la storia

martedì 27 Maggio, 2025

Valsugana, colpito da un malore durante l’escursione: infermiere salva la vita a un uomo di 91 anni

di

Mattia Marchesini, 37 anni, laureato in infermieristica, a partire da luglio sarà infermiere a Borgo: «L'ho rianimato grazie alle manovre. Fosse accaduto sa un'altra parte, sarebbe morto»

Conoscere le manovre di primo soccorso può salvare una vita. E questa volta lo si può ribadire non in astratto, ma prendendo esempio da ciò che la scorsa settimana è accaduto a Ospedaletto, dove il sangue freddo e le conoscenze di Mattia Marchesini, 37 anni, laureato in infermieristica e infermiere da qualche anno in Veneto e a partire da luglio a Borgo Valsugana, ha salvato la vita a un uomo di 91 anni. «Verso le ore 15 di venerdì scorso un signore è giunto a casa mia chiedendomi indicazioni per un fortino della guerra che si trovava nelle vicinanze», racconta Marchesini. «Gli ho indicato la strada e lui è partito. Dopo poco tempo è però tornato dicendomi che non riusciva a trovarlo. Al che, visto che si trovava proprio dietro casa mia, ho deciso di accompagnarlo. Siamo partiti e dopo un attimo gli ho detto “facciamo il giro da questa parte”. Al che non ho sentito alcuna risposta. Mi sono girato e l’ho trovato per terra». Attimi di paura, gestiti dall’infermiere anche grazie all’esperienza maturata in questi anni. «Ho subito messo in atto le manovre per soccorrerlo e ho chiamato l’ambulanza. Era incosciente, con gli occhi sbarrati. Dopo le manovre ha iniziato a riprendersi e presto sono arrivati i soccorsi. La chiamata al 118 l’ho fatta alle ore 15.37. In circa dieci minuti sono giunti sia l’ambulanza che il soccorso alpino. Sono stati bravissimi».

Nella sfortuna c’è stato spazio anche a tanta fortuna. «Se si fosse sentito male la prima volta che ha cercato il fortino, quando è andato da solo, non se la sarebbe cavata. Quando l’ho visto stava bene, era un tipo molto sveglio e in gamba».
Di fondamentale importanza è risultata l’esperienza di Marchesini, ma, più in generale, è fondamentale la conoscenza del primo soccorso. «Nel mio lavoro ho messo in atto numerose volte le manovre di primo soccorso. Dunque non ho fatto nulla di speciale. Però se al mio posto ci fosse stata un’altra persona che non sapeva affrontare la situazione, complice anche l’adrenalina, sarebbe stato tutto molto più complicato. La centralina operativa dell’ambulanza spiega le manovre da fare, ma bisogna essere in grado di applicarle», prosegue Marchesini. «Per quanto riguarda la sensibilizzazione e la formazione si sta già facendo tanto, ma forse servirebbe fare di più».
La storia, comunque, ha fortunatamente un lieto fine. «Ho chiamato la moglie il giorno dopo dell’accaduto per sapere come stesse. Mi ha ringraziato e mi ha detto che il signora è in ripresa e che ora sta bene», conclude Marchesini.