Il cantautore
domenica 18 Maggio, 2025
Vecchioni a Trento ospite dell’Università: «La parola è l’unica invenzione umana»
di Gabriella Brugnara
Domani alle 15.30 sarà lui a inaugurare a Palazzo Prodi il «Latin Lab» del dipartimento di Lettere e filosofia

«La parola (e l’arte in genere) è l’unica vera invenzione umana, tutte le altre sono scoperte, dalla ruota al bosone. C’erano già, c’erano già tutte, bisognava solo impossessarsene. La parola no, è nata dal nulla». Ad affermarlo è Roberto Vecchioni, cantautore, insegnante, ospite d’eccezione, ma soprattutto un latinista «speciale». Ed è in questa veste che domani alle 15.30 sarà lui a inaugurare, a Palazzo Prodi a Trento (via Tommaso Gar), il «Latin Lab – LaL» del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, un incontro riservato alla comunità universitaria UniTrento e a giovani e docenti di sei scuole trentine.
Dopo i saluti del rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian, e del direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Massimiliano Bampi, la lezione di Roberto Vecchioni sarà introdotta da Caterina Mordeglia, professoressa di Lingua e letteratura latina, coordinatrice del Latin Lab, referente trentina della Consulta Universitaria di Studi Latini (Cusl), e da Margherita Rubino, docente di Teatro e drammaturgia dell’antichità e di Tradizioni del teatro greco e latino all’Università di Genova.
L’invito a Vecchioni vuole essere un’occasione di dialogo attorno al valore formativo della lingua e della cultura latina, anche a partire dal suo recente libro «L’orso bianco era nero. Storia e leggenda della parola» (Piemme). «Questo libro ha a che fare con la linguistica come io assomiglio a un orso bianco o, se preferite, nero. Non ho nessuna intenzione di sciorinarvi un’opera corretta, metodica, e men che meno colta, accademica, incomprensibile ai più. […] L’intento è un altro. È quello di farvi innamorare. Avete letto bene! Farvi innamorare della parola. […] Sono i miei ottant’anni d’amore, raccolti in decine e decine di fogli sparsi qua e là nel tempo, stipati in block notes, quaderni, schemi per lezioni, sghiribizzi personali, letture sottolineate, ricerche notturne, confronti, domande infinite […] perché più ci entravo in quelle parole […] più comprendevo a pieno la “vera” essenza di tutto» spiega il cantautore, che nel 2023 ha debuttato al teatro greco di Siracusa con la sua traduzione del «Prometeo incatenato» di Eschilo. Di lui ricordiamo anche la partecipazione al programma televisivo di Massimo Gramellini «In altre parole».
«Ne “L’orso bianco era nero” Vecchioni sottolinea come la parola sia l’unica vera invenzione umana. Mentre tutte le altre sono scoperte, la parola è nata dal nulla – spiega Caterina Mordeglia –. Con il titolo mette in luce i molteplici usi della parola, già individuati dalla sofistica: con il linguaggio è infatti possibile sostenere qualsiasi visione». Il libro contiene anche un paio di capitoli dedicati, ad esempio, a Plauto e alla lingua latina, nonché alla lingua del teatro. «Mostra come Plauto inventi parole nuove, costruendo un mondo fantastico orientato alla comicità. Un altro capitolo è invece dedicato alla “seconda sofistica” latina, con particolare attenzione agli studi sulla parola degli eruditi arcaizzanti, come Aulo Gellio e Frontone. Non si tratta di un saggio, ma di un testo molto discorsivo, che restituisce alla lingua latina tutta la sua vivacità, anche in epoche in cui – come al tempo di Aulo Gellio – veniva studiata, non solo creata» prosegue Mordeglia. Il volume contiene anche una parte manoscritta, una sorta di glossario che passa in rassegna parole come amare, caldo e freddo, nascere e molte altre.
Con le sue parole, Vecchioni inaugurerà il «Latin Lab», che non è uno spazio fisico, ma un progetto culturale e scientifico del Dipartimento di Lettere e Filosofia. «Fa parte del piano strategico di ateneo 2025-27, e aveva già beneficiato di un finanziamento nel triennio precedente, soprattutto per la certificazione del latino. Nasce con una vocazione interdisciplinare e inclusiva: si propone come punto di raccordo tra Università e cittadinanza, con il latino come filo conduttore, ma aprendosi a collaborazioni con studiosi di archeologia classica, storia romana, letteratura greca, filosofia medievale e discipline affini – osserva la curatrice –. Mira a valorizzare il latino non solo come lingua antica, ma anche nelle sue applicazioni moderne – dal latino ecclesiastico, emerso con forza in occasione dell’elezione papale, al latino giuridico e medico – nell’ottica di coinvolgere anche colleghi di tali discipline».
Nell’occasione saranno consegnati i diplomi di certificazione della lingua latina 2025 a una novantina di studenti e studentesse dei sei licei trentini coinvolti: Prati, Arcivescovile e Da Vinci di Trento; Maffei di Riva del Garda; Guetti di Tione; Marie Curie di Pergine. La certificazione della lingua latina è un’iniziativa promossa dal 2012 su base nazionale dalla Consulta Universitaria di Studi Latini (Cusl), in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento/Iprase e l’Università di Trento, per le scuole trentine che hanno il latino nel curriculum di studi. La sperimentazione è finalizzata a verificare, attraverso specifiche prove, le competenze in latino, sul modello delle certificazioni per le lingue straniere.
Il «Latin Lab» guarda però anche al futuro: tra le prospettive in cantiere c’è il rilancio del latino come lingua veicolare in ambiti specialistici (giuridico, medico, ecclesiastico), l’elaborazione di percorsi di formazione per insegnanti e iniziative di terza missione rivolte al territorio, anche in collaborazione con l’Ufficio cultura della Curia di Trento.
Martedì alle 16, poi, si continuerà con la prima iniziativa di «Latin Lab»: la presentazione del libro «Il femminile nel medioevo. Studi in ricordo di Ferruccio Bertini», una miscellanea multidisciplinare (a cura di Caterina Mordeglia, in collaborazione con Roberto Gamberini, Paolo Gatti, Antonio Placanica) che indaga la complessità della figura femminile nell’età medievale, epoca in cui Tertulliano definiva la donna «la porta del diavolo». Tra i contributi spiccano quelli dedicati alla mistica femminile, alla fiaba medievale (come il personaggio di Asinarius, antesignano di Pelle d’Asino), e alla riflessione sulla donna nella lingua latina dell’epoca. Antonio Placanica analizza invece il diritto canonico medievale, mostrando come, sotto certi aspetti, valorizzasse la figura femminile in base al principio della pari dignità davanti a Dio. Non manca un saggio sulla celebre leggenda della papessa Giovanna.
gli appuntamenti
Corpi che si trasformano, performance enigmatiche e complottismi: gli spettacoli del weekend in Provincia
di Jessica Pellegrino
Questa sera, alle 19, al Teatro alla Cartiera di Rovereto, lo spettacolo di danza messo in scena dalla coreografa Stefania Tansini. Si tratta di “La grazia del terribile”, un viaggio tra pulsioni fuori controllo e metamorfosi
ristorazione
Cambio di gestione per il «Bistrot Alfio Ghezzi» del Mart: aperta la manifestazione di interesse per il bando di gara
di Redazione
È online sui siti della Provincia autonoma di Trento e sul sito del museo l’avviso per la concessione del servizio di gestione della caffetteria. Domande aperte fino al 30 maggio