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lunedì 14 Luglio, 2025

Sinner, re del Wimbledon: «Sto vivendo un sogno». E batte Nadal con 58 settimane da numero 1

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Dopo il trionfo di Wimbledon Jannik si prenderà una pausa e farà ritorno a San Candido. La vittoria inglese gli ha portato un assegno da 3,52 milioni di dollari. Il suo patrimonio? Ottanta milioni

Ci sono gli Slam, poi c’è Wimbledon. Lo Slam. Categoria a parte, l’All England Lawn Tennis and Croquet Club, icona e tempio del tennis. Jannik Sinner era un fuoriclasse da un pezzo, ma da domenica è leggenda. Del resto, perfino il diretto interessato, in genere misuratissimo nelle dichiarazioni, si è lasciato andare: «Sto vivendo un sogno, il mio sogno. Questo è lo Slam che guardavo da bambino».
Dinanzi a questa aurea che Church Road consegna al presente e ai posteri, perfino i numeri, i record, che pure questo ragazzo di 23 anni (ne compirà 24 il 16 agosto) colleziona in serie, sembrano passare in secondo piano: 20 titoli in carriera, tra cui quattro Major (anche due Australian Open e un Us Open), più le due Coppa Davis con la Nazionale.

 

Superato Nadal
Sinner ieri è entrato nella 58° settimana consecutiva da numero 1 del mondo. Ha superato Nadal (56) e eguagliato McEnroe ed è undicesimo in una classifica all time guidata da Federer (237 settimane consecutive), seguito da Connors (160), Lendl (157), Djokovic (122) e Sampras (102). La top ten la chiude Hewitt, con 75 settimane consecutive. Altro capitolo è la permanenza complessiva da numero 1, quindi non consecutiva: Sinner a 58 settimane ha raggiunto Courier al 12° posto, appena avanti c’è Edberg a 72, poi ancora Hewitt a 80, che anche in questa classifica chiude la top ten. In testa numeri probabilmente ineguagliabili: Djokovic impera con 428 settimane, poi Federer 310, Sampras 286, Lendl 270, Connors 268, Nadal 209.
Ma adesso sono 3430 i punti di vantaggio di Sinner dal numero 2 Carlos Alcaraz. Un margine importante, sebbene l’altoatesino da qui a novembre dovrà difendere 6030 punti sui tornei in cemento (tra cui Canada, Cincinnati, Us Open, Shangai e Atp Finals) contro i 1060 dello spagnolo. Quindi Sinner non dovrà fermarsi se vorrà difendere il primato fino a fine stagione.

 

Il valore economico di Jannik
Nel frattempo, non si ferma il valore economico del tennista di Sesto Pusteria, che domenica ha staccato un assegno di 3,52 milioni di dollari, la più alta di sempre ai Championship. Sinner, in carriera, ha già incassato premi per 35 milioni di euro, a cui vanno aggiunti gli introiti delle tante sponsorizzazioni con i più grandi marchi. Il patrimonio del campione ha già superato abbondantemente gli 80 milioni di dollari e nel 2024 Forbes ha stimato il suo guadagno in 26,6 milioni di euro (Sinner è stato lo sportivo italiano più ricco). Ma è chiaro che la cifra dei guadagni del 2025 si alzerà ulteriormente.

 

Chi gestisce il patrimonio
A gestire la «macchina» economica sono le sue società, la Wooly Lemon, che si dedica ai diritti d’immagine, ai contratti pubblicitari e al marketing, e Foxera, specializzata in finanza e investimenti immobiliari. Il collante fondamentale, sia degli affari economici che di quelli tecnici, è il riservatissimo manager e mentore di Sinner, Alex Vittur, originario di Brunico, commercialista, ex tennista ai tempi del gruppo di Caldaro di Massimo Sartori (scopritore di Sinner), in cui la star era Andreas Seppi e comprendeva anche il coach di Sinner, Simone Vagnozzi. Vittur, su richiesta dei genitori di Sinner, ha preso sotto la sua ala protettiva Jannik da adolescente, nel 2014. È Vittur (assieme a Sartori) ad aver portato il futuro campione a Bordighera da Riccardo Piatti. È Vittur che inizialmente gli gestiva le relazioni con i mass media. Ed è sempre Vittur ad averlo accompagnato, nel febbraio del 2022, nella difficile scelta di lasciare Piatti per abbracciare Vagnozzi, amico di Vittur ma già allora tecnico rampante, capace di portare in semifinale del Roland Garros Marco Cecchinato. Pochi mesi dopo, a luglio (la vigilia di Wimbledon, corsi e ricorsi storici), l’arrivo di Darren Cahill, l’ex allenatore australiano di Agassi, Hewitt e della Halep.
Vagnozzi, ex 118 Atp, era giocatore raffinatissimo, mano fatata, ma limitato dal fisico esile. Da coach ha sgrezzato Sinner sul piano tecnico, gli ha insegnato a variare il gioco, lo ha migliorato al servizio, gli ha trasmesso la capacità di leggere tatticamente la partita. Cahill ha portato invece la sua esperienza nell’organizzazione, nella programmazione del tour e nella gestione del team. Cahill, per sua volontà (motivi familiari), è dato partente a fine anno, ma aumentano le possibilità di una retromarcia. Lo ha fatto capire proprio Sinner domenica sera, con un sorriso indicativo: «Avevano fatto una scommessa, che se avessi vinto Wimbledon avrei deciso io e non più lui. Se dovesse rimanere, magari resterebbe con un ruolo in cui girerebbe meno nel tour» (così da poter conciliare lavoro e famiglia). Squadra che vince non si cambia.