I dati
martedì 17 Settembre, 2024
di Massimo Furlani
In Trentino cala il numero dei nati, ma aumenta ovunque, tranne che nella Comunità del Primiero, quello dei residenti. Il saldo naturale è infatti negativo, ma è chi arriva da fuori provincia a sorreggere la crescita della popolazione. In questo quadro fa eccezione la Comunità della Rotaliana, l’unica ad avere un bilancio in qui i nati sono superiori ai morti. È quanto emerge dai dati pubblicati ieri dall’Ispat, l’Istituto della statistico della Provincia di Trento, che fanno il punto sull’andamento demografico provinciale nel 2023. I singoli territori e le comunità di valle presentano valori omogenei. Se valutiamo l’aumento della popolazione, la val d’Adige (+685), la Vallagarina (+316) e l’Alta Valsugana (+363) sono quelle in cui si sono registrati i maggiori incrementi, e si confermano in ordine le tre più popolate. Tutti dati che confermano la maggiore attrattività del fondovalle. Cresce leggermente anche la zona dell’Alto Garda e Ledro, mentre il Primiero è l’unica comunità in cui, dal 2022 al 2023, si è verificato un calo della popolazione di 171 residenti. Sia il saldo naturale (-76) che quello migratorio (-114) sono infatti in negativo. Gli Altipiani Cimbri rimangono la comunità più piccola del territorio in termini di popolazione con 4645 abitanti, poche centinaia in meno rispetto alla Paganella (5019). Un andamento demografico, quelli delle singole valli, rispecchiato anche dai diversi Comuni trentini: nel capoluogo la popolazione è cresciuta di 609 abitanti arrivando a sfiorare i 119mila, Rovereto e Pergine rimangono rispettivamente seconda e terza città più popolosa della provincia seguite dagli oltre 17 mila abitanti di Riva del Garda e Arco. Si distingue, spostandosi invece sul fronte delle nuove nascite, la Rotaliana-Königsberg, unica fra le 16 comunità di valle trentine con un saldo naturale in positivo (+7, frutto di 263 nati e 256 decessi). Sempre in questa zona si è inoltre registrato il tasso di natalità più alto della provincia (8,5%, poco davanti alla val di Fassa), nonostante il calo resti evidente rispetto al 10,2 segnalato nemmeno dieci anni fa, nel 2015. La comunità di valle con il tasso di natalità più basso è invece la val di Fiemme (5,7), leggermente indietro rispetto alle Giudicarie (5,9). Stando ai numeri, la popolazione residente è cresciuta rispetto all’anno precedente a quello di riferimento: dai 542.996 abitanti del 2022 si è passati ai 545.183 dell’anno scorso, un saldo positivo di 2187 persone. Rimane stabile la suddivisione della popolazione alle diverse altitudini: dagli oltre 280mila residenti in pianura (sotto i 300 metri sul livello del mare) si passa ai quasi 115mila in collina e i poco meno di 148mila in montagna (sopra i 600 metri s.l.m.). Cifre che risultano combinando i dati del saldo naturale, cioè la differenza fra gli iscritti per nascita e i cancellati per decesso dai registri anagrafici, e del saldo migratorio, che tiene invece conto del numero degli iscritti e il numero dei cancellati dai registri per trasferimento di residenza. Il saldo naturale corrisponde a un -1364: nel 2023 in Trentino ci sono state complessivamente 3786 nascite e 5150 decessi.
Il tasso di natalità in provincia è sceso dal 7,4 di due anni fa al 7,0: significa che per ogni mille residenti ci sono state solo sette nascite. Un dato che conferma quella che è una tendenza ormai avviata da anni. Basti pensare che, nel 2010, il tasso era ancora in doppia cifra (10,3), che solo dal 2016 si è scesi sotto la soglia del 9,0. È inoltre la prima volta, dall’inizio di queste rilevazioni, che in Trentino ci sono state meno di quattromila nascite. Tutto questo a fronte comunque di un numero di decessi totali che è il più basso dal 2019, dopo il picco negli anni della pandemia (nel 2020 i morti furono oltre 6500), ma si parla comunque di un saldo naturale in negativo. Il tasso di mortalità, ovvero il numero di morti ogni mille residenti, è infatti di 9,5. Nei prossimi anni, inoltre, il dato del saldo naturale potrebbe accusare ulteriori ripercussioni anche a causa di un altro numero in calo, quello della percentuale di nati stranieri sul totale delle nascite, pari nel 2022 al 14,2%. Numero significativamente più basso rispetto agli anni precedenti: nel 2015 questa percentuale sfiorava il 18%, e si era abbassata di un punto percentuale nel 2019. Questo, considerando il calo del numero di nati complessivo negli ultimi anni, significa quindi che anche il tasso di natalità fra i cittadini stranieri, generalmente più alto, sta gradualmente diminuendo. A «bilanciare» queste cifre, provocando quindi l’attuale aumento di popolazione a livello provinciale, è il saldo migratorio, pari a un +3551: nel 2023 i nuovi iscritti sono stati complessivamente 19.971, i cancellati dai registri 16.240. In questo caso, il dato è più basso dell’anno precedente (nel 2022 il saldo migratorio era pari a +3950), ma decisamente più alto rispetto a quelli dal 2013 al 2021.
La percentuale di popolazione straniera su quella residente rimane comunque costante: dall’8,6% del 2019 si è passati all’8,5% del 2021, fino all’8,4% del 2022.