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giovedì 27 Ottobre, 2022

Vezzano, la prima mappatura del territorio pensata per l’inclusività

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Il progetto nasce in seno alla DFC (Dementia Friendly Community) Valle dei Laghi su spinta dell’Apsp Residenza Valle dei Laghi e del Comune di Cavedine che un anno prima avevano costituito la prima comunità “amica” delle persone affette da forme di demenza.

La pioggia battente riesce a confondere suoni, odori e luci, i punti di riferimento si mescolano, lo spazio e le distanze si offuscano e la percezione della realtà si fa più incerta. In un certo senso, questo è ciò che accade anche nella mente di una persona che soffre di demenza e si ritrova, smarrita, a camminare in un dedalo di strade prima estremamente familiari.

Appare dunque simbolico che la prima mappatura del territorio di Vezzano, inquadrata nel progetto “Camminare con la demenza” promosso dalla Comunità della Valle dei Laghi (in collaborazione con i comuni di Vallelaghi, Madruzzo e Cavedine), dall’APSP Residenza Valle dei Laghi e da Architutti, nell’ambito della “Dementia Friendly Community Valle dei Laghi”, sia avvenuta, nella mattinata di sabato 22 ottobre, sotto un cielo gonfio di pioggia e su strade bagnate.

Avviato come risposta alla richiesta di inclusività nella fruizione degli spazi urbani, il progetto, di durata triennale e in parte finanziato dalla Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto, si prefigge di analizzare ciò che favorisce, o al contrario ostacola, la navigazione e il wayfinding della persona con demenza sul territorio.

Sono oltre un milione e 200 mila le persone in Italia affette da forme di demenza e il 75% di loro (ed il 64% dei loro caregiver, prevalentemente familiari che ne curano direttamente l’assistenza) lamentano esclusione, malgrado sia dimostrato che la loro permanenza nella realtà sociale, fatta anche di spostamenti verso luoghi di aggregazione, servizi e attività commerciali, postporrebbe di anni l’ospedalizzazione. Un’attenzione, quindi, quella rivolta alla facilitazione degli spostamenti e, di conseguenza, dell’orientamento, della comprensione dell’ambiente e della segnaletica, dell’accessibilità dei servizi, che diventa prioritaria, quanto quella rivolta alla progettazione e organizzazione degli spazi interni delle case dell’assistito o delle strutture.

Il progetto nasce in seno alla DFC (Dementia Friendly Community) Valle dei Laghi, costituita nel 2019 su spinta dell’Apsp Residenza Valle dei Laghi e del Comune di Cavedine che un anno prima avevano costituito la prima comunità “amica” delle persone affette da forme di demenza. L’iniziativa era poi stata estesa ed accolta dalla Comunità della Valle dei Laghi e dai comuni di Madruzzo e Vallelaghi.

Attraverso una modalità partecipata, che ha visto il coinvolgimento diretto dei cittadini quali mappatori volontari, gli enti promotori intendono consegnare alle amministrazioni competenti ed alla popolazione stessa delle linee guida utili per creare percorsi sicuri, avviare azioni correttive sul già costruito o definire criteri di progettazione per nuovi spazi urbani in cui vengano ridotte le difficoltà di mobilità e orientamento di persone con deficit cognitivi e forme di demenza.

L’attività di mappatura, preceduta da una serata divulgativa e formativa propedeutica alla rilevazione, ha coinvolto circa quindici partecipanti prevalentemente appartenenti ad alcune associazioni del territorio (CRI Valle dei Laghi, Ecomuseo Valle dei Laghi, Circolo Apeiron, Circolo anziani di Vezzano), i quali, smartphone alla mano, scarpe da trekking, ombrelli e soprattutto occhi aperti, hanno effettuato la mappatura delle principali strade del centro storico di Vezzano. La stessa rilevazione sarà ripetuta prossimamente negli abitati di Calavino e Cavedine, mentre i risultati saranno presentati alla popolazione attraverso alcune serate pubbliche.

I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi e hanno dunque passeggiato per le vie del paese effettuando, con l’utilizzo della geolocalizzazione e di un’app dedicata, un’attenta e scrupolosa rilevazione su tre distinte zone del centro storico, col supporto delle architette Chiara Dallaserra, Livia Porro e Anna Viganò di Architutti che hanno curato gli aspetti operativi del progetto.

La rilevazione si è sviluppata attorno a punti prestabiliti sulla mappa (consegnata ad ogni volontario) e da landmark, ossia elementi distintivi di particolare rilievo. In corrispondenza di ogni tappa i partecipanti hanno compilato una check list che, attraverso numerose domande, ha permesso di descrivere gli elementi essenziali di quel luogo, utili per catalogare le caratteristiche dei percorsi (tipologia di strade, larghezza dei marciapiedi, ecc.), la presenza di servizi utili (ad esempio uffici pubblici o attività commerciali), la morfologia di spazi aperti ed arredo urbano, la presenza di ostacoli e barriere fisiche (elementi che possano, ad esempio, determinare difficoltà di equilibrio), le caratteristiche della segnaletica e la stimolazione sensoriale di quel luogo (particolari elementi di distorsione olfattiva o acustica).

Edifici ed elementi distintivi, vale a dire strutture di interesse storico o con peculiari caratteristiche (ad esempio una tinteggiatura particolarmente sgargiante), sono stati tracciati singolarmente in quanto utili a stabilire dei riferimenti ben visibili.

Gli organizzatori, operativamente le architette che hanno guidato i partecipanti alla mappatura, hanno inoltre esortato i rilevatori ad affidarsi alla propria esperienza personale nel vivere gli spazi esterni ed alla conoscenza del territorio, segnalando elementi magari non presenti al momento della mappatura ma che possono caratterizzare talvolta quello specifico luogo (ad esempio la presenza del mercato in uno specifico giorno della settimana o di situazioni di affollamento o eccezionalmente rumorose).

Un identikit del territorio, dunque, costruito tenendo ben a mente le difficoltà incontrate quotidianamente dalle persone che soffrono di demenza, per le quali una banalissima pendenza del 5% diventa ostacolo insormontabile, così come un segnale troppo alto o una campana eccessivamente squillante creano smarrimento, che diventa paura di camminare per le strade, ormai sconosciute, di casa propria.