Politica

mercoledì 14 Maggio, 2025

Terzo mandato, il centrosinistra organizza il referendum. E il consiglio dei ministri potrebbe impugnare la legge

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L’Alleanza democratica autonomista che unisce il Pd, Campobase, Alleanza Verdi Sinistra, Casa Autonomia e tutte le altre forze legate al centrosinistra ha deciso la contromossa

Ieri l’opposizione ha deciso che contro il terzo mandato chiederà di andare a referendum. E oggi il Consiglio dei ministri potrebbe impugnare quella stessa norma licenziata un mese fa dalla maggioranza del Consiglio provinciale.

Centrosinistra unito
«Verso il referendum sul terzo mandato», questo il titolo del comunicato diramato da Ada, l’Alleanza democratica autonomista che unisce il Pd, Campobase, Alleanza Verdi Sinistra, Casa Autonomia e tutte le altre forze legate al centrosinistra. Ada si è riunita ieri pomeriggio per proseguire il confronto sulle decisioni da assumere rispetto al possibile referendum sulla legge del terzo mandato. Un primo incontro era già avvenuto prima delle elezioni comunali. «I referenti politici hanno preso positivamente atto del fatto che nella giornata di lunedì i consiglieri delle forze di Alleanza Democratica Autonomista del Trentino in consiglio provinciale si sono espressi favorevolmente per promuovere il referendum con il sostegno di almeno 7 consiglieri come previsto dall’articolo 47 dello Statuto di Autonomia».

I gruppi consiliari sono dunque convinti, compatti. Pronti a partire. «Analogamente le forze politiche hanno valutato l’opportunità in modo parallelo e complementare di promuovere anche la raccolta delle firme sulla legge che introdurrebbe il terzo mandato sempre come previsto dall’articolo 47 dello Statuto di Autonomia. I partiti già rappresentati in consiglio provinciali hanno espresso parere favorevole, ma Alleanza Democratica Autonomista del Trentino intende procedere in maniera unitaria per la promozione e quindi si attende che anche le altre forze politiche della coalizione assumano la loro posizione nei prossimi giorni in riunioni già programmate al riguardo». E sembra scontato, perché anche le forze minori hanno espresso la volontà di indire il referendum Tra i primi a porre la questione, infatti, quelli di Azione. «L’iniziativa — continua il comunicato — verrà assunta anche nel caso in cui il governo nazionale nei prossimi giorni dovesse decidere di impugnare la legge di fronte alla corte costituzionale».

Il governo impugna?
Ma il governo nazionale impugna o non impugna la legge sul terzo mandato? Un Consiglio dei ministri è convocato per oggi. Sembra possa essere questo ad approvare il disegno di legge costituzionale per la modifica dello Statuto (ne scriviamo sotto) ma potrebbe allo stesso tempo inviare la legge suo terzo mandato alla Corte costituzionale. Nei confronti della Lega sarebbe uno schiaffone, anche se questa è la linea della premier. Giorgia Meloni lo ha sempre sostenuto, sui mandati la legge dev’essere uguale in tutta Italia. E sembrano sulla stessa linea anche i ministri di Forza Italia. La decisione è tutta politica, e dirà molto sull’equilibrio interno al centrodestra. A Roma come a Trento: se il governo nazionale impugna, e quindi vince la linea di Fratelli d’Italia sulla Lega, la ritorsione potrebbe essere su Francesca Gerosa. C’è chi dice che le potrebbe essere tolta per ripicca la vicepresidenza.

Fratelli d’Italia attende
«Il referendum? Si tratta di uno strumento previsto dalla legge e quindi del tutto rispettabile», dice senza scomporsi il deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì. E aggiunge: «Noi attendiamo il pronunciamento del governo». Che evidentemente spera sia quello dell’impugnativa. La questione è delicata. Urzì sa bene che la sconfessione di Fugatti e della parte che ha votato il terzo mandato può creare il finimondo. In ballo c’è la tenuta della stessa maggioranza, e il terzo mandato ha già scottato i meloniani. Il gruppo in Consiglio provinciale si è diviso e dal gruppo e dal partito se ne sono andati in due: Carlo Daldoss e Christian Girardi. Ogni mossa, dunque, è da fare co prudenza. Anche quella, chissà, di appoggiare il referendum indetto dal centrosinistra.

Lega e Cia pronti alla battaglia
Già pronti alle contromosse i fedelissimi del governatore. La Lega, che attraverso il segretario Diego Binelli fa sapere di «essere pronta». «Chiedere il referendum per non confermare la legge sul terzo mandato è un loro diritto. Ma noi faremo la campagna opposta per chiedere ai trentini di confermare una legge che difende la democrazia, la libertà di scegliersi chi deve governare». Il referendum sulla legge elettorale non ha il quorum. «Non temiamo nulla. Faremo la nostra parte». Claudio Cia, consigliere di maggioranza, è durissimo: «Questi ci faranno spendere due milioni di euro. Questo costa un referendum. Dicevano che questa era una legge ad personamm per Fugatti. E il loro referendum cos’è se non ad personam contro Fugatti?».

E continua con lo stesso tono: «La verità è che le minoranze sono ossessionate da lui, hanno paura di lui. Se non lo temessero lo sfiderebbero nel voto, non cercherebbero lo stratagemma per impedirgli di candidarsi per un altro mandato. È penoso — aggiunge — penoso che una legge votata dalla maggioranza, piaccia o non piaccia, venga messa in discussione in questo modo». E torna sulle spese per la consultazione: «Poi le opposizioni si lamentano che non ci sono soldi per la sanità. Se le risorse vengono spese ne fare referendum contro Fugatti è ovvio che poi la Provincia deve tagliare sui servizi».