Scuola
giovedì 15 Maggio, 2025
Benessere digitale a scuola, genitori e studenti promuovono il regolamento: «Basta compiti la sera tardi»
di Gabriele Stanga
Nel «decalogo» della Provincia c'è anche la pianificazione di verifiche e interrogazioni

Studenti e genitori fanno fronte comune: il regolamento sulla disconnessione è sacrosanto ed è necessario per porre freno a problemi sentiti sia dai ragazzi che dalle famiglie, tanto sul fronte delle comunicazioni e del carico di compiti, quanto su quello della pianificazione di verifiche e interrogazioni. Diversa la posizione dei docenti che vedono le disposizioni come un’imposizione «calata dall’alto». Insomma, fa discutere il regolamento applicativo per il benessere digitale, arrivato nei giorni scorsi in tutte le scuole. «Si tratta di un ulteriore passo in avanti in tema di benessere a scuola, argomento a me molto caro e sul quale ho voluto investire sin dall’inizio della legislatura», sottolinea l’assessora provinciale all’istruzione Francesca Gerosa, che, a proposito di digitale, annuncia la costituzione di un gruppo di lavoro sull’intelligenza artificiale.
Studenti
Due i punti chiave stabiliti dal regolamento, che definisce il contenuto minimo delle linee guida varate lo scorso novembre. Da un lato, una programmazione «equilibrata e coordinata» dei compiti a casa e per le vacanze, che «devono essere comunicati agli studenti entro la fine dell’ora di lezione o al massimo entro la fine della giornata scolastica». Dall’altro, la pianificazione di verifiche e interrogazioni, per le quali dovrà essere stabilito un numero massimo settimanale e giornaliero. Anche le comunicazioni tra docenti e studenti devono avvenire all’interno dell’orario scolastico e, in più, viene disciplinato l’uso del registro elettronico.
I primi ad accogliere favorevolmente il regolamento sono proprio gli studenti.
«Siamo pienamente d’accordo con quanto espresso», afferma il presidente della Consulta provinciale degli studenti, Matteo Santini. In particolare «evitare di mandare comunicazioni durante i periodi di vacanza è un principio che va nel rispetto, non solo degli studenti, ma anche dei professori e ribadisce la sacralità del riposo. È capitato di avere compiti messi a mezzanotte per il giorno dopo, oppure, spesso, voti inseriti a registro senza vedere le verifiche».
E proprio sulla pianificazione delle verifiche, Santini sottolinea la necessità di «accordarsi per evitare accavallamenti: è importante fare un calendario, non solo per quanto si accavalla in una giornata, ma soprattutto per quanto si accavalla in un periodo. Ci sono periodi in cui ci sono ogni giorno verifiche e interrogazioni, che in quinta vanno a vertere su una grandissima parte di programma.
È un’utopia pensare che tutte queste prove possano essere compresse in una fascia di tempo così limitata ed essere fatte con profitto». In molti casi, poi, questo accumulo sarebbe legato a un mancato coordinamento: «Spesso capita che ad alcuni professori manchino voti, ma questo succede perché non ci si è organizzati prima ed è mancato il dialogo con noi studenti».
Genitori
Posizioni condivise dai genitori: «Dall’avvento del Covid, c’è stato un utilizzo massivo dei registri elettronici — considera Maurizio Freschi, presidente della Consulta provinciale dei genitori — Ci sono situazioni in cui le consegne arrivano a tarda notte». Lo stesso vale per le verifiche: «anche questo è un problema organizzativo: se si calendarizzasse la raccolta di valutazioni in modo equilibrato non ci sarebbero problemi. Ci sono studenti che si ritrovano tempi diluiti per svolgere le prove e altri che si trovano con 5 verifiche e tre interrogazioni in una settimana. È anche una questione di omogeneità e di pari opportunità per tutti, oltre che di pressione psicologica sui ragazzi».
Secondo Freschi, «se ci fosse stato buon senso e professionalità a 360 gradi non sarebbe servito intervenire. Il problema nasce nel momento in cui i singoli vengono meno a questi due principi. In assenza di autoregolamentazione non si può che intervenire con una regolamentazione».
L’assessora Gerosa
L’assessora Gerosa puntualizza che «questo regolamento non è solo un insieme di norme, ma l’espressione di una precisa scelta culturale ed educativa: quella di una scuola che non si limita a seguire i cambiamenti, ma che li governa con responsabilità, mettendo al centro le persone, le relazioni e il tempo. Una scuola che si prende cura, in modo concreto e quotidiano, del benessere di chi la vive. La trasformazione digitale — aggiunge — offre indubbi vantaggi per l’apprendimento e l’organizzazione scolastica, ma porta con sé anche rischi di sovraccarico informativo, iperconnessione e difficoltà nella gestione del tempo necessario alla preparazione delle attività scolastiche e nella conciliazione tra tempo scuola e tempo “non scuola”».
Ora le scuole sono chiamate a tradurre il regolamento in pratica. «L’applicazione delle linee guida e del regolamento verranno monitorati nel tempo attraverso appositi questionari che saranno inviati a studenti, famiglie e personale scolastico», fa sapere l’assessora, che annuncia la creazione di un gruppo di lavoro per la revisione del piano digitale della scuola. Uno dei focus sarà l’intelligenza artificiale: «Uno strumento potente, ma che richiede un uso responsabile e consapevole da parte di docenti e studenti».
La proposta
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