattina sistema i fiori che poi consegna in sella alla sua adorata bicicletta sin da quando aveva 29 anni. «Si può dire che io più che lavorarci in questo mio negozio ci sono nato anche se sono delle Marche, precisamente di San Benedetto del Tronto – continua Filippo –. Dopo il servizio militare svolto a Trento sono tornato nel mio paese per cercare lavoro ma non trovando con facilità occupazione, ho pensato di rifare la valigia e tornare in Trentino salutando la mia famiglia. Così dopo aver girovagato in Valsugana, ho scelto di rilevare una bottega di fiori a Levico Terme gestita sin dagli anni sessanta da due persone anziane.

Di tempo ne è passato da allora e il prossimo primo aprile festeggerò 56 anni di attività». Ad aiutare Filippo oggi ci sono i figli Morena, Luca e Mirella che raccolgono le richieste di fiori da consegnare. «In effetti io sono ormai l’aiutante – afferma scherzosamente – mentre i miei figli sono diventati i titolari dell’attività. E pensare che quando li ho portati la prima volta nel mio negozio erano piccoli e rimanevano con mia moglie Maria quando io con il mio furgone andavo a Sanremo a comprare i fiori. Momenti duri, visto che l’unico tratto di autostrada era quello tra Tortona e Genova. A Levico si respirava un’aria diversa rispetto ad oggi.

Sono cambiate tante cose, guadagni più bassi da quando l’euro ha sostituito la lira, ma una cosa è rimasta immutata nel tempo nella mia attività: le persone che entrano più per fare due chiacchiere che per comprare un fiore e vanno via col sorriso. È una bottega vecchio stile, dove si crea un bel rapporto con la gente. Ci si conosce tutti e a noi piace salutare e anche regalare un’emozione con un fiore. Ci si vuole bene. Ho incontrato persone stupende, con cui abbiamo stretto autentici rapporti di amicizia. All’arrivo della pandemia, io e la mia famiglia non ci siamo fatti trovare impreparati e nei mesi di chiusura – spiega Filippo – abbiamo venduto tanto visto che c’era chi comprava piantine per la casa, ma anche molti che, non potendo incontrare gli amici o i propri cari, mandavano un fiore come pensiero. Capita anche di portare un bouquet di fiori o delle rose rosse che un uomo ha voluto regalare alla sua donna, che a volte non è la moglie, ma io faccio il mio lavoro e non mi permetto di fare domande a chi riceve la composizione floreale. Mi limito a consegnare sempre con il sorriso e faccio l’indifferente anche se vivendo ormai da quasi sessant’anni a Levico conosco bene tutto e tutti».

Filippo sottolinea che c’è anche una parte del lavoro che non contempla il sorriso: «Quando le composizioni dei fiori sono per un funerale, non posso sorridere. Molte volte sono cuscini e corone per amici scomparsi e questo è il lato più triste del mio lavoro. Ma per fortuna ci sono tanti momenti felici, per i matrimoni, gli anniversari, le festività. Arriverà il giorno in cui deciderò di fermarmi e lasciare la mia bicicletta in cantina perché sono anche bisnonno e devo pensare ai miei nipoti. Il testimone passerà nelle mani dei miei figli che continueranno a dare quel senso di continuità professionale che contraddistingue questa famiglia da ormai 56 anni e, con entusiasmo e creatività, metteranno a disposizione dei clienti le loro idee innovative, miscelando tradizione e innovazione per soddisfare qualsiasi esigenza. So che il giorno che deciderò di staccare la spina sarà per me molto difficile e sicuramente mi scenderanno tante lacrime ma sarò comunque felice perché in quel momento il mio cuore sarà colmo di gioia per la stima e l’affetto dato e ricevuto negli anni dalla comunità di Levico Terme. Dopo aver consegnato fiori freschi a tutti i levicensi per più di mezzo secolo spero che un giorno ne portino qualcuno a me ma che non sia finto. Ma tra tanti anni però…».