La partita
lunedì 19 Maggio, 2025
Aquila Basket sfida Olimpia Milano, gara 2: le chiavi del match
di Massimo Furlani
Squadre in campo, milanesi avanti nella sfida 1 a 0

Non c’è tempo per rimuginare sulla sconfitta di gara 1 o rammaricarsi degli ultimi tiri sbagliati da Lamb, Cale ed Ellis. Per l’Aquila Basket, stasera, è già tempo di gara 2 contro l’Olimpia Milano, sempre alla il T Quotidiano Arena (palla a due alle 20). Dopo aver perso il primo match e il fondamentale vantaggio del fattore campo, Forray e compagni sono chiamati a reagire subito per impattare la serie: spostarsi al Forum di Assago sotto 0-2 nella serie, con tre match point in mano ai meneghini per chiudere i conti, suonerebbe già quasi come una condanna sulle speranze di proseguire il cammino tricolore. Gara 1 è stata una partita davvero «da playoff», giocata sui dettagli e in un’atmosfera decisamente carica anche grazie all’ennesimo sold out stagionale del palazzetto di via Fersina. Ad avere la meglio è stata la maggiore fisicità ed esperienza di un’Olimpia trascinata dalle seconde linee: Zach LeDay (mvp del match), Fabien Causeur e l’ex di turno Diego Flaccadori hanno cambiato volto a una squadra travolta dai forsennati ritmi trentini in avvio di primo e terzo periodo. Nello specifico l’americano è riuscito a dare un contributo a 360 gradi segnando tanto ma anche ponendo un limite allo strapotere di un Anthony Lamb in grande forma (19 i punti per l’ala bianconera); il francese ha dato molto fastidio in difesa a tutti gli esterni dell’Aquila, soprattutto a Ellis in avvio di quarto periodo; Flaccadori, invece, ha portato qualità in attacco «coprendo» la giornata no dell’azzurro Stefano Tonut e dell’altro grande ex Shavon Shields, ben contenuto dalla difesa di Myles Cale. Ciò che è mancato all’Aquila, come osservato da coach Paolo Galbiati, è stata la lucidità nei possessi conclusivi ma soprattutto la produzione offensiva di alcuni giocatori chiave. Ovviamente l’allenatore bianconero non ha fatto nomi, ma il riferimento è a un Jordan Ford irriconoscibile: i 3 punti segnati (con un pessimo 1/8 al tiro) sono il minimo stagionale per il play californiano, che in tutta la regular season di campionato ha mancato la doppia cifra solo in tre occasioni, quattro se consideriamo la Coppa Italia. Emblematica della sua serata una delle azioni decisive degli ultimi minuti, quando abbinato a un difensore per lui facilmente «attaccabile» come Mirotic, Ford ha rinunciato a puntarlo obbligando un compagno a prendersi un tiro più difficile al suo posto. Per riaprire la serie servirà sicuramente «ritrovare» quel giocatore che, con una stagione fantastica che lo ha inserito fra i principali indiziati al premio di sesto uomo dell’anno, è stato un attore fondamentale di questa memorabile annata bianconera. Allo stesso modo, per superare una difesa di Eurolega come quella meneghina occorreranno una maggior precisione sul perimetro per Cale (autore di un insolito 0/6) e più qualità in regia per Ellis, che ha chiuso gara 1 con soli 3 assist distribuiti (mai così pochi in campionato per lui da gennaio a oggi) a fronte di 4 palle perse. Rispetto al match di sabato, poi, è molto probabile che cambieranno alcuni «attori»: se Trento ha perso nel finale Eigirdas Zukauskas per una brutta caduta sulla spalla, Milano deve fare i conti con il problema muscolare dello sfortunato Josh Nebo, appena rientrato dopo mesi di assenza. In attesa di notizie sull’entità dei due infortuni, un loro impiego già stasera sembra molto improbabile e questo mescola decisamente le carte sotto i tabelloni: l’Olimpia perde una fondamentale presenza nel pitturato, l’Aquila invece non avrà più la possibilità di giocarsi l’arma tattica del centro atipico. Messina potrà comunque decidere se includere nei convocati un difensore versatile come Leandro Bolmaro o portarsi il centro americano Freddie Gillespie per rimediare all’assenza di Nebo, mentre coach Galbiati dovrà per forza «inventarsi» nuove soluzioni o dare molto più spazio a Denis Badalau.