Giustizia

mercoledì 8 Ottobre, 2025

Mangiatoie per orsi, Fugatti indagato per maltrattamenti su animali: la Procura chiede di archiviare

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La Lav si è opposta alla richiesta di archiviazione: udienza martedì 21 ottobre

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è indagato per presunti maltrattamenti di animali a seguito di una denuncia presentata dalla Lav, l’associazione animalista, che lo accusa di sfruttare le mangiatoie per attirare gli orsi in trappola a scopi venatori. La Procura di Trento ha già chiesto l’archiviazione del caso, ma l’associazione ha depositato opposizione, fissando l’udienza davanti al giudice martedì 21 ottobre.

Richiesta di archiviazione
ll procedimento è nato da un esposto presentato alla Procura di Trento dalla Lav, che ha sollevato la questione della presenza nei boschi trentini di mangiatoie utilizzate per attirare la fauna selvatica a fini venatori. Secondo l’associazione, queste strutture che vengono posizionate per offrire del cibo agli animali, tra cui agli orsi, potrebbero contribuire a modificare il loro comportamento, rendendoli più confidenti nei confronti dell’uomo. Nell’esposto veniva ipotizzata contro il presidente Fugatti, una possibile condotta di maltrattamento nei confronti della fauna selvatica, anche per mancati interventi o controlli da parte delle autorità competenti. Da qui le indagini degli inquirenti al fine di verificare la regolarità della pratica di foraggiamento o «alimentazione artificiale» degli animali nei boschi del territorio.

In sostanza, la Procura ha valutato che non ci sono elementi per sostenere l’accusa ipotizzata dalla Lav.
Innanzitutto perché da quanto riferito dal Servizio forestale sul territorio non ci sarebbero mangiatoie vietate, usate come punti di adescamento di animali. Anche se è vero che il cibo fornito dall’uomo può attrarre anche gli orsi, creando potenziali rischi per l’incolumità delle persone, oltre che a favorire comportamenti sempre più confidenziali con l’uomo.

Ma secondo la forestale, spesso si tratta di risorse stagionali che l’uomo fornisce involontariamente, quali miele dagli apiari, le coltivazioni nei frutteti, orti e giardini, oltre che i rifiuti e gli scarti di cibo abbandonati.
Dunque, non è possibile collegare una presunta cattiva gestione al maggior rischio di incontri tra orsi e persone. Tra le altre cose, dalle verifiche è emerso che le aggressioni da parte degli orsi, avvenute in Trentino dall’inizio del progetto di reintroduzione, abbiano coinvolto per la maggiore parte esemplari che non erano noti per comportamenti di confidenza o di assuefazione al cibo fornito dall’uomo.
Da qui la decisione di archiviare il caso.
Opposizione Lav
L’associazione animalista sempre in prima fila nella difesa dei plantigradi, non ci sta. Così ha presentato l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Trento. Lav ritiene, invece, che ci siano elementi sufficienti per proseguire le indagini e ha quindi formalizzato la propria opposizione al Tribunale di Trento.
A sostegno di questa tesi, l’associazione richiama quanto indicato dallo stesso Piano faunistico provinciale, che riconosce i rischi connessi all’alimentazione artificiale della fauna e la possibilità che questa pratica avvicini ai centri abitati gli orsi. Tra l’altro associazione sostiene che il foraggiamento può causare danni agli animali selvatici, alterando il comportamento naturale.
Con il rischio che diventino dipendenti dal cibo fornito dall’uomo e di perdere la capacità di procurarselo da soli. Oltre a questo, Lav contesta il fatto che il Servizio faunistico approva ogni tre anni i progetti di foraggiamento dei distretti venatori senza sapere il numero esatto di mangiatoie presenti sul territorio, senza che venga rendicontata un’effettiva attività di monitoraggio e con la consapevolezza che l’attività viene praticata nell’area dell’orso.

L’orsa F3 torna in natura
Intanto nella serata di due giorni fa è stata reimmessa in natura l’orsa F3, investita lo scorso 23 agosto nei pressi di Borzago (Spiazzo). Dopo un periodo di osservazione da parte del veterinario nell’area faunistica del Casteller, dove è stata ospitata evitando contatti diretti con il personale del corpo forestale per preservarne la naturale selvaticità, l’esemplare – di 17 anni e mezzo – ha mostrato un recupero sufficiente a consentirne la reimmissione. L’orsa è stata dotata di radiocollare per consentirne il monitoraggio.