La Giostra

giovedì 17 Novembre, 2022

Al Mart l’arte si impara (anche) facendo

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Da sempre il museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto offre iniziative dedicate ai bambini

«Il Mart ha questa freccia nel suo arco: portare esperienze reali nella vita dei ragazzi». Carlo Tamanini, dell’Area didattica e mediazione culturale del Mart, spiega così l’attenzione del museo per i bambini. «L’arte — prosegue — è un’occasione per educare il nostro sguardo ad accogliere la bellezza e il mistero del mondo che ci circonda. Questo è il tipo di esperienza che vogliamo dare ai bambini e ai ragazzi delle scuole, nella speranza di offrire loro sguardi diversi sulla realtà e nuovi stimoli di incontro, di pensiero e di relazione. Il Mart vuole essere per i ragazzi uno spazio di esperienza umana e di esperienza artistica, un luogo dove formare menti morbide e spaziose che sappiano oltrepassare le rigidità, aprirsi al presente e al futuro, dare libero spazio a un esercizio di sensibilità». Verso le scuole di ogni ordine e grado, il Mart si muove ogni anno con un ventaglio di proposte. «Cerchiamo così di interpretare nel miglior modo possibile — dice Tamanini — quella che è stata, fin dalle origini, una delle principali mission del nostro istituto. Fin dal 1984, quando il Mart non esisteva ufficialmente, ma operava come succursale del Castello del Buonconsiglio, a Palazzo delle Albere, lavoravamo molto con i ragazzi delle scuole, sia per consolidare un rapporto con il territorio, sia per sottolineare il legame di stretta vicinanza tra l’educazione all’estetica e l’educazione alla cittadinanza». Alla base di ogni ragionamento, una domanda: «Quale è — si chiede Tamanini — la funzione di un museo di arte nei confronti della scuola? Prima di tutto, un invito alla bellezza e alla curiosità, un invito a lasciarci stupire, un invito a vivere un’esperienza scoprendo modalità nuove di relazionarci alla vita». Infatti, i laboratori sono spesso realizzati assieme agli artisti, che dialogano con i ragazzi. «Attraverso l’incontro con gli artisti, mettiamo i bambini nella condizione di potersi confrontare direttamente con un’esperienza d’arte. Invitiamo artisti dall’Italia e dall’estero, tra le figure emergenti così come tra quelle già affermate». Le attività per il 2023 sono già state in parte calendarizzate. «Tra gli artisti selezionati per periodi di residenze didattiche al Mart — anticipa l’educatore — abbiamo invitato per l’anno prossimo Giovanni Pinosio, Alessandra Corti e Alberto Peppoloni. Pinosio lavora tra Venezia, Vicenza e Taranto e sarà nostro ospite per realizzare con i ragazzi sculture anatomiche usando il filo di ferro. Alessandra Corti, artista di Bergamo, coinvolgerà le classi in una serie di laboratori dedicati al tema della performance. Alberto Peppoloni, designer di Milano, parteciperà con vari workshop di tipo pittorico». Secondo queste modalità, il Mart fa propria la nozione di «arte relazionale» nelle tipologie didattiche di incontro con gli studenti. «L’arte è tale — sottolinea Tamanini — solamente quando sa creare relazione; relazione con la nostra vita, relazione con le persone che ci stanno accanto, relazione anche e soprattutto con gli artisti. Il nostro dovere è lavorare in questa direzione, facendo dell’arte uno strumento accogliente, che predispone al dialogo, alla relazione, alla diversità. Proprio questa è una delle principali sfide del nostro dipartimento, l’Area didattica e mediazione culturale del Mart». Anche la parola «mediazione» non è posta a caso. «Il concetto di mediazione — conclude Tamanini — indica esattamente questo: l’idea che il nostro Museo, e con il Museo anche noi educatori, stiamo a metà strada tra chi viene in visita al Mart e le opere che stanno al Mart. Noi facciamo da tramite, al centro sta l’idea del contatto diretto tra le persona e l’opera d’arte. In fondo, l’arte è proprio questo: uno spazio di libertà dove non esistono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma dove la priorità è entrare in contatto con l’opera d’arte».