Il retroscena

mercoledì 21 Maggio, 2025

Terzo mandato, il caso si allarga oltre il Trentino: pressioni per una legge a livello nazionale

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L'ipotesi: una legge nazionale valida per tutti. Così si ricandiderebbero subito Zaia e Fedriga

Ad accendere la miccia è stato il caso Trentino: lunedì 19 maggio il consiglio dei ministri ha impugnato la nuova legge provinciale, passata lo scorso 9 aprile, davanti ai giudici della Consulta costituzionale. Una scelta che ha diviso i ministri (quelli della Lega hanno votato contro) e che, soprattutto, ha diviso la già fragile maggioranza di centrodestra che guida la Provincia autonoma di Trento: anche in questo caso, Lega da una parte, Fratelli d’Italia (che, dopo le tante defezioni, esprime un solo assessore, la vicepresidente Francesca Gerosa) dall’altra. Tant’è che si vocifera di un provvedimento contro la vicepresidente che potrebbe arrivare a breve.

 

Ma il caso del terzo mandato ai governatori va ben oltre i confini trentini: ha infiammato il Veneto, dove per mesi, nelle cronache politiche, non si è parlato altro: l’uscente Luca Zaia, che di mandati ne ha già fatti tre (ma «solo» due con la legge che li limita) non è ricandidabile e il tempo stringe, dato che le elezioni saranno in autunno. Lo stesso dicasi della Campania, la cui legge (che avrebbe permesso il terzo mandato per il governatore Vincenzo De Luca) è stata approvata a novembre 2024 e bocciata sempre ad aprile. Ma c’è anche in Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale dove la legge sul terzo mandato proprio non si riesce ad approvare, con una crisi di maggioranza in corso: a Trieste il governatore uscente è Massimiliano Fedriga.

 

In questo contesto si inserisce la mossa di lunedì, arrivata all’ultimo giorno utile, con cui il governo ha chiesto l’esame costituzionale per la legge trentina. Regioni ordinarie e regioni (e province) a statuto speciale si muovono su due piani diversi: la legge campana è stata cassata dai giudici costituzionali perché giudicata incompatibile con l’articolo 122 della costituzione, il quale recita:«spetta a una legge della Repubblica stabilre anche la durata degli organi elettivi». Ma le «speciali» hanno competenza esclusiva sui propri sistemi elettorali e in molti si dicono convinti che la legge trentina resisterà all’esame.

 

Certo, ci sarebbe però un modo per tagliare la testa al toro: una legge nazionale. Magari, visti i tempi, con un decreto legge che preveda per tutti un terzo mandato. E non ci sarebbe Corte Costituzionale che tenga. Una suggestione che si starebbe facendo strada nella maggioranza in queste ore, su pressione, in particolare, di alcuni esponenti leghisti (benché non sarebbe vista con favore dal leader del Carroccio, Matteo Salvini).

 

Il problema, lato maggioranza, è noto: Fratelli d’Italia ambisce ad avere dei candidati presidenti in alcune regioni storicamente governate dal centrodestra: Veneto e Friuli Venezia Giulia (ma nemmeno il Trentino sarebbe escluso, se Fugatti non si potesse ricandidare) e la Lombardia. Tutte a trazione Lega, attualmente. Però c’è un governatore, il lombardo Attilio Fontana, che non ha manifestato la volontà, al momento di ricandidarsi: nella regione più popolosa d’Italia si vota nel 2028. E il candidato presidente del centrodestra, con buone probabilità di vittoria, visto la storia politica lombarda, potrebbe essere proprio di Fratelli d’Italia. Che sia questo l’accordo in grado di mettere fine a una telenovela politica che dura da tempo?