L'intervista

giovedì 3 Luglio, 2025

Caterina Cropelli: «Ero timidissima, ma con la musica riesco a comunicare. In futuro? Vorrei collaborare con Willie Peyote»

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La cantautrice torna live in Trentino con il nuovo singolo. «Canto un amore mai nato»

Ospite speciale per la rassegna estiva del Teatro Capovolto in Piazza Battisti a Trento, un’artista che il pubblico trentino conosce molto bene e a cui non vedrà l’ora di dare il bentornato a casa. Direttamente da Cles, nella serata di venerdì 18 luglio alle 21.15 ad infuocare il palco ci sarà Caterina Cropelli, la giovane musicista trentina che ha già alle spalle una carriera di tutto rispetto. Dalle serate passate a suonare nei locali e negli alberghi all’età di 15 anni la cantante classe ’96 ha fatto tanta strada nel mondo della musica, collaborando con artisti del calibro di Gio Evan e dell’arrangiatore Clemente Ferrari, musicista che ha lavorato a fianco di grandi artisti della musica italiana, come Max Gazzè e Fiorella Mannoia. Sarà anche un’occasione per conoscere sia il nuovo singolo «Vis à vis» sia «Duemilacredici», brano che su Spotify ha quasi raggiunto i 3 milioni di ascolti. Per questo tour estivo, Caterina Cropelli ha fatto tappa prima a Bergamo e Bologna, cui seguiranno le città di Saronno, Villar Focchiardo e poi, dopo la data trentina, anche Bard, Carrega Ligure, Davoli, Sassari, Castiglione della Pescaia, Castel del Piano, Valdilana e Finale Ligure. Da segnalare poi anche la sua partecipazione a X Factor 2016, nella categoria Under Donne guidata da Fedez. Il talent show è servito alla cantante per spiegare le ali verso il mondo della musica, iniziando una carriera che l’ha portata ad aprire i concerti di Cristina Donà, Eugenio Finardi, Irene Grandi, Gianluca Grignani, Enrico Ruggeri e Fulminacci. Insomma, un’artista amata e apprezzata, una trentina che farà tappa a Trento. Non ci sarà da far altro che supportare la giovane Caterina andando a vederla in Piazza Battisti. Biglietti disponibili dal sito del Centro Santa Chiara a soli 10,50€.

È fresco di settimana il suo ultimo singolo «Vis à vis», un brano funky che racconta di una relazione d’amore che sembra quasi non essere mai iniziata. Com’è nata questa canzone?
«Innanzitutto è un brano nato in studio, anzi è la mia prima canzone sviluppata in studio. È nata insieme al produttore Edoardo Omezzolli, conosciuto come “mezzocammello”, che è anche uno dei miei musicisti. Lui ha scritto la parte musicale mentre io ho scritto il testo. Eravamo molto gasati per il sound funky che ne è uscito, grazie anche a quel giro di basso. Tornata a casa mi sono messa a lavorare al testo, cercando d’inserire un po’ delle cose che vivo. In quel momento ero in una fase di disperazione e così ho iniziato a scrivere di questa storia d’amore, che forse è vero, non è mai iniziata».

Ascoltando «Vis à vis» si trovano anche alcune chicche interessanti, come la citazione a «Billie Jean» di Micheal Jackson o ai Beatles di «Yellow Submarine». Perché ha deciso di piazzarle?
«A volte quello che scrivo sembra che scenda come la pioggia. È per caso che mi sono trovata a scrivere di quelle canzoni, che sono comunque del mio repertorio, ascolto sia Micheal Jackson sia (e soprattutto) i Beatles. Sicuramente sono brani che mi hanno accompagnato e credo che certe canzoni ci accompagnano nella nostra vita. In quel momento, inoltre, avrei voluto scappare a 3000 mila metri su una cima di una montagna o in un sottomarino, e allora…».

Nel tour estivo suonerà in tutta Italia e soprattutto tornerà a Trento il 18 luglio. Cosa prova nel riportare la propria musica «a casa»? C’è un ricordo dei suoi primissimi concerti nelle valli trentine a cui è legata? Secondo lei, il Trentino le ha dato una base solida o crede che, rispetto ai suoi colleghi musicisti provenienti da altre parti d’Italia, ha dovuto faticare più del previsto per affermarsi?
«Trento è la città in cui vivo, è sempre bello suonare vicino casa. È molto emozionante, anzi è quasi più difficile suonare a casa propria, perché ci saranno anche persone che conosco, per non parlare della cornice del Teatro Capovolto, che dice tutto. Poi ho tantissimi ricordi che mi legano alla mia terra, ricordo quando a 15 anni andavo in giro a suonare, come quando andavo nella Val di Pejo e dovevo farmi riaccompagnare a casa da qualcuno ma ero timidissima. La musica, tuttavia, era il mio modo di comunicare. E poi questa cosa che noi trentini siamo un po’ chiusi è in parte vera. I miei genitori non sono trentini, ma io sono nata qui, so cosa vuol dire. Credo però che con la giusta passione si possa andare ovunque».

A proposito di talento, lei è stata una delle concorrenti del talent show X-Factor 2016. Che peso ha avuto quell’esperienza nel suo percorso?
«È stata un’esperienza molto forte, perché per la prima volta mi ha fatto mettere il naso fuori dalla mia Val di Sole. Ho conosciuto tanti talenti diversi, sono cresciuta tanto in quel periodo. Lì ho anche capito che la dimensione televisiva non è proprio il mio habitat naturale, però mi ha fatto capire tante cose, anche perché avevo solo 20 anni».

Infine, nel corso della sua carriera ha avuto modo di collaborare con tanti artisti diversi e di aprire a grandi volti della musica italiana, come Gianluca Grignani, Irene Grandi o Enrico Ruggeri. Quali consigli le hanno dato? C’è poi un artista con cui le piacerebbe collaborare?
«Credo di aver avuto molta fortuna nella mia vita, ho fatto esperienze importanti. A pelle, direi Max Gazzè e Carmen Consoli. Soprattutto per quanto riguarda Gazzè, il suo tastierista e arrangiatore Clemente Ferrari mi ha fatto crescere tanto, con lui ho lavorato ai miei primi due dischi, a cui sono affezionata. C’è poi Gio Evan, che mi ha voluto tanto bene e mi sono trovata spesso ad aprire i suoi concerti e a condividere delle canzoni. Sono state anime che mi hanno veramente lasciato tante cose, ma ce sono anche altre, come Cristina Donà. Anche aprire i concerti ti fa crescere tanto, perché è una scuola, il pubblico non è lì per te. Con chi mi piacerebbe collaborare? Oggi direi Willie Peyote».