la reazione

martedì 8 Luglio, 2025

Chef stellato cerca personale non gay o comunista, l’ira dei sindacati: «È illegale. Il Trentino non è terra di esclusione»

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La nota della UILTuCS del Trentino-Alto Adige/Südtirol e della UIL del Trentino: «Non è un semplice sfogo personale. Si tratta di un attacco diretto alla dignità delle persone»

Le parole dello chef stellato Paolo Cappuccio, prima nel suo post per selezionare personale nel suo ristorante a Madonna di Campiglio, hanno sollevato un polverone che ha subito visto i sindacati trentini rispondere ritenendo che le sue dichiarazioni rappresentino «qualcosa di molto più grave di uno sfogo personale. Si tratta di un attacco diretto alla dignità delle persone e ai principi che regolano il lavoro nel nostro Paese».

«Escludere comunistə, omosessualə o soggettə con stili di vita considerati “non normali” – si legge nella nota – non è solo sbagliato, è illegale, pericoloso e profondamente offensivo. Nel mondo del lavoro non c’è spazio per chi discrimina, giudica o seleziona in base all’identità, alle idee o alla vita privata. Il Trentino non può essere associato a chi pensa di poter scegliere lavoratorə in base a criteri arbitrari e offensivi. Non possiamo restare in silenzio».

E Stefano Picchetti, Segretario Generale della UILTuCS del Trentino-Alto Adige/Südtirol afferma: «Nel turismo serve rispetto, non pregiudizio. Nessun annuncio può permettersi di decidere chi è “normale” e chi no. Non servono datori di lavoro che escludono, ma chi valorizza le differenze. Noi stiamo dalla parte di tuttə lə lavoratorə, senza eccezioni. Perché la dignità non si seleziona, si riconosce.»

Anche le dichiarazioni successive dello chef, che parlano di “ostentazione”, “fallimenti” e “perbenismo”, confermano e aggravano una visione autoritaria, discriminatoria e profondamente sbagliata del lavoro. È ora di rispondere con azioni concrete.

Per Walter Largher, Segretario Generale della UIL del Trentino, il tempo delle parole è finito: «Non basta più indignarsi: bisogna agire. Chi pubblica annunci che violano i diritti non solo va sanzionatə, ma dev’essere esclusə da ogni forma di contributo pubblico, intervento o aiuto istituzionale. Le risorse della collettività non possono finire nelle mani di chi discrimina. L’Agenzia del Lavoro e le istituzioni devono garantire selezioni corrette, trasparenti e rispettose, perché il diritto al lavoro è universale e indivisibile.»