Il caso
mercoledì 11 Gennaio, 2023
di Redazione
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) vuole chiarezza sulla vicenda del recupero e dell’immediata liberazione del capriolo a opera del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento avvenuta nottetempo il 6 gennaio dopo le reiterate richieste d’intervento dell’associazione. L’Ufficio legale dell’Oipa ha inviato una richiesta d’accesso agli atti per avere le risposte che anche molti cittadini trentini, e non solo, stanno chiedendo (qui il video del capriolo).
Il capriolo era bloccato dal 14 dicembre lungo le sponde del torrente Leno a Rovereto e solo grazie ai volontari della delegazione trentina dell’associazione, che lo hanno sostentato, è riuscito a sopravvivere.
La Provincia autonoma di Trento, ricorda Opia, in un comunicato diramato nel pomeriggio del 7 gennaio ha affermato che la veterinaria intervenuta “ha accertato che la zoppia è dovuta a una precedente frattura che l’animale si è procurato autonomamente e che si è calcificata. Constatato il generale buono stato di salute, l’animale è stato quindi liberato in natura in un luogo idoneo”.
«Quale sia il “luogo idoneo” non è dato sapere, ma soprattutto chiediamo di poter visionare la documentazione che attesti quel che afferma la veterinaria, cioè che la zampa visibilmente lesionata, come testimoniano i nostri video, altro non è che una frattura calcificata», afferma il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Il nostro Ufficio legale ha dunque appena inviato una richiesta d’accesso agli atti al Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento e attendiamo una sollecita risposta che speriamo rincuori tutti coloro che sono preoccupati, noi per primi, per la vita e per la stessa sopravvivenza del capriolo».
In particolare l’Oipa nella sua richiesta di accesso agli atti chiede:
1. copia della documentazione dell’équipe medica veterinaria riguardante tutte le attività, anche quelle preliminari, relative alle visite e alle cure veterinarie effettuate sul capriolo;
2. dettagli sull’accertamento dichiarato nel comunicato della Provincia di Trento, comprese le lastre e la certificazione veterinaria riguardanti il “generale buono stato di salute” (cit.) del capriolo;
3. copia della documentazione relativa alle attività di reimessione in libertà che attesti anche il luogo di rilascio e se vi sia stato un successivo monitoraggio dell’animale.
l'inchiesta
di Davide Orsato
In corso l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari. La prima cittadina ha fatto sapere che parlerà chiedendo la revoca dei domiciliari