Rovereto

venerdì 23 Maggio, 2025

«Violenza sessuale su un’atleta minorenne», l’allenatore di volley andrà a processo

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Nelle carte del processo anche i rilievi dei carabinieri del Ris

Andrà a processo l’allenatore quarantenne di pallavolo ora imputato di violenza sessuale aggravata dalla minore età della ragazza e dal ruolo dell’uomo nella vita della giovane. Così ha disposto la giudice per l’udienza preliminare (Gup), celebratasi ieri mattina in tribunale a Rovereto, Consuelo Pasquali, la quale non ha accolto le eccezioni sollevate dalla difesa dell’uomo. Il processo si aprirà dunque con la prima udienza fissata per il prossimo 26 settembre alle 9.

 

La difesa dell’uomo, assistito dall’avvocata Sonia Speri dello studio roveretano Speri & Speccher, non ha voluto chiedere alcun rito alternativo, che avrebbe garantito tempi più celeri nonché uno sconto di pena. L’uomo continua infatti a sostenere che non vi sia stata alcuna violenza sessuale . A essere contestati da parte dell’avvocata sono in particolare i rilievi effettuati dai carabinieri del Raggruppamento investigazioni scientifiche (Ris). Sarà dunque sugli accertamenti tecnici che si concentrerà il dibattimento, che non prevederà invece una nuova testimonianza da parte della ragazza. La testimonianza della vittima era stata resa infatti in un’aula protetta, alla presenza sia del suo avvocato sia della difesa dell’uomo: si era proceduto urgentemente all’incidente probatorio, secondo quanto previsto dalla legge che ha istituito il «Codice rosso», proprio per ridurre i tempi nell’affrontare questo tipo di reati.

 

Si dice comunque fiducioso Andrea de Bertolini, l’avvocato che difende la ragazza. «La procura ha svolto le indagini in maniera completa e dettagliata e il quadro accusatorio è più che solido – afferma –. Certo è che avremmo preferito evitare di allungare ulteriormente i tempi per arrivare a una sentenza, essendoci di mezzo un soggetto vulnerabile».
Il caso, che ha allarmato e scosso il mondo sportivo trentino, era diventato di dominio pubblico nel dicembre del 2023 quando la Federazione nazionale della pallavolo aveva deciso la radiazione dell’allenatore sulla base delle prime conclusioni alle quali era giunta la procura roveretana guidata dalla pm Orietta Canova. Secondo la Federazione, l’uomo avrebbe infatti «compiuto in più occasioni atti violenti di natura sessuale nei confronti di un’atleta minorenne, non consenziente, culminati con lo stupro della minore». È stato proprio in seguito alla segnalazione da parte dei genitori della ragazza – un’adolescente al tempo dei fatti –, presentata al comitato regionale della Federazione italiana pallavolo (Fipav) che era stato avviato un primo procedimento del giudice sportivo con annessa indagine giudiziaria a carico dell’allenatore quarantenne per «comportamenti impropri a sfondo sessuale perpetrati ai danni dell’atleta».

 

La procura federale, in seguito alla segnalazione, ha acquisito sia la denuncia presentata dai genitori della giovane ai carabinieri, sia copia dell’incidente probatorio effettuato davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rovereto nel corso del procedimento penale aperto dalla magistratura (quello di cui ieri mattina la Gup ha disposto il rinvio a giudizio).

 

Il tribunale federale della Fipav che aveva stabilito la radiazione dell’uomo aveva disegnato, pur nella garanzia dell’anonimato nei confronti della giovane e del suo allenatore, un quadro della vicenda molto grave. Le accuse riportate dalla sentenza del tribunale sportivo parlano di stupro della giovane come atto finale seguito ad altri atti violenti, reiterati e di natura sessuale, nei suoi confronti: dall’ammiccamento alle battute, alle molestie fino allo stupro, è stato un crescendo di violenza quello descritto dalla ragazza nella querela presentata con i genitori ai carabinieri.