il caso

mercoledì 7 Maggio, 2025

Cimiteri vandalizzati a Vigo Meano e Meano: portafiori tagliati e rubati. Scomparse anche le statuette

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Sette le lapidi prese i mira e manomesse: il fatto è accaduto tra lunedì sera e le prime ore di ieri, martedì

Fiori strappati e buttati a terra, statue scomparse, vasi tagliati. Il silenzio del cimitero di Vigo Meano è stato interrotto da un nuovo atto vandalico, che ha lasciato dietro di sé rabbia, sconcerto e una domanda che torna ogni volta: chi può compiere gesti del genere? E che senso ha?
Il fatto è accaduto tra lunedì sera e le prime ore di ieri, martedì. Sette le tombe colpite: i segni dell’irruzione sono evidenti. Le lapidi sono state manomesse, i portafiori – ancorati alla base – sono stati tagliati con strumenti da taglio e rubati. In alcuni casi sono scomparse anche piccole statue ornamentali, danneggiando le tombe. Nulla che abbia valore economico rilevante, ma che ha un valore profondamente umano e simbolico.
«È una cosa che fa male, indipendentemente dal credo religioso. È una mancanza di rispetto verso chi non c’è più, e verso chi resta», commenta una coppia all’uscita del camposanto. Una riflessione condivisa da molte delle persone che nelle ultime ore hanno varcato il cancello, trovando un luogo ferito, disordinato, offeso.
Sopralluogo della polizia locale
Il cimitero si trova lungo la strada che porta da Vigo Meano a Cortesano. Una zona tranquilla, poco trafficata, dove spesso si incontrano persone a passeggio o che portano il cane. Proprio questa posizione isolata, però, rende complicato accorgersi di eventuali movimenti sospetti. Qualcuno racconta di aver visto passare più volte un’auto bianca verso le sette di sera, ma al momento non ci sono conferme né riscontri. Solo voci.
Ieri mattina è intervenuta la polizia locale. Giuseppe Bonn, consigliere circoscrizionale recentemente rieletto e responsabile dei controlli di vicinato nella zona, racconta di averli allertati subito. Gli agenti hanno fatto un sopralluogo e raccolto alcune testimonianze, ma non ci sono telecamere di sorveglianza né altri elementi utili all’identificazione dei responsabili. Si sospetta si tratti di una «bravata» compiuta da giovani, chissà se del posto o meno. «Com’è che si dice, maranza?» dicono in paese, una parola che a molti dice poco ma che ormai si è fatta largo nel linguaggio comune per descrivere comportamenti sopra le righe, provocatori, privi di senso civico.
La delusione però lascia spazio anche a un po’ di irritazione: «Sono anni che chiediamo almeno una telecamera» commenta Bonn «e posizionarla qui fuori sarebbe certamente un deterrente. E invece non è successo niente. Ora sembra che faranno venire il vigile di quartiere, speriamo che cambi qualcosa». Altra cosa è l’accesso dei cani nel cimitero: «Sembra incredibile ma abbiamo dovuto mettere un cartello per precisare che è vietato, eppure a volte delle persone portano con sé i loro cani, che segnano il loro territorio vicino alle tombe»
I precedenti a Meano e Vigo
L’episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza nei cimiteri della collina. Solo pochi giorni fa è successa la stessa cosa al cimitero di Meano, in cui era stata rubata una statua in bronzo. Anche in quel caso, i responsabili non sono stati individuati. E resta nella memoria collettiva quanto accaduto lo scorso anno, sempre a Meano, quando oltre cinquanta tombe vennero vandalizzate in una sola notte. Un gesto che aveva scosso l’intera comunità e che aveva portato la Circoscrizione a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. A Vigo Meano si ricordano anche episodi più circoscritti, come quello di qualche mese fa, quando fu danneggiata una singola tomba. Si pensò a un dispetto, a una vendetta mirata. «Qui non si parla solo di fede – dice un uomo davanti a una delle tombe danneggiate – ma del rispetto che si deve al dolore degli altri. Una cosa così non si giustifica, in nessun modo».