San Martino
venerdì 9 Maggio, 2025
Alessio Agostini e la battaglia per recintare la Predara. Tomasi (Bookique): «Disse ai nostri clienti che erano drogati»
di Simone Casciano
La titolare del locale ricorda la solidarietà ricevuta. Attolini (Avs): «Grazie a un patto di cittadinanza rilanciammo il parco con attività ed eventi»

Voleva mettere i cancelli attorno al parco della Predara, preoccupato dallo spaccio e dal degrado, ora dietro le sbarre si trova lui: Alessio Agostini. A San Martino è un giovedì mattina indeciso, il cielo non sa ancora se vuole aprirsi al sole oppure se far cadere pioggia nel quartiere . Sulle vie e tra gli esercenti però, sembra comunque essere tornato il sereno e le nuvole sono un lontano ricordo. È l’effetto, in parte, dell’inchiesta «Sciabolata» che ha visto coinvolto e arrestato Alessio Agostini, socio al 51% dell’Hi Hotel, l’imprenditore piombato nel quartiere qualche anno fa e che sembrava determinato a stravolgerlo. Oggi invece, che l’uomo si trova in carcere accusato di turbativa d’asta e corruzione, il quartiere torna a respirare.
«Mai inseriti»
«È la fine di un incubo» racconta un esercente che vuole restare anonimo. Le tracce di Agostini nel quartiere rimangono, non solo l’Hi Hotel ma anche le Hi Rooms, appartamenti a metà della via. «Ci eravamo insospettiti. Nessuno da una pizzeria arriva a comprare alberghi e appartamenti in quantità», commenta un altro commerciante. La loro presenza, per alcuni, è sempre stata problematica. «Questo è un quartiere fatto di tanti piccoli esercenti – racconta Serena Tomasi, che gestisce la Bookique – Piccole realtà che lavorano in un contesto condiviso e che hanno scommesso su questo posto. Loro non si sono mai inseriti».
L’attacco alla Bookique
Tomasi parla, sollevata e con un gran sorriso, perché è quella che più di tutti ha dovuto fare i conti con Agostini e l’Hi Hotel, vicino ingombrante della Bookique, il locale del Comune che la titolare gestisce da anni e che ha trasformato in un punto di riferimento per la cultura, la musica e il divertimento in città. Fin dal 2022 Agostini e il suo socio Guadagnini, che non è indagato, si sono lamentati pubblicamente del «degrado» e degli «episodi di spaccio» al parco della Predara vicino alla Bookique, chiedendo che venisse recintato, dichiarandosi disposti a pagare con soldi propri. Una posizione che aveva trovato spazio anche su qualche altro quotidiano locale, su cui Agostini e Guadagnini avevano vestito i panni degli imprenditori pronti a investire per ripulire una zona di Trento. Nel corso del tempo i rapporti con la Bookique si erano incrinati, forse perché le esigenze ricreative di un locale cozzavano con quelle di riposo degli ospiti dell’albergo.
Fatto sta che Agostini e Guadagnini diedero mandato all’avvocato e consigliere comunale Andrea Merler di analizzare il contratto del bando di gestione del locale, per vedere se era possibile mettere le mani su Bookique e parco.
Le cose precipitarono a inizio marzo 2023 quando ci fu un confronto acceso tra Tomasi e i due soci. Agostini e Guadagnini si presentarono alla Bookique durante un Dj set serale, lamentandosi della musica alta e accusando la titolare e i suoi clienti di generare degrado e spaccio.
«Ci dissero che portavamo noi il degrado, dissero ai nostri clienti che erano dei drogati».
Tomasi allora chiamò a raccolta la città a difesa del locale.
La difesa
E Trento rispose. Non solo il sindaco Ianeselli, la vicesindaca Bozzarelli e tanti consiglieri comunali lanciarono messaggi di solidarietà a Bookique, ma a loro si unirono anche tanti cittadini, giovani e adulti, che testimoniarono il valore per la città e il quartiere di questo luogo. Non solo, in risposta alle denunce di degrado, nacque anche un patto di cittadinanza che vide coinvolto Comune, Circoscrizione, esercenti e associazioni. Musica, cinema all’aperto, letture, yoga nel prato, attività per grandi e piccoli, momenti che riqualificarono davvero il parco. Lo ha ricordato, ieri, anche la neoconsigliera comunale Renata Attolini di Avs, ai tempi consigliera circoscrizionale, che ricordando la decisione di lanciare il patto invece che assecondare le richieste di Agostini, dice «alla luce dei recenti eventi, mai decisione fu più saggia. Affidare il parco ai fratelli proprietari dell’hotel Hi non sarebbe di certo stato presidio di lotta alla tossicodipendenza».
«La cosa più bella»
«Da allora le pressioni sono scomparse – racconta Tomasi – Anche se i rapporti sono rimasti distanti, tesi». La cosa più bella di questa storia, secondo Tomasi «è proprio l’affetto che abbiamo ricevuto in quel momento. Siamo stati inondanti di riconoscimenti». «Era stato proprio un fatto importante e che ha avuto importanza per tutta la città, si è dimostrato che i luoghi che valgono siamo tutti disposti a difenderli». Tomasi preferisce non commentare i fatti recenti, anche se ammette che «si è levato un peso».
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