la reazione
venerdì 30 Maggio, 2025
Chat di Azione Universitaria, Mason attacca: «Frasi estrapolate, contro di me strategia del fango della sinistra»
di Redazione
Il commento del consigliere Comunale in una nota: «Il tono era sarcastico. Rispondevo a provocazioni ricevute lo scorso novembre durante un picchetto davanti a Sociologia»

È arrivato anche il commento del consigliere Comunale Mason, dopo la pubblicazione delle chat di Azione Universitaria che lo vedevano protagonista di una serie di messaggi che inneggiavano al Ventennio fascista, alla repubblica di Salò includendo insulti omofobi.
Ecco la nota completa:
«Con il ritardo dovuto alla mia attuale permanenza per motivi professionali oltre oceano e con grande amarezza mi trovo costretto a intervenire pubblicamente in merito a quanto riportato dalla stampa relativamente ad una mia espressione estrapolata da una chat e decontestualizzata e che ha alimentato una vera e propria macchina del fango, costruita ad arte grazie a mirati interventi di anonimi e di partiti di sinistra finalizzati a screditare la mia persona e probabilmente anche la mia parte politica.
Colpisce, in particolare, che una parte della stampa abbia dato credito a illazioni anonime e interpretazioni manipolate, senza nemmeno tentare di ricostruire il contesto reale dei fatti. È sorprendente che si presti ascolto a chi, con superficialità o malafede, cerca di distorcere dichiarazioni che avevano il valore esattamente contrario a quello proclamato, ossia di stizza verso qualifiche attribuite, creando una narrazione tanto falsa quanto pericolosa.
Entrando nel merito, la frase “noi affondiamo le radici nella Repubblica di Salò… loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?”, riportata nell’articolo, è stata scritta da me in chat con evidente tono sarcastico e di fastidio verso un’affermazione surreale che possiamo rintracciare in un video — della durata di circa quattro minuti e disponibile per ogni verifica — girato nel novembre scorso durante il picchetto davanti alla facoltà di Sociologia promosso da gruppi anarchici e di sinistra con il quale si protestava contro il DDL sicurezza e si voleva impedire l’accesso all’università agli studenti di destra.
La manifestazione fu accompagnata da un delirante comizio violento nei toni contro il governo Meloni e il mondo della destra politica. In quel video, al minuto 2:08, uno dei manifestanti afferma testualmente riferito ai militanti di destra che “democraticamente” erano sospinti a spintoni fuori dall’Università qualche giorno prima: “voi affondate le radici nella Repubblica di Salò”, una frase provocatoria, che attribuiva qualifiche in modo arbitrario per creare tensioni, tanto che va ricordato che qualche giorno prima intervenne per fare sciogliere il picchetto e fare cessare le aggressioni verbali anche il Rettore dell’Università pur senza ottenere alcun risultato.
Il mio commento voleva fare il verso di quell’assurda affermazione provocatoria di “affondare le radici nella Repubblica di Saló” usando il sarcasmo, che è l’arma usata dagli intelligenti per rispondere ai violenti, e aggiunsi: “loro non possono affondare nel lago di Garda e basta?” citando il lago di Garda per collegarlo a Saló. Evidente il paradosso.
Una battuta sarcastica ma anche volutamente amara considerata la ruvidezza della gratuita offesa rivolta, una battuta per rispondere a chi sostiene con dolosa volontà mistificatoria una visione distorta della realtà, secondo cui chiunque non si identifichi con la sinistra debba essere automaticamente etichettato come “fascista”. Un approccio tanto rozzo quanto intellettualmente disonesto.
Lo ripeto, l’espressione da me usata era la citazione testuale di una espressione usata da coloro che manifestavano ed impedivano l’accesso all’Università a cui aggiungevo una battuta di chiaro senso sarcastico riconosciuta anche dai membri in chat, come dimostrano le reazioni ilari che hanno accompagnato le mie parole. Tutto verificabile. Nessuna rivendicazione politica, nessun messaggio ideologico: solo una risposta a quella che era una provocazione assurda subita da ragazzi di destra.
Per questo motivo, esprimo fermo sconcerto per quello che appare un evidente tentativo premeditato e scorretto di travisare il senso di quel messaggio, omettendo il contesto e falsificando la realtà con il solo scopo di danneggiare la mia immagine pubblica. E tutto questo è avvenuto attraverso l’azione di una mano ignota che ha agito diffondendo un mio messaggio incomprensibile se volutamente sconnesso con gli atti che lo avevano ispirato.
La libertà di espressione e il confronto delle idee dovrebbero basarsi sulla correttezza e sulla trasparenza, non su manipolazioni strumentali o campagne diffamatorie condotte nascondendo la propria identità. Mi auguro che in futuro anche chi informa scelga di farlo con responsabilità, verificando i fatti e rispettando la verità. Mai come in questo caso così evidente».
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