il caso
giovedì 15 Maggio, 2025
«Contrassegno auto dimenticato, multa da 345 euro e punti tolti»: la protesta di un padre con un figlio disabile
di Redazione
L'uomo ha prontamente fornito alla Polizia Locale tutte le informazioni: «Il mezzo viene utilizzato per gli spostamenti di mio figlio. Non mi hanno dato risposta»

Padre di un ragazzo disabile, Paolo da anni ha dovuto rinunciare al suo lavoro per prendersi cura del figlio, per provvedere a ogni sua esigenza come terapie e visite mediche, diventando il suo caregiver a tempo pieno. Il 25 marzo scorso, in una delle sue impegnative giornate assieme al figlio, ha dimenticato di esporre sull’auto parcheggiata come sempre sotto casa il contrassegno disabili. Lo ha fatto dopo essere rientrato a casa, per circa 120 minuti. «Una svista, nulla più» racconta l’uomo. «Riprendendo la macchina, qualche minuto dopo, ho trovato una multa di 345 euro e la notifica della decurtazione di punti dalla patente.
Sconcertato – riferisce alla nostra redazione – ho immediatamente scritto al Corpo di Polizia Locale di Trento-Monte Bondone e al comandante, scusandomi dell’errore fatto, spiegando l’accaduto e fornendo tutte le informazioni in mio possesso, chiedendo semplicemente comprensione. Nessuna risposta». E non è solo per la cifra da sborsare, oltre alla sanzione è prevista anche la decurtazione di punti dalla patente. «Considerando che il veicolo è utilizzato principalmente per l’accompagnamento di mio figlio disabile, ritengo che tale misura sia particolarmente penalizzante in una situazione già di per sé delicata» spiega ancora il cittadino, che racconta di essersi rivolto anche al sindaco Franco Ianeselli, «confidando nella sua sensibilità. Ancora silenzio» le sue parole. «Mi chiedo: è giusto che una famiglia già provata debba subire ulteriori penalizzazioni per una semplice dimenticanza di pochi minuti? È accettabile che le istituzioni, invece di supportare, sembrino accanirsi su chi vive quotidianamente la disabilità?». La scelta di condividere la sua storia, riferisce l’uomo, «non è per cercare compassione, ma per sollevare una questione che riguarda molte famiglie. Chiedo alle autorità di rivedere le loro politiche, di mostrare empatia e di considerare le reali circostanze prima di infliggere sanzioni che possono avere un impatto devastante» ancora le parole dell’uomo che da quest’episodio, dalle sue rimostranze, possa «aprire un dialogo costruttivo e portare a un cambiamento positivo».