Montagna
sabato 2 Settembre, 2023
di Redazione
Un altro distacco in alta montagna, come pochi giorni fa sul Sassolungo. Di nuovo la roccia cade e ancora una volta, fortunatamente, senza conseguenze per le persone. Questa volta a mostrare le proprie ferite sono le Dolomiti di Brenta. Il distacco è avvenuto dalle Punte di Campiglio, nella zona di cima Tosa, nel Brenta occidentale. 400 metri cubi di roccia il quantitativo che è crollato. I fatti risalgono a questa mattina, sabato 2 settembre, attorno alle 9-10. Il fenomeno non ha coinvolto persone, come è stato appurato anche dai sopralluoghi effettuati in elicottero. All’origine di questi crolli che si stanno verificando in varie zone delle Alpi e delle Dolomiti ci sarebbe lo scioglimento del permafrost, terreno perennemente ghiacciato e per questo compatto, ma che con l’innalzamento delle temperature si sta sfaldando.
Le verifiche sull’area sono state condotte dalla Protezione civile trentina, dopo la segnalazione arrivata questa mattina da un vigile del fuoco volontario che era in montagna per un’escursione. Sul posto si è prima recato l’elicottero sanitario dei Vigili del fuoco di Trento, per verificare che non ci fossero escursionisti feriti, mentre successivamente si è svolto un altro sopralluogo aereo con a bordo il geologo della Provincia.
Secondo gli accertamenti, il volume di roccia si è staccato da una parete verticale che si sviluppa all’incirca tra quota 2.830 e 2.850 metri di quota. Il prisma crollato aveva verosimilmente un’altezza intorno ai 15 metri, una larghezza e uno spessore di 5 metri, per un volume totale di roccia di 300-400 metri cubi. Una buona parte del materiale si è probabilmente fermato subito sotto al punto di distacco, mentre la parte restate è caduta arrestandosi nell’accumulo a grossi blocchi alla base della parete.