migrazioni
sabato 26 Novembre, 2022
L’assemblea antirazzista di Trento scende in piazza: «I 330 richiedenti asilo lasciati per strada meritano una risposta e non un ricatto»
di Simone Casciano
Inaccettabile secondo gli attivisti l'aut aut che è stato presentato a queste persone: accettare il trasferimento ad un Centro di accoglienza straordinaria in Sardegna oppure rimanere esclusi da qualunque assistenza

Non è bastata la sottoscrizione firmata da numerose associazioni, e da tanti singoli cittadini e cittadine, a sbloccare la situazione dei circa 330 richiedenti asilo esclusi dal sistema dell’accoglienza trentina e che da mesi vivono e dormono per strada a Trento, ai margini della città. La lettera non ha ricevuto nessuna risposta ufficiale né dalla provincia né dal Commissariato del governo.
«La risposta è stata data nei fatti e nel modo peggiore – denuncia l’assemblea antirazzista di Trento – queste persone sono state poste di fronte all’alternativa tra l’accettare di trasferirsi in un CAS (centro di accoglienza straordinari) in Sardegna o l’essere esclusi completamente dall’accoglienza».
Per gli attivisti si tratta di un aut aut inaccettabile: «Di terribile gravità, imposto ad esseri umani stremati da mesi di violenze e maltrattamenti subiti nel duro percorso di attraversamento dei Balcani guidati dalla giusta e disperata ricerca di una vita dignitosa, diritto inalienabile di ogni persona».
Difficile del resto scorgere una logica di accoglienza dietro a una pratica che sradicherebbe persone che si trovano sul territorio da mesi senza considerare i legami, gli affetti e le conoscenze instaurate in questo periodo.
Di fronte a questa situazione l’assemblea antirazzista chiede: «Una giusta e dignitosa accoglienza in Trentino per quanti vivono in strada, rapidissimi chiarimenti in merito al numero e alla destinazione delle persone trasferite in Sardegna e un’effettiva rapida accoglienza e ripresa dell’accoglienza diffusa sul territorio e tra le diverse comunità della provincia».
Per questo motivo gli attivisti e le attiviste hanno convocato un presidio davanti al Commissariato del governo per venerdì 2 dicembre alle 17
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